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Ok, Rockstar, forse giocare d'azzardo al casinò è un po' troppo - editoriale

Il casinò di GTA Online ha aperto i battenti. In tanti Paesi è già vietato.

L'introduzione del casinò in GTA Online era una delle novità più attese dai tantissimi utenti che popolano le strade multigiocatore di GTA V. C'è un particolare che va però messo in evidenza: la valuta virtuale utilizzabile nel casinò online può essere acquistata anche con soldi reali. Lo chiariamo: i videogiocatori di GTA Online possono usare soldi reali, convertirli in valuta virtuale (non diversamente da ciò che avviene nei reali casinò dove servono le fiche) e poi giocare a black jack, alla roulette o alle slot machine. L'enorme differenza rispetto al gioco d'azzardo reale è l'impossibilità, naturalmente, di guadagnare soldi reali: i premi restano virtuali e interni a GTA Online.

La scelta di Rockstar Games, in ogni caso, fa pensare: era necessario? In un contesto in cui il dibattito sulle loot box è molto acceso (e in Paesi come il Belgio le loot box sono anche state bandite poiché "in violazione delle regole sul gioco d'azzardo"), il meccanismo del casinò di GTA Online rischia di compromettere la posizione dell'industria videoludica mettendola dalla parte del torto. Se già videogiochi ad alto tasso di crimini virtuali, come GTA V, vengono spesso impiegati come capro espiatorio e le loot box avevano ulteriormente aggravato tale situazione, questa specifica inclusione del gioco d'azzardo equivale, secondo noi, ad averla fatta un po' fuori dal vaso.

Il casinò di GTA Online permette di scommettere su vari giochi come roulette e black jack.

Ciò diventa subito evidente dal fatto che in molti Paesi del mondo, gli utenti non possono acquistare fiche e giocare d'azzardo in GTA Online. La lista è lunga e comprende, per esempio, Malta, Portogallo, Grecia, Lussemburgo e Polonia. Una schermata di errore accoglie gli utenti di molti Paesi che tentano di entrare e giocare nel casinò online del gioco di Rockstar Games. Qualcosa di simile era accaduto con il poker di Red Dead Online.

Uno scenario delicato e che, a nostro avviso, andrebbe gestito con maggiore cautela da parte del produttore. GTA V è sconsigliato a un pubblico di minorenni (è PEGI 18 in Europa), ma sappiamo bene che il PEGI non è imposto per legge: è una direzione di massima. Ciò significa che un minorenne può comunque giocarci nonostante la presenza di contenuti violenti. Peccato che il gioco d'azzardo in senso più generale sia, invece, vietato ai minorenni. Come detto, aver implementato (secondo noi in modo poco coscienzioso) il gioco d'azzardo in GTA Online potrebbe aver ripercussioni negative che, forse, Rockstar Games ha sottovalutato.

In diversi Paesi, di cui alcuni europei, il casinò di GTA Online non è accessibile.

A questo punto, ci troviamo di fronte a due strade. La prima: il PEGI diventa obbligatorio per legge; i minorenni non possono giocare a giochi come GTA V o Wolfenstein: Youngblood. Tale situazione svincolerebbe i produttori come Rockstar Games da eventuali problemi: se l'utente minorenne è venuto in contatto con tale gioco, la colpa è del rivenditore o di un genitore "complice" e non accorto. Esattamente come ai minorenni è vietata la somministrazione di alcol: se qualcun altro lo acquista in loro vece, è quella persona che sta circumnavigando la regolamentazione in materia. Naturalmente, sul PEGI obbligatorio subentrerebbero questioni commerciali ambigue: vietare ai minorenni così rigidamente di acquistare un videogioco per adulti implicherebbe togliersi una bella fetta di pubblico. I produttori sono disposti a farlo?

Seconda strada: gli editori e gli sviluppatori di videogiochi iniziano a usare un po' di cervello. Bastava, per esempio, fare in modo che le fiche di GTA Online potessero essere acquistate soltanto con il denaro guadagnato dalle missioni. Il gioco d'azzardo, d'altronde, non è esclusiva di GTA V ed esiste in varie forme (come espediente narrativo o come "minigioco") in altre esperienze virtuali. Come le sfide con i dadi di The Witcher, per intenderci: anche quello è gioco d'azzardo, di fatto, ma in una forma talmente diluita che nessuno ha mai detto niente in proposito. Rockstar Games ha perseguito l'idea di un "mondo criminale" a 360 gradi. Forse un po' troppo pedissequamente.

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Massimiliano Di Marco

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Aspetta la pensione per recuperare la libreria di giochi di Steam. Critica qualsiasi cosa si muova, soprattutto se videoludica, e gode alla vista di Super Mario e Batman.
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