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Operation Flashpoint 2: Dragon Rising

La guerra diventa multipiattaforma.

Operation Flashpoint rientra sicuramente nella schiera dei titoli per cui ci si aspetta la produzione di un sequel di un certo livello. “Era un gioco con tanto potenziale” ha osservato il Senior Game Designer e Lead AI Designer Clive Lindop. “La gente se ne innamorò anche se aveva diversi difetti e svariate cose non funzionavano a dovere. Ma ciò che garantiva e il fatto che fosse un tipo di gioco unico nel suo genere catturò l’utenza senza ombra di dubbio”.

Uscito nell’ormai lontana estate del 2001 in esclusiva PC, questo shooter militare riuscì a vendere oltre un milione di unità. Sulla scia dell’ottimo riscontro nei negozi furono commercializzate anche due espansioni, intitolate Red Hammer e Resistance. Un tale successo provò che a dispetto dell’approccio senza compromessi, i giocatori erano desiderosi di possedere un prodotto con uno scopo specifico, ambizioso e libero da vincoli. Ciò che si è soffermato maggiormente nella memoria degli appassionati è stato il gran numero di momenti al cardiopalma mentre ci si muove in una boscaglia o si è inseguiti tra i campi dai propri nemici, a pochi passi di distanza.

Sette anni dopo Codemasters è pronta a portare sulla scena l’atteso seguito. “C’e’ una ragione per tutto ciò” ha affermato lo stesso Lindop nel momento in cui gli sono stati chiesti i motivi del rinvio, senza tuttavia rilasciare alcuna dichiarazione specifica al riguardo. Alcune incomprensioni tra Bohemian Interactive e il publisher britannico infatti non hanno certamente aiutato, motivo per cui nel 2005 si è deciso di ripartire completamente da zero con il progetto.

Grandi spazi a disposizione, tanti mezzi di trasporto a disposizione per attraversarli.

“Abbiamo ricostruito tutto l’aspetto tecnologico da zero poiché era l’unico modo per portare avanti la promessa originaria” ha continuato Lindop. “Sono serviti una gran quantità di tempo e tanti sforzi per migliorare la tecnologia al punto da poter creare questi profondi paesaggi, queste battaglie enormi, tutti gli effetti, l’impatto visivo e un’esperienza che fosse next-gen nel vero senso della parola”.

Peraltro i fan hardcore che temono una modifica del livello di difficoltà offerto dal gioco per renderlo più accessibile e favorire la fruizione ad un pubblico più vario possono dormire sonni tranquilli. “Esiste una moltitudine di elementi simulativi, ma piuttosto che concentrarci nello specifico sui numeri e gli equipaggiamenti, abbiamo preferito ampliare il tipo di esperienza in modo tale che ci si possa sentire veramente immersi nel gioco, con le pallottole che volano nella vostra direzione”.

A detta degli sviluppatori dobbiamo pertanto aspettarci un prodotto che sia “stilisticamente molto più incentrato sull’aspetto documentaristico” e una cura maniacale riposta nei dettagli, inclusi “i kit che non saranno necessariamente freschi di fabbrica, ma talvolta sporchi di fango, altre volte danneggiati. Vogliamo che proviate sensazioni realistiche, tenendo il pad in mano”.

Speriamo che questo elicottero sia dalla nostra parte… altrimenti potrebbe essere un grosso problema!

Mentre il primo capitolo era ambientato nel 1985, Operation Flashpoint 2 sfrutta un setting contemporaneo in cui tutte le questioni internazionali ruotano attorno al possesso e alla gestione delle fonti petrolifere. “Il gioco è ambientato su un’isola chiamata Skira, all’interno di un arcipelago denominato Scarlett, a nord del Giappone e ad est della Cina. Era sotto il controllo dei cinesi, i giapponesi se ne impossessarono, nel corso della Seconda Guerra Mondiale, ma poi i russi la liberarono e non la restituirono più” ha spiegato Lindop. “Non un luogo caldo dal punto di vista geopolitico fatta eccezione per..,ill più grande giacimento petrolifero dell’oriente situato sotto la sua superficie. È stato scoperto circa dieci anni fa e da allora chiunque ha cercato di impossessarsene. Questa è a grandi linee l’origine della trama”

Come è lecito aspettarsi, Flashpoint 2 mostrerà ambientazioni vaste e impervie, in grado di ospitare battaglie su larga scala. Gli sviluppatori hanno confermato che l’isola si dispiega attraverso 200 Km quadrati, con una distanza di visuale di circa 35 Km. “Gli scenari sono estremamente dettagliati ed è in quest’ambito che molti degli sforzi tecnologici profusi sono stati ripagati. C’è una notevole densità di alberi, edifici e strutture. Non ci sarete soltanto voi in un’ambientazione di tali dimensioni, ma una miriade di cose con cui interagire. Uno dei problemi dell’episodio originale era costituito proprio dai tanti palazzi vuoti e purtroppo si doveva rimanere scoperti in questo territorio aperto ed essere costantemente sotto il fuoco nemico”.

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Davide Spotti

Contributor

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