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Oreshika Tainted Bloodlines, classico ma con stile! - recensione

Una stirpe maledetta.

PS Vita, una console che ormai da troppo tempo non tiene fede al suo nome e che molti danno ormai per defunta. Eppure ogni tanto arriva il gioco che non ti aspetti, che da solo (quasi) giustifica il possesso di un hardware un po' sfortunato.

Il gioco in questione porta un nome quasi impronunciabile e arriva dalla Terra del Sol Levante, più precisamente da Kumamoto City, una piccola cittadina immersa nella terza isola più grande dell'arcipelago giapponese, Kyushu.

Nozioni geografiche a parte, i ragazzi dell'Alfa System - team fondato nel lontano 1988 e divenuto famoso soprattutto nell'era PC Engine/Super Nintendo, ma anche più recentemente con ottimi titoli per PSP - hanno dato fondo a tutto il loro talento per realizzare un GdR tanto bello da vedere quanto divertente da giocare. Entrambi gli obiettivi sembrano essere stati centrati, ma andiamo con ordine.

Il gameplay proposto è, nella sua struttura principale, piuttosto classico. Un gioco di ruolo a turni con elementi tipici della storia, tradizione e mitologia nipponica. La storia che fa da sfondo è quantomai sfaccettata e coinvolge, come spesso accade in questo genere di titoli, alleanze e tradimenti, ma Oreshika Tainted Bloodlines è di più: è la storia di un clan finito sotto le mire di un dispotico consigliere imperiale, pronto a tutto (soprattutto al versamento di sangue innocente) pur di venire in possesso dell'obiettivo delle sue mire.

All'inizio del gioco è possibile scegliere il nome del clan e personalizzarne i componenti. Attraverso i riti di unione si possono ottenere nuovi protagonisti dalle caratteristiche uniche.

Volutamente ho evitato di "spoilerare" elementi importanti della trama, che è uno dei punti di forza del gioco di Alfa System. Una cosa però va rivelata: una maledizione grava sulla testa dei componenti del suddetto clan, una iattura che costringe i membri ad avere una vita alquanto breve (al massimo due anni) e a non poter generare figli con altri esseri umani.

Se alla morte non v'è rimedio, al secondo problema si può ovviare facendo accoppiare le donne del clan con gli Dei dell'Olimpo giapponese. Non ci avevate pensato? Se poi vi dicessimo che tali Dei sono del tutto "particolari", nel senso che molti di essi sono più simili ad animali che a umani, la cosa assumerebbe quasi connotazioni da film hard, vero?

Scherzi a parte, il fulcro del gameplay di Oreshika Tainted Bloodlines gira proprio intorno ai brevissimi cicli vitali dei protagonisti e nella loro progenie capace di sviluppare poteri speciali derivanti dalle parentele altolocate.

Buona parte del gioco si svolge sul campo di battaglia, sul quale i nostri eroi dovranno vedersela contro il malvagione di turno (tale Abe No Seimei) e la sua schiera di demoni antichi, che i più acculturati di voi riconosceranno nel nome di Oni. Prima di scendere in campo però è necessario selezionare l'aspetto dei primi componenti del nostro party e le loro classi di specializzazione.

Queste ultime sono otto: Spadaccino, Alabardiere, Lanciere, Arciere, Demolitore, Fuciliere, Danzatore ed Artista Marziale. Come potete facilmente immaginare, ognuna di queste si differenzia dalle altre per punti di forza e deboli, così come per uno sviluppo ovviamente diverso nel corso del gioco.

Alcune abilità possono essere utilizzate da più membri del party e richiedono tempo per essere caricate. È anche possibile impartire ordini manuali.

La sede del clan funge da quartier generale, nel quale è possibile scegliere il party migliore da mandare in campo, gestire gli inventari, iniziare il Rito di Unione e così via. La città, come da tradizione, è il luogo perfetto per potenziare l'equipaggiamento, vendere gli oggetti trovati nel corso dell'avventura e addirittura svilupparne le strutture per far aprire nuovi negozi ed esercizi.

Ricordate la Monteriggioni di Assassin's Creed II? Simile... potenziate i fabbri e gli armaioli della vostra regione per migliorare la qualità degli oggetti creati, migliorate le condizioni della città e magari qualche mercante venuto da fuori deciderà di stabilirvisi.

Nel corso del gioco è anche possibile visitare luoghi, città e regioni popolate da clan controllati da altri giocatori (o dall'I.A. del gioco). Queste nascondono nuovi dungeon e molto probabilmente oggetti unici e rari, così come nuovi Dei con cui è possibile "accoppiarsi" per generare guerrieri ancora più potenti. È anche possibile reclutare nuovi membri o mercenari e tanto altro. Questo tipo di interazioni rende davvero unico il gioco.

Forse più che in altri GDR simili (ammesso che ce ne siano), i combattimenti in Oreshika Tainted Bloodlines sono molto importanti: uccidere molti demoni significa guadagnare Devozione, utile ad ottenere il favore degli Dei per le future procreazioni. Ciò significa: niente battaglie, niente bambini in grado di proseguire la battaglia del clan.

Ogni entità superiore ha un certo costo in Devozione e ovviamente quelle più potenti (che garantiscono una discendenza più forte e capace) costano di più. Starà a voi scegliere quando far unire un membro del vostro clan e con chi, il periodo migliore è tra gli 11 e i 14 mesi... ricordate che il ciclo di vita è di massimo 24.

Proprio nell'esplorazione dei dungeon e nei combattimenti al loro interno, fondamentali per guadagnare Devozione, risiede forse il difetto più grande del gioco: la ripetitività. Il design dei labirinti e l'altissimo tasso di respawn dei nemici rendono queste fasi di gioco inutilmente lunghe e tediose anche per i fan accaniti del livellamento.

Vista l'originalità di alcuni aspetti del gioco, mi sarei aspettato qualche sorpresa anche nel sistema di combattimento e invece le battaglie avvengono con un classico sistema a turni, che nulla aggiunge a quanto visto in molte decine di JRPG usciti negli ultimi 20 anni. L'unica piccola concessione fatta all'originalità è rappresentata dalla possibilità di scegliere (attraverso un mini gioco iniziale) se attaccare subito il leader nemico, ottenendo così un bottino più grande ma sacrificando l'esperienza che si guadagnerebbe sconfiggendo l'intero party avversario, o tentare la carneficina rischiando però di perdere gli oggetti in questione.

Quasi ogni azione intrapresa sul campo consuma "tempo", che mai come in questa avventura risulta prezioso. Non solo le normali azioni da battaglia ma anche le fasi di esplorazione, di spostamento tra una località e l'altra o di generazione degli eredi consumerà il prezioso gruzzolo di mesi che scandiscono l'avventura e il susseguirsi delle generazioni.

Proprio per questo ogni aspetto del gioco va pianificato e non affrontato in maniera scriteriata senza alcuna programmazione. Ad aiutare il giocatore in questa "difficile" operazione c'è un personaggio che definire prezioso è quasi riduttivo, una donnola dalle delicate fattezze femminili di nome Kochin. In qualsiasi momento è possibile richiamare un menù dedicato a questa impertinente e logorroica assistente: da esso potrete gestire una serie di parametri che vi permetteranno (volendo) di rendere l'esperienza di gioco meno complessa ma anche, vi avverto, un po' meno profonda e appagante.

Il team Alfa System ha sviluppato ottimi GdR per PSP, tra cui i due Phantasy Star Portable numerosi capitoli della serie Tales of.

Che dire invece del comparto tecnico, ma soprattutto grafico di Oreshika Tainted Bloodlines? Lo stile scelto consiste in un cel shading "pittorico", simile a quello visto nel meraviglioso Okami con delle influenze che non possono non ricordare i giochi Vanillaware, da Odin Sphere a Muramasa. In un solo aggettivo: meraviglioso! Altrettanto affascinante il sonoro, che richiama alla mente le melodie e i suoni del Giappone che fu... meglio ancora se ascoltato con una cuffia di buon livello.

Per quelli tra di voi che, infine, si stanno interrogando sulla longevità di questo titolo, sappiate che per completarlo servono in media 40 ore. Gli sviluppatori, addirittura, affermano che per completarlo al 100%, scoprendone anche i più reconditi segreti, ne sono necessarie almeno il doppio... fate voi! Una bacchettata sulle nocche per Sony che ha deciso di NON tradurre i testi del gioco nella nostra lingua, limitando i sottotitoli alle lingue più diffuse in Europa: Inglese, Francese e Tedesco.

Il gioco risulta godibile anche con una conoscenza basilare della lingua di Albione, o delle altre due se preferite, ma la barriera linguistica (abbinata alla discreta quantità di testo presente) potrebbe comunque far perdere alcuni dettagli della trama e dello sviluppo dei personaggi.

Probabilmente prima di oggi non avevate mai sentito parlare di Oreshika Tainted Bloodlines, nessuno ve ne aveva parlato e sui siti le sue tracce erano davvero scarse. Il suo arrivo sul PlayStation Store europeo è stato silenzioso, ma ora lo sapete. Sapete che PS Vita ha finalmente a disposizione un gioco che merita, un gioco che vi consentirà di togliere un po' di polvere dalla vostra console portatile... e il bello è che potrete fare tutto questo spendendo al massimo una ventina di euro.

8 / 10

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Oreshika: Tainted Bloodlines

PlayStation Vita

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Daniele Cucchiarelli

Contributor

Lavora nel giornalismo videoludico da oltre 20 anni. Anche se tutti quelli che lo conoscono gli hanno consigliato di "trovarsi un lavoro serio", resta sempre fedele al suo primo amore.

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