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Pokémon Ranger: Tracce di Luce

Ri-catturateli tutti!

Non tira mai una brutta aria quando si parla dei Pokémon. Migliaia di colori sgargianti, centinaia di personaggi, decine di serie e spin-off che si intrecciano tra di loro. "Catturali tutti" diceva un vecchio slogan, e beh, potremmo dire che i fan l'hanno preso decisamente sul serio!

Al di là della qualità intrinseca delle diverse produzioni, delle idee alla base di un franchise del genere, quello dei Pokémon è un brand commercialmente vincente, anche in Italia, dove ormai schiere di fan di tutte le età, uomini o donne che siano, aspettano con ansia l'arrivo sugli scaffali di questo o quel prodotto marchiato Pikachu & compagnia evocante.

La serie Ranger rappresenta appunto un muoversi parallelo rispetto agli scenari principali, e con Tracce di Luce ci tuffiamo in punta di touch nel suo terzo capitolo. Le aspettative? Chi non può fare a meno dei Pokémon tascabili sa bene che nonostante un amore sconfinato, ha sempre dovuto fare i conti con il problema cronico della ripetitività. In questo caso, qualche piccolo accenno di novità, lo ritroviamo nella trama di gioco.

Praticamente inesistente nei precedenti capitoli, ne apprezziamo qualche spunto proprio nei primi minuti di gameplay, quando dal cielo di Oblivia, una regione pressoché incontaminata, ci arriva una richiesta di aiuto a causa dell'arrivo di alcuni cattivoni (conosciuti come Bricconieri) pronti a sequestrare centinaia di Pokémon!

In alcune missioni è necessario ruotare il DS e metterlo in posizione verticale.

Ecco allora che seguendo le direttive del dott. Frenesio abbiamo il compito di salvare i nostri amici tascabili dalle grinfie di questa organizzazione con scopi non meglio identificati.

Lo sforzo per dare qualche picco di varietà in più a un gameplay altrimenti ancorato alla semplice cattura dei diversi Pokémon, si nota fin dai primi istanti di gioco. In una manciata di minuti si passa da un combattimento aereo, a uno nelle profondità del mare, col DS che cambia posizione da orizzontale a verticale, proprio per coinvolgerci totalmente in ciò che sta accadendo.

Nelle vesti di un Ranger siamo catapultati all'improvviso sulla spiaggia di Oblivia, col Navigavoce (strumento indispensabile per capire dove siamo e cosa fare nello specifico) in preda all'umidità e di conseguenza non così perfettamente funzionante. È qui che parte l'avventura vera e propria, ed è da questo momento che comincia a riaffiorare il problema della famigerata ripetitività...

Come al solito lo Styler è lo strumento inseparabile che ci accompagna nello nostre missioni. Per i neofiti della saga, ricordiamo che si tratta di un apparecchio di cattura col quale domare i Pokémon più selvaggi. Per utilizzarlo basta semplicemente fare dei cerchi con il pennino del DS intorno alla creatura. Sembra facile, soprattutto con le creature più deboli, ma ben presto ci si accorge di quanto il livello di sfida si alzi, nel momento in cui i nemici cominciano a reagire.

Movimenti più veloci, uso di poteri più o meno devastanti, le nostre potenziali prede hanno tutto il necessario per portarci nei pressi di un game over spesso inevitabile. La via d'uscita dai continui restart è prendere alla lettera quel motto a cui ho accennato in fase d'intro e che accompagna la serie da anni. Fare scorta di Pokémon dalle caratteristiche più disparate è fondamentale per venire a capo di situazioni di pericolo imminente.

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Lucio Bernesi

Contributor

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