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Resident Evil Village: Maiden Visual Demo - prova

'Ho intenzione di fuggire stanotte e pregherò perché anche tu sopravviva.'

Gli appassionati del franchise di Resident Evil o, più in generale, chi segue da vicino il mondo dei videogiochi, ricorderanno sicuramente con un certo affetto l'edizione del 2016 dell'E3. La più grande convention di videogiochi al mondo, in quell'anno, è riuscita a stupire i milioni di spettatori collegati da ogni angolo del mondo con una serie di panel scoppiettanti che hanno sancito l'esordio di alcuni dei più grandi successi del recente passato come il nuovo God of War, Death Stranding, Sea of Thieves, la Crash Bandicoot N.Sane Trilogy e, appunto, il settimo capitolo canonico di Resident Evil.

Quest'ultimo, in particolare, è stato presentato al pubblico con un trailer da brividi, una clip confezionata con tale maestria da mantenere col fiato sospeso tutta l'audience del Los Angeles Convention Center, affascinata dalla lugubre bellezza delle immagini che si susseguivano a schermo. Sulle note dell'inquietante quanto indimenticabile 'Go Tell Aunt Rhody' di Michael Levine e Jordan Reyne, lo sviluppatore giapponese iniziava a dipanare il mistero di casa Baker, immergendo lentamente i propri fan nelle tetre atmosfere di Resident Evil 7, l'incarnazione più coraggiosa e rivoluzionaria della serie da qualche anno a questa parte.

Poi, proprio quando il brano raggiungeva il suo apice e la tensione cominciava ad essere palpabile in sala, il trailer si concludeva improvvisamente mentre il VII arancione sullo schermo diventava parte del titolo 'Resident Evil'. Il pubblico gioiva ma nessuno riusciva davvero ad assimilare l'idea che uno dei brand più famosi del mondo videoludico avesse subito una trasformazione di tale portata: lo scontro con le creature mostruose dei capitoli precedenti ha lasciato il posto ad una storia più intima e più macabra, ad un orrore asfissiante da affrontare con un'inedita prospettiva in prima persona.

La Visual Demo 'Maiden' ci permette di dare uno sguardo alle splendide ambientazioni di Resident Evil: Village.

Capcom, comunque, era fermamente convinta della bontà del progetto, al punto da pubblicare quella sera stessa una demo chiamata 'Beginning Hour' che aveva il preciso obiettivo di permettere ai giocatori di familiarizzare con l'ambientazione di Resident Evil 7, con le sue meccaniche di gameplay e, ovviamente, con la nuova impostazione della telecamera.

Questa esperienza, dalla durata di circa 15 minuti, seguiva le gesta di una piccola troupe televisiva di investigatori del paranormale, inviata ad indagare su alcuni strani fenomeni che, a quanto pare, avevano luogo nella magione dei Baker, situata nelle profondità del Bayou, in Louisiana. Si trattava, in sostanza, di un frammento di storia completamente slegato dall'intreccio narrativo del gioco principale ma che permetteva di saggiarne le tematiche predominanti in modo da avere un'idea di ciò che sarebbe arrivato di lì a poco.

Quasi 5 anni dopo, durante la celebrazione del 2021 del Resident Evil Showcase, Capcom l'ha fatto di nuovo. La trasmissione in streaming ha parzialmente diradato la fitta coltre di mistero che aleggiava attorno a Village, l'ottavo capitolo canonico della serie, precedendo di pochi minuti il lancio di una 'Visual Demo' dedicata al titolo, sulla falsariga di quanto visto in Beginning Hour, in esclusiva per PS5.

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La demo, stavolta denominata 'Maiden', ci mette nei panni di una non meglio identificata ragazza, intrappolata nell'ormai celebre castello gotico che fa da sfondo alle vicende di Village. L'obiettivo è chiaro: dobbiamo sfuggire dalle grinfie dell'oscuro culto che popola i corridoi della struttura e tentare di portare a casa la pelle. Non abbiamo armi e non abbiamo alleati ma sappiamo bene di non poter perdere nemmeno un secondo.

L'impostazione è quella in prima persona già vista in Resident Evil 7 che, anche in questo caso, incrementa il senso di immersione del giocatore in un orrore imperscrutabile che sembra celarsi dietro ogni angolo in attesa di un nostro passo falso.

Diamo un rapido sguardo alla cella e scopriamo una lettera, nascosta in una crepa del muro, che ci informa che non siamo soli nel castello, che qualcun altro ha già tentato la fuga prima di noi senza successo ma anche che i nostri carcerieri sono molto pericolosi e dobbiamo evitare a tutti i costi di destare la loro attenzione. Iniziamo, dunque, ad aggirarci negli angusti anfratti delle segrete, completamente immersi nel buio aiutandoci solo con la fioca luce della torcia in nostro possesso. Ben presto ci rendiamo conto che i cancelli sono tutti sigillati da spesse catene e che le celle che ci circondano ospitano i cadaveri martoriati di altri prigionieri meno fortunati di noi.

Mentre esploriamo i dintorni, intuiamo che qualcosa sta tentando di raggiungerci sfondando una porta barricata ed accompagnando ad ogni colpo un ringhio feroce ed agghiacciante. È chiaro che abbiamo i minuti contati. Recuperiamo una tronchese e tagliamo velocemente le catene per riemergere dalle profondità della prigione e, dopo aver percorso qualche rampa di scale ci troviamo nell'androne del castello, la stessa ambientazione che abbiamo visto più volte nei trailer del gioco.

Le segrete del cancello Dimitrescu sono un luogo tetro in cui aleggia la tragedia vissuta dai suoi prigionieri.

Le pareti sono adornate con sfarzosi motivi in oro, le colonne sono decorate con splendide sculture in marmo, i pavimenti e le ringhiere sembrano realizzati in legno pregiato mentre dal soffitto pende un elegante e luminoso lampadario. In tutto questo il RE Engine fa un grande lavoro. Sebbene Resident Evil Village sia un progetto dalla natura cross-gen, l'eccellente motore grafico proprietario di Capcom riesce a sorreggere efficacemente un setting fastoso, regale e ricco di dettagli che contribuisce a costruire un'atmosfera realistica quanto assolutamente inquietante.

Mentre ci muoviamo circospetti tra gli ambienti del maniero iniziamo a intravedere delle figure che si muovono nell'ombra e che sembrano osservare tutte le nostre mosse. Potremmo giurare che qualcuna di esse stia ridendo alle nostre spalle. Non possiamo perdere tempo e non abbiamo modo di difenderci: dobbiamo filarcela. Risolviamo rapidamente un paio di tradizionali enigmi ambientali (i classici oggetti da raccogliere e inserire nelle porte per avere accesso a nuove porzioni dello scenario) e raccogliamo alcune note che chiariscono la storia del luogo. Il castello appartiene da generazioni alla famiglia Dimitrescu, un'antica dinastia nobiliare di produttori di vino che sembra affondare le proprie radici nel quindicesimo secolo.

Una volta ottenuta la chiave d'accesso al cortile, la nostra via di fuga sembra chiara ma proprio mentre ci avviciniamo al portone di uscita veniamo aggrediti da una delle cultiste assetate di sangue che abbiamo conosciuto nel trailer. 'Ho fame, non riesco ad aspettare fino a cena', sussurra mentre si materializza in un disgustoso sciame di insetti. Sulle prime rimaniamo attoniti a guardarla ma lei si avventa furiosamente su di noi procurandoci una ferita profonda che non abbiamo modo di curare. È tempo di correre. Con uno scatto disperato cerchiamo di guadagnare distanza dalla creatura che ci insegue sghignazzando e, finalmente, riusciamo a raggiungere la via di uscita. Inseriamo la chiave nella serratura, apriamo la porta ed è lì che la vediamo per la prima volta.

Sebbene Resident Evil: Village sia un titolo dalla natura cross-gen, il RE Engine svolge un ottimo lavoro nella costruzione degli scenari.

Lady Dimitrescu, la mastodontica nobildonna vestita in bianco che ha catalizzato l'attenzione dei giocatori negli scorsi giorni ci afferra per il collo sorridendo e ci solleva dal suolo. La sua mano destra rivela lunghissimi artigli che ricordano da vicino quelli dei Tyrant dei primi episodi: la nostra fine è segnata. Si conclude così la Visual Demo 'Maiden' di Resident Evil Village che, sebbene non ci abbia dato modo di provare le meccaniche di gameplay che troveremo nel prodotto finito, ha confermato l'incredibile cura che gli sviluppatori hanno profuso nella creazione di un setting credibile, angosciante e sensibilmente differente da quanto visto nel precedente episodio.

Tecnicamente, siamo di fronte ad un prodotto di buona fattura, mosso da un engine che non smette di stupire e, soprattutto, graziato da un comparto sonoro di assoluto pregio che enfatizza in modo efficace ogni movimento negli ambienti sinistri immaginati dal reparto artistico di Capcom.

Insomma, se prima eravamo in trepidante attesa di Resident Evil: Village, questa Visual Demo non ha fatto altro che gettare ulteriore benzina sul fuoco. Ne vedremo delle belle.