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Review bombing: cos'è e perché funziona - articolo

Alla luce del caso Metro Redux, facciamo luce su una forma di protesta sempre più diffusa.

Metro 2033 Redux e Metro Last Light Redux sono solo le ultime vittime di un fenomeno che negli ultimi anni si è ripresentato numerose volte: il review bombing.

Il review bombing è un fenomeno in cui grandi gruppi di persone si coordinano e lasciano recensioni negative nel tentativo di convincere le software house a rivedere la propria posizione in merito ad argomenti tra i più disparati.

Possono essere community che chiedono di far localizzare il gioco nella propria lingua (community cinese vs. Football Manager nel 2016 e NieR: Automata nel 2017), proteste contro l'introduzione di mod a pagamento nel workshop di Steam (Skyrim nel 2015 e di nuovo nel 2017), lamentele sul rapporto qualità/prezzo dei DLC usciti nell'ultimo anno (Paradox Interactive, 2016) o, ancora più semplicemente, perché il finale del gioco non è stato gradito (Mass Effect 3, 2012)

Cos'hanno in comune queste rappresaglie? Il fatto che le lamentele siano relative al prodotto che viene preso di mira, direttamente o indirettamente. Qualsiasi cosa non piaccia del prodotto, il modo in cui si sceglie di esprimere il proprio dissenso è recensirlo negativamente.

Non è questo però il caso per Metro 2033 e Metro Last Light: la scelta che ora sta venendo contestata non ha nulla a che vedere con i due giochi presi di mira. Leggendo le recensioni è chiaro che chi sta mettendo in atto questa protesta abbia molto a cuore i prodotti in questione, arrivando anche al punto di scrivere apertamente "Sono dei giochi ottimi, io li amo".

La colpa di questi due giochi, se così vogliamo dire, è quella di essere dei prodotti di Deep Silver, che per chi non lo sapesse ha recentemente annunciato che il nuovo capitolo della serie Metro, ovvero Exodus, sarà disponibile in anteprima sull'Epic Games Store e sarà pubblicato su Steam solo a febbraio 2020.

È giusto che vengano presi di mira Metro 2033 e Metro Last Light per le colpe di Metro Exodus?

La situazione di Metro 2033 Redux.
La situazione di Metro: Last Light Redux.

Come si può vedere anche dalle immagini qui sopra, Steam non è indifferente al problema delle review bombing, e nel corso degli anni ha implementato una serie di feature con lo scopo di limitare i danni di queste pratiche.

Non solo c'è un grosso avviso che informa il potenziale compratore che sono presenti numerose recensioni negative pervenute in un lasso di tempo limitato, ma rinforzano il messaggio con gli istogrammi sottostanti e con la suddivisione tra recensioni recenti e globali, che aiutano il cliente a fare distinzione tra il trend del momento (recensioni recenti) e lo storico del prodotto (quelle globali).

Perché queste contromisure? Che effetti ha il review bombing su un prodotto?

I numeri presi da fonti come SteamSpy indicano che a queste sessioni di bombing non corrispondono cali nel numero di copie vendute. Anzi, paradossalmente possono derivare aumenti nelle vendite dovuti alla maggiore visibilità del prodotto. La ragione è il cosiddetto 'Effetto Streisand', espressione che si riferisce alla celebre cantante che citò in giudizio il fotografo Kenneth Adelman, con l'obiettivo di far rimuovere una fotografia aerea della villa dell'artista dalla collezione pubblicamente disponibile di 12.000 fotografie della costa della California, che Adelman aveva fotografato per documentare l'erosione costiera.

Prima che Streisand depositasse la sua causa, "Image 3850" era stata scaricata dal sito web di Adelman solo per sei volte (e due di questi download erano degli avvocati della Streisand. Nel mese successivo alla causa legale, però, oltre 420.000 persone visitarono il sito visualizzando l'immagine.

Il finale di Mass Effect 3 è stato cambiato radicalmente attraverso una patch.

Si può quindi dire che, limitandosi a osservarne gli effetti nel breve termine, il review bombing non sembrerebbe in grado di danneggiare significativamente un prodotto, almeno non abbastanza da far cambiare immancabilmente idea ai propri gestori. Eppure, tornando agli esempi menzionati in precedenza, in tutti casi, senza alcuna eccezione, i giocatori hanno ottenuto quello che volevano.

Football Manager e NieR: Automata sono ora disponibili anche in cinese. Skyrim non ha mai venduto mod attraverso il workshop di Steam. Mass Effect 3 ha ricevuto un finale riveduto ex novo. Paradox infine ha rivisto la propria politica sui contenuti e il prezzo dei propri DLC.

Come mai la storia è piena di esempi di review bombing ai quali è seguito un netto dietrofront delle case produttrici?

Non è questo il modo in cui dovrebbero essere utilizzate le recensioni di Steam o di Metacritic, su questo non ci piove. Ma forse è proprio questo il punto: non sono recensioni. Sono cortei virtuali, sono striscioni esposti nelle piazze, sono un grido d'aiuto, sono una richiesta di attenzioni dopo che i tentativi più civili di farsi ascoltare non hanno funzionato.

Il review bombing non viene messe in atto per parlare della qualità del gioco, e raramente vengono pubblicate al suo interno informazioni utili all'acquisto o analisi del prodotto, tutte caratteristiche che si possono trovare in una recensione classica.

Una community non si sveglia all'improvviso con la volontà di mettere in atto una campagna di recensioni negative. Solitamente la community ha già espresso il proprio disappunto in altri canali, vuoi sul forum ufficiale del gioco, vuoi attraverso le discussioni su Reddit, piattaforma che viene sempre più spesso frequentata direttamente dagli studi di sviluppo.

L'inizio della rivolta contro i mod a pagamento di Skyrim.

È solo di fronte all'incapacità di ammettere l'esistenza di un problema, o semplicemente della mancanza di una soluzione, che la community esprime questo suo bisogno di venire ascoltata nell'unico modo in cui pensa di poter realmente influenzare lo studio di sviluppo.

I membri di queste community stanno soddisfando il loro bisogno primario di essere ascoltati, e lo fanno cercando di ottenere più visibilità possibile, soprattutto da parte dei media. Pensate alle ultime review bombing di cui siete venuti a conoscenza: le avete scoperte visitando direttamente la pagina Steam o Metacritic del gioco, oppure avete letto una notizia in merito su qualche sito d'informazione?

E quando queste grida trovano chi le vuole ascoltare, ecco che iniziano ad arrivare le vittorie per i consumatori. Pensate alla débâcle di Battlefront II e alla revisione del ruolo delle loot boxe all'interno del gioco, o al cambio di rotta provvidenziale sui contenuti dei propri DLC che ha riportato Paradox ad avere il pieno supporto della propria player base.

Queste pratiche, inclusa quella del review bombing, sono efficaci perché vanno a toccare uno dei pochi prodotti che non possono venire comprati: la reputazione. Abbiamo visto come maree di recensioni negative non intacchino tanto il portafoglio delle aziende in questione, ma puntino dritte al cuore del problema: demoliscono il branding, colpiscono il modo in cui potenziali clienti vedono il prodotto e, ancora peggio, chi lo ha sviluppato o pubblicato. Mettono in pericolo la possibilità che le persone esposte alle recensioni, e a tutti i contenuti che ne parlano, acquistino i futuri prodotti della stessa compagnia.

È per questo motivo che la storia è costellata di successi dei Davide e di dietrofront dei Golia. Questa moderna disobbedienza civile serve uno scopo ben preciso, che è quello di riaffermare il potere ultimo del giocatore, che è quello di scegliere se acquistare o meno un prodotto.

E osservando il problema da questo punto di vista, mi sento di soprassedere sul fatto che Metro 2033 e Last Light non meritino le recensioni che stanno ricevendo, forte anche della fiducia che nutro verso chi leggerà questi giudizi e saprà andare oltre il voto negativo, prendendo questo gesto per ciò che è. Ovvero l'amore di una community verso un prodotto che ama e che vuole vedere rispettato.

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Metro Exodus

PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X/S, PC

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Metro: Last Light

PS3, Xbox 360, PC, Mac

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A proposito dell'autore

Stefano Cozzi

Contributor

Veterano di publishing e community management con oltre 12 anni di esperienza all’estero in Activision Blizzard e Riot Games, dov'è stato il punto di contatto tra aziende e giocatori europei.
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