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Rise of the Argonauts

Mitologicamente controverso.

Il sistema di combattimento e l’acquisizione delle abilità, a differenza di altri giochi, non è vincolato all’accumulo di punti esperienza ma al compimento di missioni. Portando a termine un incarico, apparirà nel vostro diario l’impresa appena compiuta. Dedicando una di queste imprese a un dio a scelta tra Ermes, Ares, Athena e Apollo, avrete accesso a determinati bonus e poteri one shot (utilizzabili una volta richiamati via pad digitale).

Tutto insomma, ruota attorno al rapporto con le divinità, diverse logicamente per background e “offerta” a livello di skill, a seconda del Giasone che deciderete di impersonare. Idolatrare Ares significherà godere di diversi tipi di attacco “maggiorati” e di tanti benefit utilizzando la mazza. Venerare Apollo aumenterà le soluzioni difensive e così via, fino a trovare il giusto mix tra i vostri gusti e le esigenze del momento. Ad aumentare il feeling con gli abitanti dell’Olimpo poi, e qui si torna all’interazione con i personaggi, ci sono proprio gli esaltanti dialoghi. Tanti, tantissimi i personaggi con cui potrete interagire, potendo sempre scegliere tra diversi approcci in grado di incrementare ulteriormente il favore divino. Un esempio? Reagite ad una provocazione con un’offesa e guadagnerete punti con Ares. Tentate la via della furbizia ed Ermes sarà il dio soddisfatto nell’occasione.

Il sistema di abilità riprende quello di altri titoli del genere, fatta eccezione per l'opportunità di dedicare le proprie gesta ad una divinità.

Nel corso dell’avventura poi (distribuita su tre isole differenti, alla ricerca del vello d’oro, un artefatto indispensabile per riportare alla vita la bella Alceme, moglie del protagonista), non mancheranno anche veri e propri duelli verbali, con loquaci interlocutori per carpire preziose informazioni. In questo senso quindi, durante i numerosi spostamenti della Argo (la nave/base in cui potrete cambiarvi d’equipaggiamento e interloquire con i vari argonauti reclutati durante il viaggio, scegliendo di volta in volta chi portarsi dietro), sarà importante ascoltare i racconti di questo o quell’individuo (o dell’imprescindibile satiro Pan, sempre con me) per poi utilizzare cotanta sapienza per trarne vantaggio. La cosa eccezionale, come dicevo, è che per un patito della mitologia si tratterà di vera e propria musica per le orecchie.

Si sono sbagliati in tanti dunque, riguardo la nuova creatura Codemasters? Dipende. Dall’approccio che si vuole avere, per l’appunto. Certo è che tecnicamente il titolo mostra diverse lacune, rintracciabili soprattutto in un framerate ballerino nelle sezioni di combattimento con tanto “traffico” e modelli poligonali di qualità altalenante (alcuni terribilmente ben fatti, altri a livello PSX). Il punto è che per andare dal punto A al punto B, non esisteranno mai scorciatoie e non esistendo un’opzione “fast travel” sarete costretti a sorbirvi tediose passeggiate in aree anche parecchio grandi e dispersive, con la mappa nell’inventario e non su schermo e relativo pausa/check per raggiungere la meta desiderata.

Tirando le somme quindi, cosa abbiamo? Guardando a un hack’n’slash, poca roba. Diverse combo pittoresche, combattimenti generalmente scorrevoli ma tutti uguali e un Unreal Engine ben poco performante che da fastidio. Approcciando il titolo dal punto di vista del confezionamento e vivendolo come una sorta di Mass Effect dell’antica Grecia, con una parte action importante e appena discreta a supporto, il discorso cambia. Da questo punto di vista Rise of the Argonauts, per alcuni, potrebbe addirittura essere ritenuto un vero e proprio capolavoro (e probabilmente lo è). La verità come sempre sta nel mezzo e il voto qui sotto, a seconda della via che deciderete di percorrere, va aumentato o diminuito di un punto (o anche qualcosina di più). Del resto, come il buon Giasone insegna, il destino di ognuno dipende proprio dalle scelte che si fanno di volta in volta.

6 / 10