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Sand is the Soul - prova

Bloodborne diventa 2D.

Varsavia - Tra i vari progetti presentati dal publisher indipendente Fatdog, Sand is the Soul è sicuramente quello che maggiormente ha attirato la nostra attenzione. Questo nonostante il progetto di MGP, uno studio di sviluppo composto da un'unica persona, presenti ancora qualche limite nell'ottimizzazione e nella pulizia generale dell'esperienza. Ma andiamo con ordine.

Sand is the Soul è un gioco di ruolo di stampo action con diversi elementi che ormai potremmo definire Souls-like. Nei panni di un diplomatico vestito con uno spolverino e che assume pose in stile Jotaro Kujo de Le Bizzarre Avventure di JoJo, dovremo scoprire una regione misteriosa e affascinante chiamata la Frontiera.

Sospesa a metà strada tra le atmosfere di Blade Runner e quelle dei vari Souls, la Frontiera è una terra molto particolare, che alterna paesaggi desertici e quasi western con metropoli moderne. Non a caso sarà possibile muoversi da una zona all'altra della mappa utilizzando la metropolitana. L'unicità di Sand is the Soul non è data solo dall'atipicità del setting, ma anche dal peso che le nostre decisioni avranno sulla storia.

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Lungo il periglioso cammino del protagonista, infatti, non incontreremo semplicemente avversari da battere o personaggi che ci concederanno qualche piccolo brandello della storia. Ogni figura avrà un ruolo specifico all'interno dello scacchiere di gioco e reagirà in maniera coerente con quelle che sono le nostre azioni. In Sand is the Soul, infatti, sarà possibile raggiungere finali profondamente differenti in base a quello che avremo fatto durante la partita. Si potrà scegliere se appoggiare una fazione al posto della successi, se diventare il dittatore della Frontiera o se puntare ad inimicarsi tutti. Tra i 23 finali a disposizione c'è persino quello raggiungibile senza mai aver combattuto per tutta l'avventura.

Una libertà impensabile per i Souls ma anche per molti giochi di ruolo più tradizionali. Un risultato che stupisce ancora di più pensando che questa complessità è il frutto del lavoro di una sola persona, che si è occupata sia dello sviluppo che dell'ideazione della lore. A differenza dei giochi di From Software, in Sand is the Soul la storia sembra essere narrata in maniera un po' meno criptica, grazie anche alla presenza di molti personaggi con i quali interagire. In questo modo dovrebbe essere quindi un po' più semplice capire l'evoluzione della trama il background che sorregge le vicende.

Nonostante questo non sarà semplice capire "se si sta facendo bene o male", anche perché questo concetto non esiste in un mondo corrotto, nel quale il karma e la sanità mentale modificheranno sia il modo nel quale gli altri reagiranno a noi, ma anche come noi vedremo gli altri. Ogni volta che moriremo, infatti, avremo bisogno di un certo quantitativo di Sabbia per tornare indietro. Questa Sabbia, però, può diventare come una sorta di droga, dalla quale sarà difficile disintossicarsi. Un elemento questo che aprirà altre meccaniche originali all'interno di Sand is the Soul.

L'utilizzo delle luci dona a tutto Sand is the Soul un fascino crepuscolare davvero unico.

Se il mondo di gioco sarà il motivo per il quale resterete nella Frontiera, saranno i valori artistici di Sand is the Soul a farvi avvicinare alla produzione di Fatdog. Il gioco, infatti, solo apparentemente ha uno stile retrò, che richiama le ultime mode della pixel art. In realtà l'utilizzo delle luci e dei colori o alcune scelte stilistiche come i riflessi nell'acqua o i cartelloni pubblicitari in stile Blade Runner, elevano questa opera dalla massa, soprattutto quando le immagini coincidono con la colonna sonora. In questi frangenti, infatti, Sand is the Soul stupisce per la qualità della messa in scena, rovinata solo da alcune transizioni sonore e grafiche non altrettanto raffinate.

Il gameplay al momento non sembra risplendere di luce propria. Sarà per via dei comandi un po' legnosi, sarà che l'avere più livelli di parallasse, come in Final Fight tanto per intenderci, imbastardisce un po' la precisione dei combattimenti vista in un Souls-like come Salt&Sanctuary, o semplicemente il fatto che avremmo voluto avere più tempo per familiarizzare col gioco, ma non abbiamo trovato un feeling immediato con quest'opera.

Il protagonista, infatti, oltre a due tipologie differenti di fendenti può utilizzare un'arma da fuoco ma anche eseguire evoluzioni più complesse, come il contrattacco o la schivata. Imparare a padroneggiare il sistema di combattimento non è semplice, per via di una lentezza di fondo del diplomatico, ma anche per il fatto che la sua resistenza è davvero limitata. Concedendoci davvero poche possibilità di errore. A questo dobbiamo aggiungere la classica ostilità dei Souls nei confronti dei nuovi giocatori, testimoniata dall'assenza di un tutorial strutturato che introduca le varie meccaniche.

Le pose del protagonista sembrano quelle di Jotaro Kujo, ma, secondo l'autore, la somiglianza è solo casuale.

Il fascino di Sand is the Soul è comunque tale da spingerci ad andare avanti per scoprire le diverse storie che s'intrecciano nella città di CrossHill e per capire cosa spinga il protagonista a compiere il suo pericoloso viaggio. Inoltre alcune meccaniche piuttosto interessanti come la sanità mentale o il sistema a bivi, rendono l'esperienza davvero affascinante, con colpi di scena ed eventi piuttosto "malati" che possono accadere in base a come state giocando. Anche la colonna sonora è estremamente affascinante e graffia con chitarre piuttosto rumorose il già decadente paesaggio della Frontiera.

Nel caso in cui vogliate provar in prima persona gioco pubblicato da Fatdog, sappiate che Sand is the Soul sarà disponibile su Steam in modalità early access dal prossimo 11 maggio, ma arriverà anche su console. Che siate amanti dei giochi di From Software o semplicemente delle opere originali e un po' malate, Sand is the Soul potrebbe essere un prodotto da tenere in considerazione, nella speranza che i prossimi mesi siano sfruttati per ottimizzare l'esperienza e renderla il più godibile possibile.

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Luca Forte

Contributor

Luca si divide tra la gestione del ruspante VG247.it e l'infestare Eurogamer con i suoi giudizi sui giochi sportivi, Civilization, Fire Emblem, Persona e Football Manager. Inviato d'assalto, si diverte a rovinare le anteprime video dei concorrenti di tutto il mondo in modo da fare sembrare le sue più belle.
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