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Scram Kitty and his Buddy on Rails, alla ricerca del gatto rapito - review

Una durissima sfida contro un'armata di... topi?

Infarcito (almeno teoricamente) come sarà da piccoli, grandi indie e qualche esclusiva di prim'ordine, il prossimo futuro di Wii U potrebbe portare alla rinascita di una console partorita e rinnegata nel giro di un anno, e che oggi si ritrova a fare i conti con un mercato sensibilmente diverso da quello che si proponeva di rivoluzionare.

Sul sentiero della resurrezione, insieme all'acclamato Mario Kart 8, potremmo trovare anche Scram Kitty and His Buddy on Rails, dello studio indipendente Dakko Dakko. Un titolo che, sempre a proposito di strade, segue la scia delle produzioni con un maggiore tasso di difficoltà rispetto alla media e propone un'autentica sfida al giocatore.

Come? Anzitutto con un sistema di controllo che, pur con la curva di apprendimento ridotta di un prodotto nativo digitale, si presenta innaturale e ostico. Se ci pensate, è un po' la stessa strada seguita da Demon's e Dark Souls: il gioco in sé è una bella bestia da dominare, su questo non ci piove, ma provate a immaginarlo con i comandi e le animazioni di un comune action-adventure... tutta un'altra storia.

Lo suggerisce il suo nome, d'altra parte: Scram Kitty and His Buddy on Rails prevede movimenti su binari, in ambientazioni bidimensionali non troppo estese, che offrono la possibilità di saltare da una piattaforma all'altra. Specie nelle frequenti sfide a tempo, si sente spesso il bisogno di effettuare questi salti per individuare la via più breve, ma si finisce puntualmente per essere dissuasi dai meccanismi del gioco che premiano chi sa sfruttare tali binari restando al loro interno.

Scenari così affollati non sono una rarità, specie dopo il raggiungimento del numero di monetine necessarie per lo “sblocco” dei boss fight.

In soldoni, capirete ben presto che per raggiungere il punto B è meglio evitare apparenti scorciatoie e seguire la strada che parte dal punto A come se foste in coda a un casello autostradale. Innaturale, ve l'avevo detto...

"Una variante del gameplay consiste in sfide a tempo per il salvataggio di uno dei gattini rapiti"

Ma dicevamo di "frequenti sfide a tempo", ed è proprio vero: sono frequenti. Le varianti offerte dal gameplay studiato in casa Dakko Dakko sono sostanzialmente due. La prima prevede, appunto, delle sfide a tempo per il salvataggio di uno dei tanti, innocui gattini rapiti dai feroci topi che la fanno da padrone nell'universo parallelo del gioco.

Salvandone uno si avvierà una catena che richiederà di rispettare un tempo limite serratissimo e persino di imparare le mappe come fossero i tracciati di un racing, nel tentativo di non far azzerare il cronometro e doversi cimentare in un tedioso backtracking.

In queste occasioni può tornare utile l'acceleratore, da alimentare cibandosi dei topini disseminati lungo i binari. Questi riempiono anche l'immancabile barra dell'energia: meno corposa sarà quest'ultima, maggiori saranno le difficoltà riscontrate nel saltare da una piattaforma all'altra (anzi, spesso e volentieri bisognerà rinunciare a questo proposito e trovare modi alternativi per raggiungere il proprio obiettivo...).

In genere è preferibile isolare i nemici piuttosto che affrontarli in blocco, ma per casi come questi l'arsenale a disposizione è sufficiente per uscirne vivi.

La seconda variante è invece quella che preferisco, forse a lungo andare più complicata ma soddisfacente nel breve termine: i combattimenti con i boss. Queste piccole battaglie avvengono senza interruzioni rispetto al gameplay classico e si sbloccano con la raccolta delle tante monetine sparse per i livelli a mo' di Pac-Man.

"I combattimenti con i boss avvengono senza interruzioni nel gameplay"

Anche grazie ad essi è possibile salvare dei gattini, necessari in quantità crescente per lo sblocco dei livelli successivi, ed è sempre per merito loro che la giocabilità si avvicina a quella di altri titoli con visuale isometrica. Ancora, è in questa porzione troppo limitata di gameplay che bisogna girovagare per le ambientazioni a caccia di stanze segrete, nascoste nei meandri poco remoti delle mappe.

Una delle caratteristiche preponderanti di Scram Kitty and His Buddy on Rails è il comparto grafico. Diciamocela tutta, questo non è certo il tipo di gioco che salta all'occhio per la sua bellezza e, al giorno d'oggi, pure dagli indie ci si aspetta che sappiano impressionare da questo punto di vista.

Dakko Dakko si è chiamata fuori dalla disfida all'ultimo pixel, optando per un aspetto a metà tra la pixel art e il cartoonesco. Una miscela, questa, che ben si presta alla trama che fa (sfortunatamente) solo da lontano sfondo alle vicende giocate.

Il colore dei fondali è uno dei pochi ingredienti capaci di far distinguere un livello dall'altro.

Mentre non eccelle sullo schermo del televisore, tale scelta si rivela particolarmente riuscita per visibilità e impatto retro (sembra spesso di essere tornati negli anni '90!) sul GamePad del Wii U. Non vi nascondo che il gioco off-screen è la soluzione che più ho preferito e usato per la mia analisi, ed è decisamente quella che consiglio anche a voi.

Tenendo in considerazione anche la natura di trial and error del titolo, il rapporto tra longevità e prezzo è più che positivo: Scram Kitty and His Buddy on Rails costa appena €8,99 e, pur non brillando per modalità o numero di livelli, può puntare ad occupare diverse delle vostre serate grazie al tasso di difficoltà, proibitivo in più di una situazione.

Se vi lasciate scoraggiare facilmente, e avete palati meno contorti e masochisti, non è dunque questo il gioco che fa per voi. Pensateci, invece, se siete parte della schiera sempre più ossuta dei "completisti".

7 / 10

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Paolo Sirio

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Boxaro ma non troppo, sonaro a tratti con un occhio di riguardo per Nintendo, comprende ben presto che il mestiere del giornalista, filtrato per la passione dei videogiochi, ha tutto un altro sapore.

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