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Severance Recensione: all'inseguimento del dipendente perfetto

Arriva su Apple TV+ un intrigante thriller ambientato in una fantascientifica multinazionale.

Come ci vorrebbe l'azienda per la quale lavoriamo? Ci vorrebbe attenti e solleciti nello svolgimento dei nostri compiti, rilassati da un ambiente amichevole, sereni e privi di pensieri che ci distraggano dai nostri incarichi. Il lavoro e tutto il resto fuori.

Nessun pensiero riguardo problemi esistenziali, sentimentali o economici, sull'andamento della casa o la cura dei figli. Quando si è al lavoro, la testa deve essere lì. Tanto lì, che la misteriosa azienda Lumon Industries, durante i colloqui d'assunzione, propone l'inserimento volontario di un chip nel cervello, che si attiverà solo all'ingresso in ufficio e si disattiverà all'uscita, che farà sì che al lavoro non ci si ricordi nulla della propria vita privata, mentre quando si è a riposo non si avrà idea di cosa sia successo durante la giornata lavorativa.

Il processo istantaneo di scissione (Severance) provocherà qualche problemino iniziale di adattamento, ma a questo passaggio provvederà l'ufficio apposito, al quale è assegnato Mark (Adam Scott), che ha alle sue dipendenze due colleghi dal carattere un po' bizzarro (John Turturro e Zach Chery). Tutti sono impegnati laboriosamente nello smistare numeri e numeri che scorrono sugli schermi dei loro computer dall'aspetto un po' retrò e Mark deve rispondere a un'algida direttrice (Patricia Arquette) e a un supervisore che qualcosa di più sembra sapere (Tramell Tillman).

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All'inizio della narrazione vediamo però che le cose non filano liscissime: Mark non sembra così sereno come dovrebbe essere, insicuro al lavoro, scontento dalla situazione domestica e per di più una notte scorge un individuo a lui sconosciuto che lo osserva da lontano. Intanto nel gigantesco atrio che porta a un dedalo di labirintici e asettici corridoi degli uffici, degni di un'astronave, campeggia un bassorilievo gigantesco di un volto maschile paterno e affidabile, il venerato fondatore di tutto, benevola presenza che sovrasta i dipendenti.

Ad accrescere la crisi di Mark concorrono la sparizione di Petey, un collega con cui lui aveva fatto davvero amicizia al lavoro, e l'arrivo di una nuova dipendente (Britt Lower), alquanto ribelle anche se sottoposta alla procedura, che necessita dell'adeguato inserimento, ma da subito manifesta, stranamente, il desiderio di andarsene, pur non sapendo dove.

Che attività svolge davvero la Lumen, che gestisce, controlla e castiga con metodi degni del Grande Fratello, quello di Orwell, non il reality, funziona proprio così bene la scissione ed è proprio consigliabile, per il fine per cui viene effettuata? E quali motivi ci sono realmente dietro la scelta così drastica dei candidati all'assunzione? Intanto fuori dall'azienda, le cui modalità sono note, monta una certa disapprovazione popolare e i dubbi di Mark aumentano.

Christopher Walken non delude mai…

Promette molto bene la serie tv, fin dagli elegantemente inquietanti titoli di testa sulle note del bel tema di Theodore Shapiro, scritta e prodotta dall'esordiente Dan Erickson, di cui Ben Stiller dirige sei dei nove episodi, e vedremo di quali metafore la storia si farà portatrice.

Nell'inquietante alone di mistero che circonda l'azienda, è inevitabile cogliere gli echi di Devs, serie sottovalutata di un paio d'anni fa, prodotta da Hulu. Ma vedremo dove si andrà a parare, quello che è chiaro è che non va confusa con il film omonimo, che pure parlava di folli derive aziendali e dove il titolo stava a significare licenziamento più che separazione.

Da sottolineare come le produzioni Apple siano di quantità enormemente inferiore ai concorrenti (Netflix, Prime, Disney) ma di qualità superiore (poca roba ma buona, insomma). La quantità di cosa da vedere che settimanalmente ci vengono scaricate addosso da altre piattaforme, di livello troppo altalenante, genera ormai un senso di frustrazione in un ambito che dovrebbe provocare solo intrattenimento, perché si ha una costante sensazione di spreco. Quante cose magari valide ci perderemo in tutto quel mischione?

Due amatissimi mostri sacri del cinema, Turturro e Walken

Apple inoltre non pubblica tutti gli episodi contemporaneamente e in questo modo non getta l'abbonato nel gorgo mortale del binge watching. Per tutto questo, gliene siamo grati.