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Silent Hill

Cronache di un incubo avvolto nella nebbia.

L'impianto narrativo rappresenta uno dei principali punti di forza dell'IP: la sceneggiatura è profonda e ricca di colpi di scena, centellinata con cura ad un giocatore che, di primo acchito, si troverà spaesato e costretto a muovere i propri passi senza un obiettivo definito.

Incubo e realtà si alternano indistinguibili in una danza vorticosa, catapultano Harry all'interno di un limbo impietoso dove ogni passo è foriero di nuovi dubbi e dove nulla è quello che sembra: impossibile fidarsi dei rari personaggi "umani" che incontreremo, divorati da demoni interiori e caratterizzati dalla stessa oscura ambivalenza che permea l'intera Silent Hill. La fitta nebbia che aleggia sulla trama si dipana progressivamente verso l'epilogo, quando i tasselli del puzzle troveranno il proprio posto e i segreti della città, così come il suo legame con Cheryl, verranno resi noti.

Dahlia Gillespie è una delle figure chiave (e più antipatiche) nelle losche vicende legate al culto di Silent Hill.

Parlando di gameplay, l'IP di casa Konami è il classico survival horror in terza persona con telecamera posteriore: l'utilizzo di un sistema di inquadrature disposto strategicamente regala in più occasioni squarci dalla forte ispirazione cinematografica, capaci di rendere ancora più coinvolgente l'esperienza. Pad alla mano, l'azione di gioco è articolata su due filoni principali: l'esplorazione e, trattandosi di un horror, il combattimento.

La componente esplorativa, la più riuscita nell'intera produzione, brilla per varietà e profondità: i luoghi da visitare non mancano, e ci permetteranno di spaziare dagli innumerevoli vicoli della città immersi nella nebbia ad ambientazioni interne opprimenti dove a far da padrona è l'oscurità.

Il vero lampo di genio risiede in quella che viene indicata come Alternative Silent Hill (o più semplicemente ASH): scandita dal passaggio dal giorno alla notte, la città dismette i panni di apparente "normalità" diurna trasformandosi in un assordante inferno di metallo grondante sangue, dove la ruggine si fonde con grotteschi copri mutilati e gli incubi peggiori sembrano aver perso vita.

La dolcissima Lisa Garland in tutto il suo splendore. Uno dei personaggi più profondi (e più sventurati) dell'intera serie.

Il giocatore dovrà dunque rivisitare sotto un'ottica completamente differente le location già affrontate "alla luce del giorno", che pur mantenendo inalterata la struttura di base (le mappe rimangono invariate) permetteranno di raggiungere zone prima inaccessibili, portando con sé nuovi enigmi, un maggior numero di nemici e, cosa più importante, alcune delle risposte alle domande che assillano il protagonista.

Un discorso a parte lo merita il sistema di enigmi, realizzati con estrema cura (anche narrativa) e innestati alla perfezione all'interno del setting. Si va dagli intramontabili puzzle "ad oggetti" (la ricerca di chiavi o la combinazione di più item in uno solo), a rebus ambientali capaci di mettere a dura prova le meningi del giocatore (quanti di voi ricordano il tremendo enigma legato ai tasti del pianoforte?), obbligandolo spesso a saltare da una dimensione all'altra alla ricerca dei tasselli. La complessità si assesta su standard significativi, forte di un livello di sfida difficilmente ravvisabile in un titolo dalla matrice horror.

La controparte action del titolo non si discosta dai canoni tradizionali del genere, offrendo delle meccaniche che, eccezion fatta per un inventario infinito in cui deporre armi, munizioni e altri collzionabili, ricalcano parzialmente quelle viste nel primo Resident Evil.