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Skylanders Trap Team - prova

I pupazzetti di Activision sono gli ambasciatori del nuovo?

Altro che Destiny e Call of Duty, la vera macchina da soldi di Activision passa per una delle più rilevanti novità degli ultimi anni, quella tecnologia NFC capace di conquistare grandi e piccini catturando in un colpo solo sia il bisogno umano di toccare con mano i propri acquisti, che le possibilità ludiche offerte dal virtuale.

Non siamo, come specie, ancora arrivati ad una completa astrazione dalla materialità, e il Matrix non sembra esattamente dietro l'angolo nonostante progetti come Oculus Rift lo inseguano, e allora il colpo di genio è quello dell'inversione di tendenza: non più dal reale al virtuale, ma viceversa.

Activision ha preso i videogiochi e li ha trasformati in realtà, ma questo lo sappiamo già; quello che dobbiamo registrare oggi, dopo avere provato a Milano Skylanders Trap Team, è la grande capacità degli sviluppatori di proporre ogni anno un qualcosa in più per non annoiare, per far ripartire la giostra degli acquisti e ricominciare il giro.

Se l'anno scorso la novità era nei pupazzi componibili, gli Swap Force con busto e base indipendenti, la svolta del 2014 è concettualmente il ritorno a un passato (presente) di mostriciattoli collezionabili, con la possibilità di catturare alcuni nemici speciali e utilizzarli poi in combattimento. Non è finita, perché nel vortice della spesa ci veniamo trascinati dalla necessità di possedere una trappola fisica (da inserire nell'apposito alloggiamento del portale) per ogni mostro che vogliamo portare a spasso, ferma restando la possibilità di salvarli in remoto.

Ancora una volta la qualità costruttiva è più che soddisfacente, come del resto il design dei pupazzi.

La meccanica vince e convince fin dal primo incontro con la pecora assassina che ci si para davanti dopo 4 minuti di giocato, e già possiamo sentire la scimmia salire potente, spinta dall'improvviso desiderio di "acchiapparli tutti".

Activision, sirena tentatrice, anche quest'anno ci stuzzica dunque con un assaggio e sventola sotto il nostro naso i contenuti di Skylanders. Perché al di là dell'aspetto più giocattoloso della produzione e del collezionismo più patologico, si trova un videogioco capace di intrattenere il giocatore (meglio se giovane, ma anche gli esperti si fanno catturare) con un gameplay più profondo di quanto si creda. I rapporti di forza tra gli elementi che ne governano il mondo aprono la strada a delle semplici ma stuzzicanti meccaniche, e la possibilità di affrontare l'avventura in compagnia moltiplica come al solito il divertimento.

Questo non è un anno qualsiasi per Skylanders, però, non è l'ennesima espansione: il 2014 segna un punto (potenzialmente) di svolta per tutto il nostro settore. Trap Team sarà disponibile per iOS, Android e Kindle Fire (su dispositivi selezionati) con una versione identica a quella console. Ripetiamolo, che dobbiamo fermarci un attimo su questo punto: identica. Cioè, il 3DS, la console portatile più venduta, avrà un titolo riadattato per le sue minori capacità tecniche, mentre il vostro iPad si becca il gioco completo.

La questione, che ad un occhio distratto potrebbe sembrare marginale, va invece ad inserirsi come fondamentale nel più ampio discorso relativo allo sviluppo dell'industria. Un marchio così importante, uno dei tre soli cavalli di Activision, sbarca in versione mobile senza la necessità di rimodellare il gameplay per stare dietro all'hardware, mentre l'edizione per console portatile è monca rispetto a quella completa.

Alcuni nemici sono ispirati a frutta ed ortaggi, sempre con uno stile deformed e adatto al pubblico dei più giovani.

Il produttore fa però un passo in più, e distribuisce il gioco affiancandolo ad una base NFC con la sorpresa dentro, o meglio sotto: girando il portale sul quale poi andremo ad appoggiare i nostri eroi, troviamo infatti un alloggiamento per un pad proprietario, piccolino e leggero ma ben realizzato.

Troviamo una croce direzionale, due stick analogici, i canonici quattro pulsanti A, B, X e Y e ben quattro grilletti dorsali. Certo non si ha per le mani un controller tra i più performanti, ma la periferica è capace da sola di trasformare radicalmente l'esperienza di gioco.

Basta con il terribile analogico virtuale sul touch screen (comunque presente, perché non sempre si ha la possibilità di girare con la valigetta), e benvenuta un'interfaccia che promette di colmare quel divario tra dispositivi per giocare e tablet. Il nostro device si va persino ad incastrare nel portale, e così abbiamo per le mani una vera e propria console, anche se certo lo schermo è più piccino e ancora qualche differenza c'è.

Il nostro incontro con Skylanders Trap Team ha confermato il parere positivo sulla serie e, soprattutto, sulla premessa commerciale (e sociale) che la sorregge, quel punto d'incontro tra reale e virtuale che la concorrenza ancora non riesce ad imbroccare al 100%. I nuovi Skylanders sono ottimi sotto il profilo costruttivo e il gioco offre una nuova meccanica dal potenziale convincente, ma è l'arrivo su tablet ad averci colpito maggiormente.

Questa pecora è il primo nemico che possiamo catturare per poi utilizzarlo come personaggio, la nuova meccanica di Trap Team.

Forse non vuol dire niente, e certo Skylanders non è un titolo dalla complessità esasperata, ma non siamo più nel regno dei giochi mobile. I tablet iniziano ad essere considerati una piattaforma a tutti gli effetti, ormai le possibilità tecniche ci sono e il pad pensato da Activision risolve anche la questione dell'input.

Diventerà uno standard? Quali piattaforme ci aspettano in futuro? Domande che troveranno risposta solo con gli anni, mentre per sapere il nostro parere definitivo su Skylanders Trap Team ci vorrà molto meno. L'appuntamento è su queste pagine fra un paio di settimane, che giochiate su console o tablet.

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Skylanders Trap Team

Android, iOS, PS4, Xbox One, PS3, Xbox 360, Nintendo Wii U, Nintendo Wii, Nintendo 3DS

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Alessandro Arndt Mucchi

Contributor

Giocatore cronico, lettighiere notturno, cuoco discreto, giurisprudente perplesso, musicista part-time, giornalista dal 2006. Da sempre esperto di versetti.
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