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Spoiler: un pericolo sempre più grande - articolo

Un pericolo silenzioso e imprevedibile, che colpisce quando meno te l'aspetti e dove fa più male.

Il concetto di "Spoiler", estrapolato dal contesto automobilistico e aeronautico, nasce con la diffusione di Internet e la nascita di chat e forum: piazze virtuali di discussione, in cui centinaia, a volte migliaia di persone si riuniscono per parlare degli argomenti più disparati, con l'ausilio d'immagini, testi colorati ed emoticons.

Abbiamo già discusso in passato l'Hype e come questo sia spesso strumentalizzato dagli sviluppatori videoludici e in generale dai creatori di contenuti multimediali d'intrattenimento, siano essi film, serie tv, romanzi, persino canzoni; di come la creazione di un'aspettativa a volte inflazionata possa risultare un'arma a doppio taglio tanto per chi aspetta quei contenuti (che potrebbe rimaner deluso) che per chi i contenuti li crea e rischia di finire nel mirino dell'ipercritica e veder minata la propria reputazione nel medio-lungo termine a causa di trailer o informazioni rilasciate in maniera imprecisa. No Man's Sky è solo uno degli innumerevoli casi in cui l'hype per un videogioco - e una campagna marketing assai aggressiva da parte di Sony - hanno portato a uno spietato colpo di frusta ai danni del software e dello stesso studio di sviluppo.

Gli spoiler fanno male... specialmente se detti ad alta voce all'uscita dalla prima mondiale di Avengers: Endgame.

Lo spoiler è spesso una conseguenza dell'hype, un po' come due facce della stessa moneta, ma rappresentate in geometria piana: le differenze sono sottili e le conseguenze ugualmente dannose. A volte, chi è troppo curioso di un progetto incappa in informazioni che non avrebbe voluto trovare, altre volte il materiale diffuso dalle campagne pubblicitarie mostra ambientazioni, dialoghi e combattimenti avanzati, il tutto per fomentare l'entusiasmo del pubblico senza considerare il valore che il mistero e senso di scoperta possono dare al prodotto.

Come l'hype non colpisce la totalità dei giocatori, spettatori e lettori allo stesso modo, non è detto che lo spoiler risulti nocivo a ogni persona che ne è soggetta: esistono numerosissimi individui che, pur di soddisfare la propria curiosità, non esitano un istante a cercare il finale di un titolo che attendono da mesi o persino anni, ancor prima di averlo acquistato, visto o giocato a loro volta. Lo dimostra il fatto che i gameplay su siti come Youtube, specialmente quelli riguardanti bossfight e finali segreti, siano tra i più cliccati della sezione gaming, al pari e a volte persino superiori alle guide e alle top ten; stesso dicasi per le videorecensioni di film e serie tv, che vengono viste (e persino commentate) da persone che in molti casi non hanno esperienza diretta sul contenuto analizzato.

Tornando al principio del discorso, non è un caso che il termine "spoiler" si sia diffuso insieme all'uso domestico di Internet: quello che decenni fa era una semplice chiacchierata con il gruppo di amici, ora è diventata una conversazione con tutta la propria nazione, o persino con il mondo intero nel caso si conosca la lingua inglese. Diventa inevitabilmente esponenziale il rischio che qualcuno dica "quella frase di troppo", dia per scontato che chi legge o ascolta sia a conoscenza di questo o quel colpo di scena o che, semplicemente, nel gruppo di discussione vi sia il simpaticone di turno che vuole divertirsi facendo infuriare quanta più gente possibile.

Il retro dell'originale box art di Final Fantasy VII per Sony PlayStation presentava senza pudore una delle scene che più di ogni altra ha segnato (e traumatizzato) i giocatori non solo della saga, ma dell'intero medium videoludico.

Ma cosa è lo spoiler? Nel linguaggio anglofono, il termine indica le omonime appendici di macchine e aerei, il cui scopo è aumentarne il profilo aerodinamico per garantire una maggiore stabilità e/o portanza, ma la parola si è diffusa sempre più anche nel gergo multimediale per indicare una frase, video o immagine che anticipa informazioni, eventi importanti per la trama o l'evoluzione del medium in questione, al punto da poterne - potenzialmente - rovinare la fruizione. L'origine del termine in questo caso è il verbo inglese "to spoil", ovvero "rovinare, guastare, consumare", ma anche immaginare un'informazione sgradita come qualcosa di sporgente, vistoso e che (se mal fatto) rovina la linea di un veicolo potrebbe risultare azzeccato.

Ogni individuo ha una sensibilità diversa nei confronti dello spoiler: si va dai già citati casi in cui le persone vanno volontariamente a cercare le scene finali di una storia, proseguendo a chi ritiene spoiler persino i trailer ufficiali di questo o quel prodotto; c'è chi, dopo aver ricevuto uno spoiler, sbuffa e cerca di non pensarci troppo, chi invece rimane talmente scottato dall'evento da rifiutarsi di giocare quel titolo o vedere quel film per settimane e mesi; ci sono poi ovviamente casi umani dal comportamento borderline e che andrebbero analizzati in uno spazio e tempo interamente dedicato a loro, che cercano in ogni maniera di ottenere anticipazioni di ogni tipo, con il solo scopo di diffondere spoiler in rete e rovinare la sorpresa al maggior numero di persone possibile, con un atteggiamento tale da render fiero il più stupido dei troll di montagna.

A un simile modus operandi immaturo, immotivato, spesso semplicemente crudele (purtroppo assai presente nell'ambiente del web) si affiancano reazioni altrettanto esasperate e ugualmente condannabili: ha fatto scalpore in questi ultimi giorni il caso dell'uomo che ha rivelato ad alta voce dettagli importanti della trama di Avenger: Endgame all'uscita da una sala cinematografica di Honk Kong e che è stato vittima di un pestaggio da parte degli spettatori ancora in attesa per lo spettacolo successivo.

Il finale di Metal Gear Solid: Guns of the Patriots è uno di quei casi in cui il fanservice è stato veicolato in un impatto emotivo semplicemente devastante e conoscere in anticipo cosa sta per accadere potrebbe senza dubbio limitarne la potenza.

Ciò che più stupisce di questa news, diffusasi rapidamente per tutto il web, è come l'enfasi di autori e commentatori sia stata posta su quanto sciocco fosse stato l'uomo che ha "spoilerato" (il che è sicuramente vero) ma che nessuno o quasi abbia evidenziato la reazione abnorme dei presenti, arrivata sino alla violenza fisica verso un perfetto sconosciuto che di fatto aveva "solo" detto qualcosa che non volevano sentire.

Al di là del singolo caso, arrivato sotto i riflettori internettiani per via del fenomeno mondiale che è Avengers: Endgame, lo stesso discorso si può fare per tanti altri film, serie TV (Game of Thrones è un altro caso recente) e videogiochi, i quali sempre più spesso affiancano al gameplay una narrativa solida e curata.

Ormai da anni gli stessi autori delle opere multimediali fanno in modo che le campagne promozionali siano il più possibile prive d'informazioni chiave (riuscendoci solo in parte) e cercano di educare il pubblico conducendo spesso anche attraverso i propri account personali deI movimenti di sensibilizzazione sull'argomento... o fornendo volutamente false informazioni per depistare i curiosi e gli "spoileratori" seriali.

God of War (2018) regala più di un colpo di scena, tutti assai ben costruiti; conoscerli in anticipo, però, non riduce minimamente il valore del viaggio e della crescita dei due protagonisti.

Oggi la stampa professionale di ogni settore fa in modo di limitare al minimo i contenuti spoiler all'interno delle proprie news, guide e recensioni e nel caso in cui vengano mostrati sono anticipati da numerosi, visibili preavvisi; persino le guide strategiche ufficiali digitali e cartacee dei videogiochi (tra cui spicca la casa editrice Piggyback) cercano di ridurre al minimo le informazioni riguardanti gli sviluppi di trama e i dettagli sui boss da affrontare, riportando nella sezione dedicata alla campagna solo i dati fondamentali e relegando ogni possibile approfondimento a una sezione specifica.

Di certo gli spoiler non fanno soffrire l'umanità più della fame nel mondo, ma questo non significa che il loro peso vada sminuito: i media d'intrattenimento si sono evoluti moltissimo in questi ultimi decenni e anche il più delirante videogioco sparatutto come Borderlands 3, o il più colorato e leggero cinecomic come Thor: Ragnarok hanno comunque sulle loro spalle mesi e anni di lavoro, fatica e impegno da parte di chi quei prodotti li ha pensati e creati, cosi come altrettanti mesi e anni d'attesa e interesse di chi vuole fruirne nella maniera più possibile illibata.

Pensare che si tratta "solo di videogiochi" o "solo di storie sui supereroi" è un ragionamento limitato, retrogrado e offensivo per le centinaia e migliaia di persone che investono tempo ed emozioni in qualsivoglia forma d'intrattenimento: le passioni personali non hanno un valore oggettivo quantificabile e non è il rating di un medium a misurarne l'importanza per il pubblico e il peso sull'industria. Esistono videogiochi action con un comparto narrativo migliore di tanti, pessimi interactive drama, così come esistono altezzosi, ma vacanti film d'autore ed eccellenti horror movie in cui la trama fa scolasticamente il proprio dovere.

Game of Thrones è una serie TV tratta dai libri di George R. R. Martin, che da anni tiene lettori e spettatori con il fiato sospeso... e fa puntare scommesse su chi sarà il prossimo personaggio a passare a miglior (?) vita.

Uno spoiler non è mai utile o migliorativo dell'esperienza e se chi lo fa agisce in malafede, il comportamento è ingiustificabile da qualunque parte lo si guardi, a partire da quella umana. Cionondimeno, chi si vede "spoilerato" qualcosa a cui tiene non deve mai abbassarsi al livello di chi in primis ha fatto un'azione sbagliata, aggredendo verbalmente (o peggio, fisicamente) il responsabile; se pubblicato in forma digitale (video o scritta) si dovrebbe cercare di rimuovere o chiedere la rimozione del contenuto spoiler, per limitarne al massimo danni e diffusione; non cercare d'accertarsi dell'autenticità dello spoiler, perchè il rischio d'incapparne in altri persino peggiori è troppo alta e anche perche, dal punto di vista prettamente logico, una conferma o smentita di uno spoiler è più "spoilerosa" di un dubbio.

Ultimo, ma non meno importante, affrontare l'accaduto con la massima calma possibile, ricordando che, a prescindere dal medium coinvolto, ancor più della destinazione conta il viaggio che porta ad essa.

Ormai anche gli autori di ogni media cercano di offrire una campagna promozionale e un'attesa della pubblicazione il più possibile spoiler-free.

La sensazione di una scoperta integrale è unica e irripetibile e per questo ha un indubbio valore, ma concentrarsi così tanto sulla sua presenza (o assenza) non deve diventare il focus principale, in quanto toglie importanza a quella che è la storia nel suo complesso e agli espedienti che gli autori mettono in atto per creare emozioni nel cuore di chi la vive.

Pensare che in un film o un libro o videogioco la storia abbia valore solo quando non la si conosce e si rimane stupiti significa annichilire tutto ciò che circonda la stesura di quegli eventi: significa svuotare di valore ogni passaggio intermedio, anche solo riempitivo, il crescendo emozionale costruito per arrivare al climax, le scelte registiche, visive e musicali dell'autore, sia esso compositore, scrittore, regista o sviluppatore.

Se un libro non invoglia a esser riletto, se un videogioco non diverte al NG+, se un film non commuove, diverte o spaventa alla seconda visione, allora quel prodotto ha fallito nel suo intento, questo a prescindere da qualunque possibile spoiler vi sia capitato alle orecchie o davanti agli occhi.

"Spoilerare" è sbagliato, ma lo è anche credere che il valore di un lavoro realizzato in anni e anni possa essere cancellato da una singola frase, clip video o immagine. Per cui, se siete stati vittima di uno spoiler, ingoiate il boccone amaro e andate avanti a spalle larghe: chi si prodiga in simili passatempi è in partenza qualcuno che non ha idea di come godersi un prodotto d'intrattenimento e questo deve farvelo compatire, non demonizzare.

Come recita in (non troppo) vecchio adagio dell'Internet, "Don't feed the troll": se ignorati, moriranno lentamente d'inedia e smetteranno di disturbare.

Molti altri prenderanno il loro posto, ma finchè mostrerete d'essere sensibili all'argomento o peggio, non capirete come prevenire e/o affrontare uno spoiler indesiderato sarete bersagli ideali di persone che, prima di ogni cosa, sono vittime della loro stessa immaturità e affamate di qualche istante d'attenzione da parte di chiunque, anche totali sconosciuti.

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A proposito dell'autore
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Lara Arlotta

Contributor

Scrive, blatera e videogioca, spesso contemporaneamente e da oltre due decenni. L'unico modo per fermarla è darle da mangiare, ma l'effetto è solo temporaneo. Sono ancora in corso delle indagini confidenziali per comprendere se si tratti di un essere umano o di una credibile riproduzione, inviata nell'era contemporanea da una civiltà eternauta.

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