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Starfield e Redfall rinviati, il 2022 di Xbox è compromesso?

Microsoft rivede la sua scaletta di esclusive.

La notizia più calda di questi giorni è senza dubbio quella dell’annuncio del rinvio di Starfield e Redfall arrivata tramite un comunicato ufficiale diramato proprio da Bethesda. Il web si è dunque accesso innescando discussioni sulla concretezza dell'operato del colosso di Redmond, che si è dimostrata un po’ altalenante alla luce delle conferenze degli ultimi anni, fatte di molti annunci la gran parte dei quali sono ancora privi di finestre di lancio o gameplay trailer.

In questo articolo analizzeremo l’attuale anno fiscale di Xbox dopo questo ennesimo duro colpo per i fan. È impossibile negare che la notizia dell’Xbox + Bethesda Showcase fissato per giugno era riuscita a rendere frizzante l’aria attorno al brand e ad alimentare quella speranzosa trepidazione da grande evento dopo la cancellazione dell’E3 di quest’anno.

L’attesissimo Starfield si farà attendere ancora e Xbox perde l’occasione di chiudere il 2022 con la prima nuova IP Bethesda da anni.

Nella giornata del 12 maggio abbiamo avuto un risveglio da questo sogno lucido piuttosto brutale, dovendo depennare con inchiostro rosso fuoco due dei titoli che Xbox poteva annoverare tra le uscite del 2022. Non ce ne voglia Redfall, di cui non sapevamo e probabilmente continueremo a non sapere niente di concreto per un bel po’, ma lo slittamento della data di uscita di Starfield è la notizia che più tramortisce e spezza il cuore per molteplici motivi.

Il tanto fervore e l’estrema curiosità che hanno avvolto il GDR sci-fi fin dal suo annuncio è riconducibile alla storia di Bethesda Game Studios, una software house che ci ha regalato due delle saghe videoludiche più iconiche e amate di sempre, pur con tutti i difetti e bug che le hanno contraddistinte, trasformandosi quasi una firma autoriale dei suoi prodotti nel panorama del gaming.

Divenuta una controllata di Microsoft lo scorso anno, assieme a tutti gli studi facenti parte di Zenimax, Bethesda non era a lavoro su una IP inedita da quasi quindici anni, dedicandosi completamente ed esclusivamente a Fallout e The Elder Scrolls. Non stupisce dunque la curiosità degli appassionati del genere nel vedere la software-house statunitense esplorare nuove strade dopo oltre una decade duopolistica di produzioni.

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Un’altra ragione che aggrava questo rinvio, seppur solo a livello sentimentale, riguarda la perdita della possibilità di vedere Starfield arrivare su console assieme alla celebrazione del compleanno del prodotto più blasonato e di successo di Bethesda. Trovare a schermo la celebre data "11-11-22" nel trailer mostrato durante la conferenza Xbox dello scorso anno fu un colpo al cuore, sia per l’omaggio al giorno che vide nascere il mito di Skyrim 11 anni prima, sia perché la finestra di lancio sembrava estremamente ravvicinata per un prodotto di cui non si era ancora visto neanche un frame di gameplay.

Ripensandoci tutto ciò ha rappresentato un primo campanello di allarme ma la scelta di celebrare il capitolo di The Elder Scrolls più famoso con l’arrivo di Starfield ha fatto sì di insinuare la tiepida speranza di non vedere un rinvio all’approssimarsi della data prescelta. Così non è stato, come non lo era stato neppure per Halo Infinite, che non è riuscito a centrare il ventennale del brand uscendo un mese dopo e non senza importanti lacune, su tutte l’assenza della storica modalità co-op per la campagna principale, ormai prevista per il tardo autunno di quest’anno.

Il caso Cyberpunk 2077, che citiamo solo come esempio emblematico di rinvio e non certo per vicinanza nella struttura del prodotto, ha inflitto un duro colpo alla percezione del mondo videoludico, diventando un vero e proprio meme nel campo delle date d'uscita non rispettate. Ad aver infranto le promesse riguardo giorno, mese e persino anno di lancio sulle diverse piattaforme sono stati in tanti, anche tra i publisher più blasonati, arrivando ad innestare una chiara convinzione in tutti gli appassionati: se non si ha niente da dire, o meglio, non si è certi di poter mantenere la parola data, è preferibile tacere.

Vittima di rinvio anche Redfall, il nuovo titolo Arkane, previsto inizialmente per quest’estate.

Allo stesso modo, il pubblico del medium videoludico è divenuto tremendamente sensibile alla questione, pronto ad accendersi ad ogni annuncio - che sia quello di un rinvio o di un nuovo titolo - senza cercare di contestualizzare l’accaduto e mettendo un bersaglio sulla schiena degli sviluppatori, condannati ormai anche a subire i più beceri dei commenti. Purtroppo troppo spesso abbiamo visto progetti messi alla gogna nonostante la qualità del prodotto finale fosse ottima, perché ormai si era innescato il meccanismo della condanna spingendo le community a cercare ogni minimo difetto con la lente d'ingrandimento.

Ma da cosa nasce questo rinvio? Phil Spencer, due giorni prima dell'annuncio dello slittamento, si era recato proprio nella sede Bethesda. Possiamo ironizzare su come il CEO di Microsoft Gaming abbia decretato le sorti di questa vicenda in seguito alla visita, ma sappiamo bene che le motivazioni che hanno portato alla scomparsa di Starfield e Redfall dalla line-up del 2022 sono senza dubbio molteplici e ben più complesse. Phil SPencer, Todd Howard e Pete Hines, dopo aver constatato lo stato dei due giochi durante questo incontro, hanno preso la decisione unanime che fosse necessario più tempo per perfezionare e concludere il progetto.

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Uscire prematuramente con l’annuncio di una finestra di lancio è una decisione discutibile per i fan, ma in alcuni frangenti è vitale per rassicurare gli investitori. Ogni software house può prevedere a grandi linee quanto tempo impiegherà per completare un progetto, e quindi trasmettere una certa sicurezza al publisher riguardo il momento in cui si inizierà a “vendere” il prodotto, così come agli appassionati, che esigono sempre di più notizie e rassicurazioni.

Tante cose possono andare storte, come ad esempio lo è stato l’arrivo inaspettato del Covid che ha colpito il settore molto duramente, ma anche problemi interni di cui non sapremo mai i dettagli. Negli ultimi mesi si è parlato di quest’ultima casistica anche con riguardo a Rare e il suo Everwild, in merito a The Initiative con Perfect Dark, e nell'ambito di altri studi oggi sotto l’ala di Xbox che hanno portato a rivedere anche pesantemente la scaletta di uscite.

Phil Spencer nelle proprie dichiarazioni è stato cristallino nel non voler lanciare prodotti con evidenti problemi solo per rispettare una data che è stata rivelata troppo prematuramente, ponendo molta attenzione sulla qualità e la solidità dei propri giochi, anche a costo di perdere “valore” in borsa o di credibilità agli occhi dei consumatori. Purtroppo è un dato di fatto che la tendenza a ricevere prodotti problematici anche a seguito di lunghi rinvii si è ormai consolidata attraverso i casi dello stesso Halo Infinite, di Dying Light 2 e persino di Elden Ring, tre release certamente diverse tra loro ma non esenti da slittamenti e dalla necessità di corpose patch correttive.

Cosa aspettarsi dunque dall’evento del 12 giugno di Xbox? Il logo dell’evento ricorda il primo trailer di Starfield, alludendo ad un particolare focus nonostante il rinvio.

Ma Redfall e Starfield lasceranno dunque un vuoto incolmabile nei prossimi mesi? Nel fervore del commentare quanto accaduto si rischia di dimenticare tre esclusive, di cui una temporanea, che potrebbero arrivare a coprire quella che adesso sembra una voragine profonda. Stiamo parlando di Forza Motorsport, il quale dovrà necessariamente uscire allo scoperto nella prossima conferenza, di STALKER 2, vittima anch’esso di un rinvio di 7 mesi (con ragioni ben più gravi, ovvero la guerra in Ucraina) e del tanto atteso Hellbalde 2, presentato ufficialmente durante i Game Awards del 2019.

Siamo sempre nel campo delle ipotesi ma se dovessimo scommettere siamo sicuri che questi 3 importanti titoli faranno la loro comparsa il 12 giugno con una data precisa che potrebbe appunto riempire quelle caselle ormai libere sul calendario. È indubbio che la premessa iniziale di sommergere i giocatori di titoli grazie al numero di studi all’interno di Xbox stia subendo qualche battuta di arresto, ma era chiaro come questo avrebbe avuto bisogno di molto tempo per concretizzarsi.

Non solo: uscendo fuori dalla sfera d’influenza del colosso americano e volgendo lo sguardo verso oriente, dal Giappone non arrivano certo notizie migliori e più rassicuranti. Anche in casa PlayStation non vi sono progetti imminenti o con una data di uscita scolpita nella pietra, e l'esempio più importante è quello di God of War Ragnarok, già slittato e privo di finestra d'uscita. Dal canto suo, Sony, ha già provveduto ad ampliare la libreria dei giocatori con Ratchet & Clank, Returnal, Horizon Forbidden West e Gran Turismo 7, e si prepara ad entrare in un "piccolo letargo" fino al 2023, chiudendo molto probabilmente l’anno fiscale con il debutto di Stray e Little Devil Inside.

Seppur manchi ancora l’ufficialità, il parco studi di Xbox al completo riesce ancora ad impressionare e noi attendiamo con trepidazione di vedere tutti i progetti in cantiere.

Un po’ più di concretezza arriva invece da Nintendo, anch’essa protagonista di qualche rinvio o assenza di novità dopo annunci in sede di conferenze, uno su tutti, il titolo dove gli occhi rimangono puntati, l’attesissimo seguito di The Legend of Zelda: Breath of The Wild. Quest’anno però su Switch arriveranno titoli, alcuni nell’arco di poco più di un mese, di un certo calibro e importanza in grado di farci ingannare l’attesa, quali Xenoblade Chronicles 3, Mario Strikers, Splatoon 3 e Fire Emblem Warriors. La Grande N inoltre dovrà pronunciarsi nell’arco di quest’anno su Pokémon Scarlatto e Violetto, Bayonetta 3 e Mario + Rabbids Sparks of Hope, tutti fissati entro la fine del 2022.

In conclusione possiamo affermare che viviamo in un'epoca dove mediaticamente non è concesso sbagliare e se si nasce con un bersaglio già disegnato sulla schiena: per quanto uno studio possa sforzarsi, il proiettile lo colpirà ugualmente. Annunciare un rinvio innesca un meccanismo poco piacevole da vedersi da parte della community ma che troppo facilmente fa dimenticare che spostare il lancio di un prodotto danneggia anche lo studio stesso, il quale dobbiamo ricordare non trae alcun vantaggio nel farlo. La possibilità di spendere più tempo per perfezionare e anche migliorare un progetto dovrebbe essere accolta con speranza nonostante possa deludere, comprendendo che il costo e lo sforzo richiesto per sviluppare un tripla A è divenuto ormai davvero imponente.

Dal canto di Xbox, risalire la china dopo l’era Xbox One era un’impresa mastodontica ma il brand, attraverso servizi e nuove acquisizioni, ha dimostrato fin'adesso di essere sulla strada giusta, anche se i frutti di questo investimento avranno bisogno di più tempo del previsto per maturare. Dopo tanto fumo è tempo di vedere se l’arrosto sarà ben cotto, e per ingannare l’attesa nei prossimi giorni vi parleremo delle nostre aspettative riguardo i tanti progetti in cantiere a Redmond che potrebbero, nonostante i rinvii, sorprenderci ancora in questo 2022.