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Stock Car Extreme: dal Brasile con furore - recensione

Tra Assetto Corsa e Project Cars c'è un terzo incomodo.

È ormai un dato di fatto assodato: dopo anni passati tra i simularcade, il 2014 e 2015 verranno ricordati come la rinascita dei simulatori di guida su PC. Di Assetto Corsa abbiamo ormai intessuto lodi meritate e anche Project Cars ci ha fatto una buona impressione, per quanto a livello di qualità dei contenuti, sembri un gradino sotto il lavoro di Kunos e compagni.

In quello che di colpo è diventato un mercato tremendamente affollato, ecco farsi spazio un nuovo contendente, arrivato sugli scaffali di Steam senza troppo clamore qualche settimana fa. Si tratta di Stock Car Extreme, un simulatore di guida realizzato da un piccolo team brasiliano, i Reiza Studios, con pochi mezzi e tanta passione.

Il gioco in questione è un simulatore di vari tipi di vetture senza licenze di grido basato su una selezione di tracciati brasiliani moderni e piste storiche. La classe regina sono le Stock Car V8, ma è presente anche una selezione di vetture a ruote scoperte, qualche prototipo e persino kart e vetture moderne e storiche di piccola e media cilindrata.

L'IA è aggressiva e competitiva: i due parametri possono essere gestiti nel menu di configurazione, pieno di opzioni.

Ogni tipologia di auto può essere utilizzata per effettuare giri di pratica, gare secche o interi campionati contro l'IA gestita dalla CPU; i campionati configurabili scegliendo i tracciati, le regole, il livello di difficoltà e il livello di abilità avversario, così come i regolamenti e le tipologie di aiuti al giocatore. Il menu iniziale è veramente molto completo e ci si accorge subito della cura riposta nella fase preparatoria anche dal menu di configurazione delle periferiche di controllo.

Ancora prima di salire in macchina ci si rende conto di come il gioco sia un simulatore a tutto tondo che richiede un volante di alto livello per essere apprezzato dovere; sono presenti tutti i parametri fondamentali della gestione del force feedback arrivando a livelli di sensibilità che abbiamo apprezzato nei migliori titoli recensiti ultimamente, Assetto Corsa compreso.

Tutti i miei sospetti hanno trovato conferma non appena saliti in macchina con una qualsiasi delle stock car presenti nel gioco su una pista piuttosto impegnativa come la vecchia Jacarepagua e disattivando qualsiasi genere di aiuto. Il dritto e conseguente stampata presi alla prima curva mi hanno immediatamente riportato a più miti consigli sull'approccio da tenere con SCE, perché si parla di un simulatore di grande spessore nella riproduzione della fisica delle vetture e del modello di guida.

Cover image for YouTube videoStock Car Extreme: le V8 tra le colline della Stiria.
Le curve ad alta velocità del vecchio Spielberg mettono in mostra la buona intelligenza artificiale di Stock Car Extreme.

Tempo di adattarmi al force feedback e sono stato subito in grado di girare con una certa costanza e regolarità migliorando i tempi sul giro, sorprendendomi delle belle sensazioni di guida regalate dal connubio tra modello fisico, degrado delle gomme e force feedback. Come ogni buon simulatore che si rispetti, si percepisce visivamente la perdita di aderenza del posteriore, ma le reazioni sono sempre prevedibili in seguito a un errore su un cordolo o un contatto con una vettura avversaria. Anche la gestione delle gomme è buona sia come grip in parallelo con l'aumento della temperatura, sia come degrado in seguito a numerosi giri di pista, soprattutto per le mescole più morbide.

Rinfrancato da questa bella sorpresa sono passato al prototipo in stile Le Mans e l'esaltazione è aumentata di pari passo con la pista utilizzata, una versione veramente curata per quanto riguarda la precisione della sede stradale del vecchio tracciato di Zeltweg, quella follia di curve velocissime tra le colline dei boschi della Stiria, che nel 1982 vide trionfare il nostro Elio de Angelis in un finale epico contro Keke Rosberg. L'accelerazione brutale del prototipo è stata bilanciata solo dalla tenuta e dalla capacità d'inserimento, e anche in questo caso mi sono sorpreso per la qualità di un modello di guida chiaramente pensato per chi predilige la guida muscolare di queste vetture costruite apposta per esaltare il grip meccanico.

Con la selezione di vetture a ruote scoperte ero pronto a un tris clamoroso, che invece non c'è stato: prima sono salito sui kart e mi sono divertito senza esagerare, poi sono passato ad alcune formule minori prima di provare le F1 storiche sotto mentite spoglie qui non mi sono trovato subito a mio agio. L'impressione è che la simulazione del carico aerodinamico sia troppo bassa e il modello di guida complessivo non sia allo stesso livello di quello meccanico.

I prototipi in azione sulla vecchia pista di Montreal.

La situazione migliora con le F1 di fantasia, caratterizzate da un comportamento più prevedibile e impegnativo da guidare agli alti livelli. Siamo chiaramente molto oltre qualsiasi simularcade, ma l'impressione è che sia ancora qualcosa da rifinire per arrivare a un'offerta di alto livello sotto tutti i punti di vista per quanto riguarda un modello di guida complessivamente molto soddisfacente.

Tanta bontà si riflette anche nel principale strumento "tattile" della fisica delle vetture, ovvero il force feedback: anch'esso è ben fatto e restituisce ottime sensazioni un po' con tutte le vetture coinvolte, anche se quelle più curate sono sicuramente le Stock Car e il prototipo Le Mans di cui abbiamo parlato poc'anzi. Sotto molti aspetti la qualità del FFB se la gioca tranquillamente con quella di Project Cars ma rimane un gradino sotto quello di Assetto Corsa, in particolare nella resa della frenata e del rotolamento delle gomme consumate che nel gioco di Kunos Simulazioni è praticamente inarrivabile.

Oltre alle vetture, la cui varietà è più che discreta per i differenti modelli di guida proposti, degna d'interesse e la selezione dei tracciati: oltre a una selezione di misconosciuti circuiti minori brasiliani, troviamo anche Buenos Aires, la citata Jacarepaguà, ma soprattutto alcune piste con un glorioso passato in Formula 1 proposte con il loro layout storico. La Zeltweg che vedete nei filmati (l'odierno Red Bull Ring) disponibile nella versione lunga e dalle media di percorrenza altissime, una Montreal dei primi anni ottanta con una esse velocissima dopo la partenza e una stupenda versione d'epoca di Interlagos, con una parte di tracciato ora demolita piena di saliscendi e curve veloci assolutamente stupenda.

Cover image for YouTube videoStock Car Extreme: i prototipi
I prototipi sono dei veri missili, una delle vetture meglio riuscite sotto il profilo del modello di guida. La grafica non è purtroppo al passo con i tempi.

Anche se non si tratta di riproduzioni in laserscan particolarmente accurate, i dislivelli altimetrici sono resi in maniera convincente (probabilmente sono state usate le planimetrie originali) e possono dare vita a gare assolutamente spettacolari.

La selezione di piste è sufficientemente varia da garantire un buon divertimento sia da soli sia in multiplayer e, com'era lecito attendersi, sono proprio i tracciati storici a riscuotere il successo dei piloti virtuali. Purtroppo, complice la scarsa popolarità del gioco, abbiamo trovato pochissimi server sufficientemente popolati a portata di ping decente (la community è prevalentemente sudamericana) ma alcuni server ci hanno permesso di gareggiare senza grossi problemi anche contro piloti europei.

La componente multigiocatore non era affatto male e siamo riusciti a competere per circa un paio d'ore nell'arco di quattro diverse sessioni patendo solo una disconnessione dal server e qualche sporadico fenomeno di lag che non ci ha impedito di notare la bontà di un netcode. Il rilevamento delle collisioni è stato più che buono a conferma di una vocazione multigiocatore di un certo spessore: la diffusione molto ridotta del gioco non permette tuttavia di avere la certezza di trovare sessioni di gioco corrispondenti alla propria preferenza di pista o di vettura, almeno per il momento.

I modelli delle vetture non sono male, sono le texture datate e un sistema d'illuminazione obsoleto a far sembrare Stock Car Extreme un gioco del 2005.

Ma questa è la conseguenza della natura di progetto indipendente di Game Stock Car Extreme 2013: il vero difetto che affossa le velleità di una produzione altrimenti sorprendente sotto tutti i punti di vista risiede nella parte tecnica. Il sonoro è tutto sommato discretamente realizzato con buoni rombi ed effetti di un certo impatto, ma il vero problema è rappresentato dalla grafica. I modelli delle auto discreti ma le texture in bassa risoluzione delle vetture stesse e degli elementi a bordo pista sono decisamente sotto lo standard.

Senza esagerare possiamo dire di trovarci di fronte a un gioco esteticamente vecchio di una buona decina d'anni ai titoli attuali, soprattutto alla luce di quanto visto con Assetto Corsa e soprattutto con Project Cars negli ultimi cinque mesi. I filmati a corredo dell'articolo esemplificano abbastanza bene questo concetto che trae indiretta conferma del livello qualitativo anche dall'incredibile velocità a cui il gioco gira su PC modesti. Il frame rate è assolutamente incrollabile al massimo livello di dettaglio, solo che non si parla di 60 frame al secondo ma di uno standard di 150 FPS che in certe situazioni (piste corte, nessuna macchina a schermo) possono arrivare anche 200.

Si tratta di una conferma indiretta del fatto che il motore utilizzato risale all'epoca del paleozoico (dovrebbe essere una delle prime versioni del gMotor degli ISI) e che quindi la scarsa qualità dell'immagine deriva probabilmente più dalle limitazioni di un engine ormai obsoleto che non dall'incapacità degli sviluppatori. Quali limitazioni abbiano portato ad una scelta che offusca quanto di buono si trova sotto il cofano si può facilmente immaginare. Anche il modello di danni non è eccezionale, e in più di un'occasione abbiamo notato ombre e texture lampeggiare con alcuni modelli di vetture su piste particolari. Manca il maltempo, ma è comunque simulato l'intero ciclo giorno-notte per chi apprezza le gare di durata in notturna.

Cover image for YouTube videoStock Car Extreme: le Formula 1
Le Formula 1 presenti nel gioco hanno livree molto simili a quelle reali, un po' troppo per un gioco privo di licenze sulla F1…

A conti fatti, Stock Car Extreme si è rivelato una piacevole sorpresa: dal punto di vista della competenza del modello di guida è un gioco di ottimo livello che ha poco o nulla da invidiare a produzioni più blasonate. Le gare e i campionati in solitario possono essere divertenti grazie a una battagliera intelligenza artificiale che non risparmia attacchi al giocatore umano e agli altri piloti controllati dalla CPU. Commette persino errori di guida o causa incidenti con le altre vetture, aggiungendo un buon realismo alla simulazione anche se ottenere questo risultato non è facile perché bisogna bilanciare attentamente velocità e livello di aggressività degli avversari.

Purtroppo due elementi di fondo contribuiscono ad affossare il punteggio complessivo: della grafica sono piuttosto evidenti le limitazioni che fanno pensare a poco spazio per evoluzioni future, anche se parecchi mod sono in lavorazione e altri sono disponibili. Ma è soprattutto la scarsa diffusione del multiplayer, attualmente poco giocato sui server europei per lo scarso appeal delle Stock Car brasiliane, a non essere in grado di garantire sessioni di gioco per tutte le vetture proposte a tutti gli orari del giorno e della notte. Questo non fa ben sperare per una maggiore diffusione in futuro, soprattutto con un Assetto Corsa in piena espansione e Project Cars in procinto di uscire dai box nella giornata di domani.

La bontà di quanto fatto con il modello di guida rimane e può essere un buon motivo per spingere gli appassionati di simulazione a sobbarcarsi la spesa di ventisette euro a cui il gioco è venduto su Steam. Se i Reiza Studios sapranno investire i proventi del gioco in un motore grafico moderno, tra qualche anno potremmo trovarci di fronte a un'altra storia di successo nel mondo degli sviluppatori indipendenti di giochi di guida.

7 / 10

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Matteo Lorenzetti

Contributor

Dopo dieci anni di The Games Machine, approda finalmente alla redazione di Eurogamer.it. Onnivoro per quanto riguarda i generi, predilige sparatutto, giochi di guida ed RTS.

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