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Super Mario Party - recensione

Il giro del tabellone in 80 minigiochi.

Quando l'effetto novità di 1-2-Switch è finito, ecco che è il momento di passare a una collezione di minigiochi con maggiori possibilità di tirare, se non la serata, almeno un paio d'ore senza stancare. Se l'appuntamento con gli amici è giochereccio, e Switch è la piattaforma scelta per intrattenersi, Super Mario Party è praticamente una scelta obbligata. Il perché, chiaramente, lo vediamo insieme qui sotto.

Se solo a sentir pronunciare la parola minigioco vi prende come un brivido d'ansietta e la mente corre rapida ai tempi del Wii, quando qui era tutto un party game a perdita d'occhio, non temete: i fantasmi di un passato fatto di collezioni di inguardabili (e ingiocabili) micro-pillole mal programmate non sono tornati a infestarci.

È un peccato che quella famosa ondata di party game abbia quasi sporcato il nome del genere, perché ci sono delle situazioni in cui tutto quello che serve per fare da collante tra un gruppo di persone è proprio quello. Super Mario Party marca il debutto dell'ormai storica serie Nintendo su Switch e balza dritto dritto in prima posizione nella speciale classifica dei giochi di gruppo, scavalcando il citato (e deboluccio) 1-2-Switch, ma anche la proposta danzerina di Ubisoft e Super Mario Kart (che rimane un pelo troppo complesso per il giocatore occasionale).

Il debutto in cima al podio è dovuto a diversi fattori, su tutti l'immediatezza dell'esperienza e il fatto che praticamente chiunque possa divertirsi a muovere le pedine virtuali sui tabelloni virtuali a caccia di stelle virtuali e risate reali. Anche se i vostri genitori o le vostre dolci metà vi guardano con diffidenza quando esplodete in un gridolino di gioia per una sudata vittoria reale, fategli provare uno degli ottanta minigiochi (uno a caso, tanto il livello è mediamente buono) e molto probabilmente vi chiederanno di provarne un altro, e un altro ancora.

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Certo, per qualcuno dei micro eventi è necessario sapere almeno che al movimento dello stick corrisponde il movimento del proprio personaggio, ma diciamo che ormai praticamente chiunque sa a grandi linee cosa aspettarsi quando prende in mano un pad. Forse Super Mario Party non sostituirà la devastante tombolata di Natale anzi, sicuramente non lo farà, ma in tante altre occasioni saprà dire la sua anche in famiglia.

E poi ci sono le serate con gli amici, ed è qui che chiaramente la cosa si fa ancora più interessante. Se avete gente a cena, e questa gente condivide con voi la passione per i videogiochi, il party game di Nintendo è esattamente quello che ci vuole per coinvolgere tutti davanti al televisore (o attorno a un tavolo, a patto di dire tutti insieme "hop-hop gadget binocolo" e sperare che vi venga la super vista). Avete 4 Joy-Con? Mettetevi sul divano ed esplorate la ricca offerta del pacchetto messo insieme dal produttore nipponico: non ci sono solo i tabelloni, infatti, ma diverse altre modalità fanno di tutto per rendere eterogeneo l'insieme, ben riuscendo nell'impresa.

Chiaramente il cuore dell'esperienza rimane il grande classico, il tabellone su cui sfidarsi in quattro tra caselle imprevisto, modifiche dello scenario, furti di stelle (chi ne ha di più vince) e monete (con cui comprare oggetti e stelle). Proprio come nei giochi di società reali, i quattro giocatori (o anche meno che tanto ci sono i bot) tirano i dadi, muovono la propria pedina e si scontrano in un minigioco una volta per turno. I giochi possono essere tutti contro tutti o a squadre, a seconda del colore delle caselle su cui si fermano i giocatori, e sono tutti giocabili in anteprima direttamente nella schermata di spiegazione delle regole.

Questo minigioco è davvero divertente: bisogna correre davanti al fotografo e spingere via gli avversari per guadagnare il centro dell'inquadratura. Immediato, semplice e spassoso.

Ecco, questo è un meccanismo che funziona molto bene per non spezzare l'azione e dare al tempo stesso a tutti la possibilità di provare il minigioco prima di cimentarsi sul serio. Il passaggio dal tabellone all'allenamento e poi al gioco vero e proprio è decisamente rapido e fluido, anche se le ormai storiche lungaggini non mancano su altri fronti. Quando si prende una stella, per esempio, scatta una sfilza ammorbante di filmati impossibili da saltare che davvero fa venire il latte alle ginocchia: compri la stella, animazione della stella, schermata classifica, cambio posizioni dei giocatori, altra animazione sul tabellone, dialogo di Toad sempre uguale, altra animazione di Toad che si sposta verso la nuova posizione casuale della stella... Sarà un minuto, forse meno, ma sembra un'eternità già alla seconda volta che succede.

Un discorso simile possiamo farlo quando mancano tre turni alla fine del gioco, e scattano un paio di siparietti che la prima volta possono anche far sorridere, ma poi superano rapidamente il confine del fastidio. Peccato, perché al netto di questi singhiozzi l'azione scorre sorprendentemente veloce sul tabellone, e non si patisce più di tanto l'attesa nemmeno durante i turni degli altri giocatori. Se proprio non sopportate gli intermezzi, però, state tranquilli che le altre modalità offrono molti meno tempi morti e vi propongono una raffica di minigiochi.

Molto carina la modalità dove tutt'e quattro i giocatori devono collaborare in una sessione di rafting: tutti sullo stesso gommone, ognuno con un remo, bisogna spostarsi lungo un fiume impetuoso cercando di attivare più minigiochi possibili (colpendo dei palloncini) e aumentare il tempo a disposizione per arrivare alla fine. È una buona alternativa al tabellone, più rapida e con un maggiore accento sulla cooperazione, se vi sentite lontani dall'agonismo.

Poteva mancare il minigioco dove si agitano le braccia? No, e infatti ce ne sono diversi, alcuni riusciti e altri un po' meno.

E poi c'è qualche altra modalità minore, e poi ci sono i minigiochi speciali che sfruttano le peculiarità di Switch, quelli che avete già visto nei vari video promozionali e che permettono anche di affiancare più console per un effetto francamente davvero riuscito. Certo, bisogna avere due Switch sotto mano (e due copie del gioco), ma se potete provare fatelo e non ne rimarrete delusi. Anche se la console a disposizione è una sola, però, ci si diverte ugualmente sia sul televisore che mettendo Switch al centro del tavolo e posizionandosi attorno: sono minigiochi più strutturati delle ottanta micro pillole, e generalmente ben fatti.

Arrivati a questo punto sarà chiaro che Super Mario Party fa praticamente tutto quello che deve, e in più (per la prima volta) offre anche una modalità online per scontrarsi con giocatori sparsi per il mondo, sempre che abbiate deciso di fare l'abbonamento al servizio a pagamento di Nintendo, chiaramente. Ci sono anche dei difetti, però, oltre alle citate lungaggini che comunque non rovinano l'esperienza. Su tutti citiamo una realizzazione tecnica piuttosto sottotono: va bene che nessuno si aspetta il graficone da un party game, ma vedere il naso di mario squadrato stona un po' con il 2018.

Poi c'è il fatto che si deve giocare per forza con un singolo Joy-Con, il Pro Controller non è supportato e non potete nemmeno giocare con la console in mano in modalità portatile, bisogna per forza appoggiarla e sfilare i piccoli pad. Il perché è anche comprensibile in realtà, visto che diversi minigiochi sono costruiti attorno alle peculiarità dei Joy-Con, ma è anche vero che i controllerini non sono certo campioni di comodità.

Alcune caselle sui tabelloni sbloccano degli alleati: possiamo usare i loro dadi speciali o semplicemente godere di una spintarella ogni turno.

Da ultimo segnaliamo quella che forse è un'ovvietà, ma che va tenuta presente: per divertirsi in quattro, servono quattro Joy-Con, e una coppia di Joy-Con costa più o meno settanta euro, non certo poco. Se avete amici con Switch chiaramente il problema non si pone, ma se siete voi gli unici ecco che l'investimento per organizzare qualche serata di party gaming diventa importante. È anche vero che Nintendo ha annunciato un bundle del gioco con due Joy-Con, ma ancora non sappiamo a quanto verrà venduto e soprattutto sarà disponibile solo a partire dal 23 novembre, quasi due mesi dopo l'uscita di Super Mario Party (fissata per il 5 ottobre).

Ma è pur vero che stiamo cercando il pelo nell'uovo, visto che da sempre per giocare in quattro (salvo eccezioni) servono quattro controller, e la grafica di un Mario Party è l'ultimo dei problemi, e allora torniamo a tessere le lodi di una produzione che riesce nel suo obiettivo: rilanciare la serie e sfruttare a dovere le peculiarità di Switch. Ovviamente si tratta di un gioco che funziona al suo meglio quando si è in compagnia (anche se giocare da soli si può, e non è nemmeno così male), ma se avete in programma di riscaldare l'inverno a suon di serate con gli amici, e volete un party game per divertirvi davanti al televisore o attorno a un tavolo, Super Mario Party è la scelta più ovvia.

8 / 10

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Super Mario Party

Nintendo Switch

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Alessandro Arndt Mucchi

Contributor

Giocatore cronico, lettighiere notturno, cuoco discreto, giurisprudente perplesso, musicista part-time, giornalista dal 2006. Da sempre esperto di versetti.
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