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The Bard's Tale IV: Director's Cut - recensione

Il bardo di InXile torna su console.

L'operazione nostalgia di Brian Fargo e InXile Entertainment prosegue anche su console. Il quarto capitolo di The Bard's Tale, serie che affonda le radici nella notte dei tempi (siamo alla soglia dei 35 anni) e che sta tentando ora di risollevarsi da un periodo di anonimato, arriva ora anche su console in versione Director's Cut. Avevamo recensito l'edizione "liscia" per PC poco meno di un anno fa e il nostro Davide Pessach lo aveva premiato con un bel voto.

Abbiamo nuovamente messo alla prova il gioco, stavolta su PlayStation 4, per capire se le aggiunte e le migliorie apportate gli avrebbero permesso di fare un ulteriore passo verso l'eccellenza. Purtroppo quel fatidico gradino non è stato superato, ma siamo comunque in presenza di un ottimo prodotto, un generoso dungeon crawler di stampo classico che ha perso un po' dello spirito degli esordi, guadagnando però in maturità.

Facciamo un breve riepilogo per chi non ha voglia di leggere la recensione originale, cosa che vi consigliamo comunque di fare. Barrows Deep, questo il titolo originale del gioco, prende vita nei luoghi classici della saga e contiene numerosi riferimenti ai giochi precedenti ma, in termini di gameplay, rompe un po' gli schemi a cui si era attenuto in precedenza. Il giocatore ha in concessione una libertà di esplorazione maggiore ma ritorna nei ranghi dei dungeon-crawler vecchio stile durante i combattimenti.

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Si inizia con la creazione del proprio personaggio, che può appartenere ad una delle classi canoniche: Mago, Guerriero, Ladro e ovviamente... Bardo. Solo quattro classi, è vero, ma le possibilità di scelta si moltiplicano notevolmente grazie alle razze che elevano non poco il totale di possibili combinazioni. Ognuna di esse vi darà poi accesso ad una pletora di abilità.

Il vostro eroe non rimarrà solo per molto, e al suo fianco si alterneranno svariati compagni d'avventura che lo affiancheranno (è proprio il caso di dirlo) negli scontri. Questi hanno un'impostazione che forse i giocatori più giovani potranno associare a quella di alcuni puzzle-RPG disponibili su iOS e Android: i membri del party vengono disposti orizzontalmente sullo schermo proprio di fronte ai nemici, su una griglia quadrata.

Si hanno inizialmente a disposizione pochi punti-azione, che possono essere usati per spostamenti e attacchi. Con il procedere dell'avventura ovviamente le possibilità si moltiplicano e rendono necessaria una pianificazione più attenta delle "mosse".

La storia di The Bard's Tale IV si svolge all'incirca 100 anni dopo quella di Thief of Fate, episodio finale della prima trilogia.

L'esplorazione non è totalmente libera fin dall'inizio. Le diverse zone della mappa vengono sbloccate progressivamente con il completamento delle missioni principali, che come da tradizione possono essere intervallate da side-quest per le quali verrete reclutati da NPC splendidamente doppiati in lingua originale. Uno dei valori aggiunti di The Bard's Tale IV è proprio la cura con cui sono stati "costruiti" quasi tutti i personaggi secondari.

Anche il comprimario che vi capiterà di incontrare solo un paio di volte è caratterizzato splendidamente, ma è l'intero costrutto artistico ad essere ottimo grazie anche ad un tuning tecnico percepibile soprattutto nelle animazioni e nella migliorata modellazione poligonale di alcuni personaggi ed elementi degli scenari.

L'aggiornamento grafico di questa Director's Cut di The Bard's Tale IV si porta dietro anche numerosi elementi che ne vanno a rimpolpare la già ottima "dotazione di serie". Oltre ad aver ascoltato i consigli forniti dai giocatori nel periodo post-lancio del gioco originale apportando aggiustamenti al bilanciamento della difficoltà, InXile ha farcito l'avventura con una bisaccia piena zeppa di nuovi nemici, armi ed equipaggiamenti che espandono ulteriormente le possibilità di "customizzazione".

Alla colonna sonora ha lavorato la cantante folk scozzese Julie Fowlis e merita da sola il prezzo del biglietto (ma sono io, Daniele, o hai scelto questa foto un po'... alla cazzo? ndSS).

La già ottima longevità di Barrows Deep è stata ulteriormente incrementata da un nuovo, corposo capitolo aggiunto a fine gioco che porta la durata media ben oltre le 40 ore. Sono state inoltre aggiunte nuove opzioni di personalizzazione dei personaggi, incluse nuove classi, nuovi nemici che rendono i dungeon un po' più impegnativi e una generosa manciata di equipaggiamenti (armi comprese).

Descritte le rose arrivano ora le spine. Se un anno fa The Bard's Tale IV era criticabile per un'ampia gamma di problemi a livello tecnico, questa versione non ne è purtroppo esente. Nel corso del nostro playtest abbiamo riscontrato alcuni bug che, pur non rientrando nella categoria di quelli "fatali", hanno risvegliato la nostra Sindrome da Bethesda. Un paio di NPC con cui dovevamo parlare non davano segni di vita mentre un terzo se ne andava allegramente a spasso... in verticale. Un combattimento poi ci ha costretti a riavviare il gioco in quanto non andava avanti dopo la sconfitta dei nemici. Eventi occasionali ma comunque fastidiosi, ai quali il team di sviluppo sembra stia lavorando.

Tolti questi nei (e dei caricamenti un po' troppo lunghi), l'esperienza di gioco offerta è decisamente di ottimo livello. Consigliamo The Bard's Tale: Director's Cut oggi come facemmo un anno fa con la versione standard. Questo a patto che non siate allergici ai giochi non tradotti, perché qui della nostra lingua non c'è la minima traccia.

Nonostante non manchino riferimenti ai vecchi giochi, è possibile apprezzare questo quarto capitolo anche senza aver provato i precedenti.

Ma forse è meglio così: vista l'ottima caratterizzazione dei personaggi, sarebbe stato davvero difficile trasporre il tutto in Italiano. Accettate dunque quello che vi viene offerto e verrete ricompensati con un'avventura che vi riporterà indietro nel tempo. Peccato solo che in quest'anno di tempo non abbia saputo migliorarsi.

7 / 10

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Daniele Cucchiarelli

Contributor

Lavora nel giornalismo videoludico da oltre 20 anni. Anche se tutti quelli che lo conoscono gli hanno consigliato di "trovarsi un lavoro serio", resta sempre fedele al suo primo amore.
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