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The Boys (S02) - recensione

“Sventurata la terra che ha bisogno di eroi”.

Attenzione: l'articolo contiene spoiler della prima stagione.


Non succede spesso ma ogni tanto una serie che ci era piaciuta nella sua prima stagione, nella seconda ci entusiasma. E ci sposta anche il gradimento (la passione a volte) nei confronti di alcuni personaggi rispetto ad altri.

Questo ci è capitato guardando il proseguimento delle avventure di The Boys, eroi umani e vulnerabili e supereroi invulnerabili, indistruttibili. Tutti accumunati però da una qualche forma di "anima" che ha influito sulle loro caratteristiche, dando a quelli umani una forza e una determinazione nel conseguire i propri scopi davvero sovrumana, mentre quelli invincibili sono minati dalle storture dei loro deviati caratteri.

Per la cronaca ripetiamo che la serie è tratta dai fumetti di Garth Ennis disegnati da Darick Robertson nel 2006, trasposta per la TV da Eric Kripke (Timeless, Supernatural) insieme a Evan Goldberg e Seth Rogen (già responsabili di Preacher, che si ritaglia un veloce cameo).

I protagonisti della serie sono equamente suddivisi fra gli eroi "ufficiali", che sotto un nobile aspetto e parole sensate nascondono turpi progetti e anime corrotte, e quelli veri, gli emarginati, i brutti sporchi e buoni perché quelli belli e ripuliti sono in veri cattivi.

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Ma è sempre facile confondere le idee di un'opinione pubblica instupidita delle balle del Sistema o da chi di quel Sistema è complice. La bieca Vought International continua nelle sue disoneste manovre, coprendo ogni illegalità commessa, imbrogliando la gente comune, ricattando i vertici del Potere con il quale fa sporchi affari.

I Nostri sono messi malissimo, in totale sbando. Butcher è assente, cane sciolto che deve elaborare il suo sconvolgimento, dopo che perfidamente Patriota gli ha fatto intravedere che l'amatissima moglie Rebecca, data per morta e mai dimenticata, è viva e vegeta e ha pure fatto un figlio con lui. L'uomo ha ormai un solo fine, ritrovarla e vendicarsi. Il suo gruppetto di fedeli è abbandonato a se stesso, per sopravvivere vivono nei bassifondi.

Quello messo peggio è Hughie che ha perso fiducia nell'uomo che era diventato per lui quasi una figura paterna, mentre si sviluppa altalenante il suo rapporto con la Super Starlight, che per lui è la fidanzatina ideale, la ragazzina della porta accanto, la dolce biondina che sotto le guancette paffute, la boccuccia a bocciolo di rosa e i lunghi riccioli biondi nasconde una tempra eccezionale, sia fisica che morale.

Anche Frenchie ha i suoi problemi sentimentali, mentre cerca di governare l'ingovernabile Kimiko, di cui è segretamente innamoratissimo. Mother's Milkm, come il suo capo, vorrebbe ricongiungersi con la sua famiglia, ma questo non gli fa dimenticare lo spirito di gruppo. Anche nella squadra avversaria però i problemi non mancano...

Gli splendidi outsider.

Deep, l'uomo-pesce, ragazzo mai stato particolarmente sveglio, dopo essere stato cacciato dal Paradiso degli eletti, sta compiendo un percorso per tornare a essere degno del suo gruppo, grazie a una setta stile Scientology.

A-Train subisce le conseguenze dei suoi comportamenti scriteriati, il misterioso Black Noir continua a essere una mostruosa macchina per uccidere, ma mostrerà un inatteso tallone d'Achille. Si ritrova un Super espulso, Lamplighter, con un ruolo tutto da definire. E c'è una nuova entrata, la spietata, letale Stormfront, priva di qualunque scrupolo morale, che nasconde un immenso segreto.

Il punto forte di questa stagione è il suo rapporto con Homelander, personaggio che se già ci aveva colpito nella prima stagione, qui davvero arriva a vette inimmaginabili, devastato dalla perdita della sua Madelyn Stillwell (Elisabeth Shue, che compare in qualche disturbante flashback), deluso dal comportamento di Maeve (che per le masse era la sua "Regina"), dalla quale si considera tradito e della quale si vendica, costringendola a subire un "castigo" davvero sottilmente perfido.

Oltre a difendere la sua Company dalle accuse che la stringono sempre più da vicino, è impegnato nel "fare famiglia" con la moglie di Butcher e con quello che è suo figlio ma che lo rifiuta. Tutti questi disagi incrinano fatalmente la fragile personalità dell'infrangibile "eroe", producendo effetti devastanti.

Due degli Eroi degeneri.

Merito della coinvolgente evoluzione di questo notevole personaggio va al suo interprete Antony Starr. Perché se Karl Urban per portare avanti il suo personaggio continua a sfruttare la sua fisionomia, truce e poco espressivo, ben altro lavoro fa Starr, con una gamma di espressioni, di sfumature, di piccoli tic nervosi che lasciano intuire la sua prossima rottura.

Se come già dicevamo, la prima stagione faceva satira sul nostro corrotto sistema che costruisce e pompa personaggi per venderli alla stregua di qualunque marchio, questa volta risaltano maggiormente tutti i vari caratteri, che vengono dettagliati e "umanizzati", e prende maggiore spazio l'accusa contro questo Sistema, che palesemente nella sua propaganda ricalca i metodi, gli slogan, le menzogne di quello odierno, reale.

Con la sua violenza sanguinolenta, il sarcasmo appuntito, sempre divertente e coinvolgente (nel sesto episodio compare pure Love Sausage in un esilarante cameo), la serie è interpretata da un cast che si conferma come ottimamente scelto anche nei personaggi di contorno (per i puristi entra in scena anche il famoso Bulldog, presente nei fumetti e assente dalla prima stagione).

I "felici pochi" mostrano l'impossibilità del conseguimento della felicità. I loro poteri, la bellezza dei volti e dei corpi, la illimitata ricchezza, l'impunità totale, l'ossequio e l'adulazione di chi li accudisce, la venerazione dell'opinione pubblica non la garantiscono, non sottraggono alla solitudine, non danno certezze sul futuro.

The Butcher e Hughie, un instabile rapporto.

Perché dentro i loro corpi intangibili hanno anime vulnerabili come i corpi fragili e le anime ferite dei Boys che cercano di smascherare la multinazionale, di mostrare al mondo l'inganno, i crimini, disperatamente, eroicamente e in condizioni di estrema difficoltà e disagio. Tutti comunque pagheranno prezzi altissimi.

Questa seconda stagione ci ha intrigati tantissimo, ricca di momenti wow, di sorprese spiazzanti e di spassose iperboli, arricchita anche da qualche spunto toccante (e la conclusione è all'altezza, fra colpi di scena attesi e altri eventi sorprendenti). Per questo motivo è stata estenuante l'attesa di ogni nuovo episodio, perché questa volta (attirandosi molte maledizioni) Amazon ha deciso di pubblicare i primi tre episodi in contemporanea, per poi alimentare i fan con una puntata alla settimana.

Questo però ha dato luogo a un fenomeno irritante, la recensione dettagliata dei singoli episodi, mano a mano che venivano visti, con molti spoiler sulle trame che dovrebbero far gridare allo scandalo quanti esigono di sapere il meno possibile, pur desiderando leggere una recensione.

Al di fuori di queste varie polemiche, fosse stata pubblicata tutta insieme, The Boys avrebbe fatto fare notte in bianco a un sacco di gente, trascinata da un episodio in quello successivo senza possibilità di opporre resistenza.

Il patetico Uomo-pesce.

Ma sarebbe stata consumata in otto ore scarse, mentre così siamo stati in compagnia dei folli protagonisti per quasi due mesi. Perché lamentarsi? L'attesa per la terza stagione sarà più breve.

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A proposito dell'autore

Giuliana Molteni

Contributor

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