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The Cruel King and the Great Hero Recensione: Il drago e la sua bambina

Un RPG dall'agro sapor di fiaba.

C'era un tempo un'aspra rivalità tra uomini e draghi che portò morte e distruzione per molti anni. Quella rivalità ora non c'è più. Quello che un tempo era considerato il Re Demone divenne amico, al punto che l'eroe una volta suo nemico prima di morire gli chiese di prendersi cura della figlia appena nata.

La piccola Yuu crebbe sotto la possente ala del drago, che continuò per anni a raccontarle le grandi imprese compiute dal suo vero padre. Quelle fantastiche avventure fecero crescere in lei il desiderio di conoscere il mondo esterno e di diventare un giorno un'eroina coraggiosa... proprio come il suo papà. Il suo sogno è sconfiggere il Re Demone una volta per tutte, ignara che chi vuole uccidere è proprio il corvino gigante buono che l'ha cresciuta.

Quello che avete appena letto è l'inizio di una fiaba dai toni agrodolci, simile a quelle che i nostri genitori ci raccontavano da piccoli. Una fiaba raccontata attraverso immagini che sembrano davvero uscite da un libro per bambini, con pagine color paglia che si susseguono una dietro l'altra e dialoghi sotto forma di balloon che seguono le buffe espressioni dei protagonisti.

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A differenza dei libri, però, la storia di The Cruel King and the Great Hero è anche accompagnata da una tenera colonna sonora che sembra uscita da una delle magiche stanze dello Studio Ghibli. L'insieme di tutti questi elementi è incredibilmente piacevole da vedere ed almeno nelle primissime ore è capace di incantare anche i cuori dei giocatori più esperti e smaliziati.

Non è esattamente da giocatori esperti e smaliziati il costrutto ludico di quest'ultima opera Nippon Ichi, che poggia i suoi pilastri sulle fondamenta più basilari del game design del genere RPG. Se qualche anno fa vi è capitato di giocare The Liar Princess and the Blind Prince, sicuramente ne ricorderete le atmosfere ma anche la cronica ripetitività del gameplay... difetto condiviso anche da questo secondo capitolo della pseudo-saga.

L'impresa di Yuu passa per lunghi viaggi attraverso scenari popolati da esseri bizzarri e creature di ogni tipo, che entrano in scena come fogli sagomati che scivolano sulle pagine del libro. Le loro animazioni sono volutamente essenziali ma la resa complessiva è più che soddisfacente. Il ramo della trama principale si dirama in più direzioni attraverso quest secondarie che includono "atti di gentilezza" verso alcuni NPC, di cui man mano scoprirete interessanti dettagli che ne approfondiscono le caratterizzazioni.

L'avventura è divisa in capitoli, o meglio in giornate scandite da un X numero di missioni principali, concluse le quali la giovane protagonista deve tornare nella sua tana e addormentarsi teneramente tra le calde scaglie del suo papà adottivo.

I diversi biomi sono splendidi da vedere ma dopo la ventesima volta che passerete nello stesso livello non ne potrete davvero più.

Il mondo di gioco è interamente bidimensionale e non interamente accessibile all'inizio. Per sbloccare alcune aree dovrete raggiungere determinate milestone del gioco, passate le quali sarete liberi di muovervi come e dove volete. Purtroppo, la quantità di backtraking e la monotonia dei compiti da portare a termine minano fin dalle prime ore il tasso di divertimento e l'eccessiva frequenza dei combattimenti casuali fa il resto.

A fronte di meccaniche di combattimento più che canoniche, con attacchi, difese e tecniche di ogni protagonista che si legano alle sue statistiche principali, il livello di difficoltà inizialmente piuttosto basso tende in più di un'occasione (e improvvisamente) ad innalzarsi non di poco. In particolare, è la quantità di attacchi speciali utilizzati dagli avversari ad essere totalmente sbilanciata, soprattutto alla luce del fatto che gli stessi possono essere usati da Yuu e soci con una frequenza nettamente inferiore a causa di un lentissimo caricamento dei Punti Azione necessari.

Tale sincopato andamento rende un po' nebuloso il target di riferimento di The Cruel King and the Great Hero, spostandolo a seconda del momento dal pubblico più giovane a quello un po' più "scafato" nei giochi di ruolo.

L'assenza di localizzazione in italiano contribuisce ulteriormente ad ingarbugliare il posizionamento del gioco, che di fatto sembra tagliato su misura per essere giocato da un bambino assieme ad un adulto. Proprio come il Drago che segue Yuu dalle retrovie per aiutarla in eventuali momenti di difficoltà (suo, ad esempio, è il fuoco che rende i suoi attacchi speciali così potenti), il giocatore più esperto può fare da spalla a quello meno rodato nei momenti più ardui. In questo modo tutto si riequilibra e l'andamento dell'avventura, peraltro neanche cortissima, torna ad essere piacevole come nel suo atto introduttivo.

Il loot non è particolarmente generoso e rientra nel perfetto “manuale di base degli RPG”, perfetto per chi vuole iniziare ad avvicinarsi a questo genere.

Avremmo voluto davvero tanto premiare con un punteggio più alto The Cruel King and the Great Hero ma purtroppo siamo di fronte al classico gioco tutto fumo e niente arrosto. Le componenti artistica e narrativa sono da dieci e lode, incantevoli, ma non vengono supportate da una struttura ludica adeguata.

Le meccaniche RPG tutto sommato buone, sebbene tutt'altro che originali, risultano fin da subito ripetitive e spesso inutilmente sbilanciate. A questo punto non sappiamo se ci sarà mai un terzo capitolo di questa fiabesca saga, ma se così sarà ci auguriamo che i ragazzi di Nippon Ichi facciano tesoro degli errori passati.

6 / 10

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The Cruel King and the Great Hero

PS4, Nintendo Switch

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Daniele Cucchiarelli

Contributor

Lavora nel giornalismo videoludico da oltre 20 anni. Anche se tutti quelli che lo conoscono gli hanno consigliato di "trovarsi un lavoro serio", resta sempre fedele al suo primo amore.
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