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The Lightbringer - prova

Un regno corrotto, un solo portatore di luce.

Con lo Steam Next Fest, Valve celebra i giochi in arrivo e come sempre, noi di Eurogamer, siamo in prima linea per raccontarvi le ultime novità del panorama indipendente. Questa volta è il turno di uno dei partecipanti al Guerrilla Collective Showcase: The Lightbringer. Si tratta del nuovo platform di Rock Square Thunder, pubblicato da Zordix (publisher di Ponpu e Hayfever). È un gioco dall'atmosfera luminosa, nonostante racconti di un mondo corrotto da salvare sgominando melme di pura oscurità.

A primo impatto potreste scambiare ciò che avete di fronte per un adventure game, con mappa da esplorare interamente in base ai power up in vostro possesso. Anche se Zelda appare tra i modelli a cui gli sviluppatori si sono ispirati, in realtà, The Lightbringer è un platform in tutto e per tutto, dal sapore davvero classico: utilizza infatti una tipica progressione per livelli e costruisce scenari con salti di difficoltà sempre crescente, introducendo gradualmente puzzle via via più intricati.

Per superare le sfide che vi si pareranno dinnanzi, infatti, dovrete destreggiarvi con il doppio salto e con il lancio di un boomerang, da controllare con la levetta destra e i grilletti. Trovando delle pozioni rosse recupererete istantaneamente la vostra barra energia, rappresentata da alcuni cuori. Potrete rotolare per schivare gli attacchi nemici o riposizionarvi. L'ambiente vi offrirà situazioni particolari, che spaziano da leve da azionare, utili per esempio a regolare la posizione di alcuni ponti, fino a ventole d'aria per farvi saltare più in alto. Tutto già visto, ma a nostro giudizio ben amalgamato.

Cover image for YouTube videoThe Lightbringer Trailer | Summer of Gaming 2021

Il Portatore di Luce che dà il nome al titolo è il fratello della precedente guardiana del regno, una ragazza che sottoforma di spirito vi guiderà nel vostro viaggio. Raccogliendo dei frammenti di luce (cristalli verdi) potrete purificare i monoliti: portali che collegano le terre di un mondo oramai in rovina. Questa è la condizione necessaria per passare al prossimo livello. Altri cristalli, più rari e dal colore rosato, sono invece collezionabili segreti che servono a dare profondità e rigiocabilità ai diversi livelli. Infine, nella mappa, si nascondono delle campane che se colpite riveleranno dettagli su lore e ambientazione

I comandi di salto hanno una buona responsività. Sono l'elemento fondante del gameplay e dunque è bene sottolineare quanto sia piacevole e preciso il controllo del personaggio. La grafica, in parte low-poly ma tutt'altro che piatta, è ispirata ed incentrata sull'uso di piattaforme molto geometriche. Queste, grazie all'uso della telecamera rotabile e alla semi-isometria, rivelano anfratti misteriosi e nascosti: una meccanica che alla lontana ci ha ricordato Fez e Mario 3D World.

Durante la nostra prova abbiamo affrontato un livello introduttivo, con una colonna sonora molto ispirata, simile alle melodie poliritmiche del primo Spyro (composte, ricordiamo, da Stewart Copeland dei The Police). Il game design ci è parso pulito e onesto nei confronti del giocatore, con tanto di checkpoint ben posizionati, per niente punitivi. Nonostante qualche breve deviazione, la meta s'è raggiunta seguendo un percorso abbastanza lineare.

I comandi sono davvero responsivi e vi permetteranno di superare con prontezza ogni ostacolo.

Teletrasportati in un livello avanzato, invece, le cose sono diventate più interessanti. Tra noi e la meta non si frapponevano semplici burroni, bensì blocchi di sabbia pericolanti, nemici volanti spara-melma, avversari in armatura da colpire alle spalle, percorsi secondari e segreti. Sullo sfondo c'erano mongolfiere abbandonate o distrutte, elementi che raccontano la corruzione senza togliere nulla ai colori allegri e vitali della natura che circonda il Portatore di Luce.

Infine, in una boss battle anche questa dal sapore molto classico, abbiamo affrontato un misterioso golem, immerso per metà in acqua. Bisognava schivare getti d'acqua e le martellate delle sue possenti manone volanti. Una volta fatto ciò, lanciando il boomerang contro dei globi di melma rossastra, ben visibili, si aveva modo di danneggiarlo. Questa è la parte che ci ha convinto meno: il moveset del boss, leggibile e ripetitivo, era troppo basilare se confrontato alla quantità di energia da togliergli.

Inoltre, abbiamo trovato più di un modo per rendere la battaglia una barzelletta, sfruttando la fisica di gioco per raggiungere (con poco sforzo) dei punti ciechi e aggirare tutti gli attacchi dell'avversario. Probabilmente, stando a questo esempio, i combattimenti sono da ricalibrare per sottolineare ulteriormente la ben riuscita componente platform e non il più lento e meno convincente uso del boomerang, da relegare ai puzzle.

Come da tradizione platform ci saranno diverse superfici su cui muoversi, tra cui gli immancabili blocchi pericolanti.

Pare che Rock Square Thunder voglia dare una certa importanza alla componente narrativa. Al momento, al di là di qualche dialogo in rima, abbiamo notato soltanto la voglia di disseminare indizi di trama tramite l'uso di collezionabili, nascosti in posizioni strategiche. Ci incuriosisce la scelta di immergere il Portatore di Luce in un mondo desolato ma decisamente splendente. Ovviamente, approfondiremo la qualità della scrittura in sede di recensione.

In conclusione, The Lightbringer ci è sembrato divertente, nonostante un ampio margine di miglioramento che non ci ha fatto scattare la fantomatica scintilla. Certo è che, da quanto abbiamo visto, gli sviluppatori hanno azzeccato in pieno tutto ciò che riguarda le meccaniche platform. La data di uscita è ancora sconosciuta e si saprà di più durante il corso dell'anno. Il gioco sarà disponibile su Steam e Nintendo Switch.

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A proposito dell'autore
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Antonino Fiore

Contributor

Classe 1993, in squadra dal 2018. Ha scoperto i videogiochi con i floppy dell’Amiga e da allora vive, sbalzato temporalmente, una generazione indietro. Dalle avventure grafiche agli horror, è un accanito retrogamer e un vorace escapista. Con gli anni ha realizzato d’essere, più che altro, un semplice Homo Ludens. Megaman e Suikoden sono i suoi punti deboli.

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