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Through the Darkest of Times - recensione

Il nazismo, come non lo abbiamo mai combattuto.

Ci sono temi che la cultura umana fa fatica a trattare. Tra questi, il più delle volte, ci sono violenze, tragedie di vario tipo e, in generale, eventi che disturbano la nostra capacità di razionalizzare, che poi è la nostra miglior difesa. Quando gli eventi sono "troppo" per il nostro raziocinio la mente si spegne e crea barriere e questo, probabilmente, genera un rifiuto che poi rende problematici i prodotti culturali riguardanti quell'argomento.

Certo, film e libri sulla Seconda Guerra Mondiale si sprecano, ma se si considerano le persecuzioni razziali, i genocidi (ovvero tutta la violenza che esula dalla categorizzazione militare e politica generalmente accettata), allora ecco che la lista si fa più corta, e ogni singolo rappresentante discutibile e spesso discusso.

Through the Darkest of Times è il primo videogioco che prova a mettere il giocatore nei panni, terribili, di un civile 'resistente' nella Germania nazista, dal 1933, anno in cui Hindenburg assegna il ruolo di cancelliere a Hitler, fino alla capitolazione completa nel 1946. Ogni turno di gioco rappresenta una settimana e il vostro obiettivo non è quello di cambiare il corso della storia, ma di sopravvivere e cercare di ritagliarvi uno spazio di manovra che aiuti lo sforzo della resistenza. Il tutto è molto più difficile di quanto vi aspettereste.

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Il gameplay è piuttosto semplice e non abbisogna di tutorial complicati: le prime fasi del gioco sono comunque assistite e ben illustrano i meccanismi di base. Throught the Darkest of Times (d'ora in poi TTDOT) è un gioco di strategia in cui vi si chiede principalmente di assegnare, in ogni turno, i componenti della vostra squadra a compiti di resistenza più o meno attiva in vari luoghi della mappa. Gli eventi storici si dipanano di fronte a voi tramite i titoli di tre giornali, presentati puntualmente all'inizio di ogni turno. Questi eventi sono collegati alle missioni che si renderanno disponibili, a eventuali sbalzi di morale e, cosa più importante, a eventi legati alla narrativa principale.

Le missioni sono in pratica meccanismi in cui assegnate i vostri personaggi e investite risorse per ottenerne altre. Morale, sostenitori, denaro, oggetti specifici e occasioni per arruolare nuovi membri sono le risorse in ballo in queste missioni. Di più, ogni missione ha gradi di difficoltà diversi e abbisogna di skill specifiche per aumentare le possibilità di successo. Le abilità si mescolano ai tratti dei personaggi, per cui le statistiche Segretezza, Empatia, Propaganda, Forza e Cultura sono affiancati alla professione, all'orientamento politico e a tratti del carattere (come 'paranoico' o complottista, per esempio).

Per ogni missione c'è un minimo di agenti necessari e caratteristiche che sono utili, e altre che sono dannose. Ad esempio, in un comizio di lavoratori in cui potremmo trovare nuovi sostenitori sarà utile mandare qualcuno con forti skill di Propaganda ed Empatia, magari associando un passato di operaio con tratti Idealista e Ispiratore. Saranno invece dannosi personaggi con curriculum manageriale o accademico. Se poi abbiamo dei volantini (a loro volta creati in altre missioni in cui servono soldi e altre abilità specifiche come Segretezza, Eloquenza e Cultura), le probabilità di riuscita aumenteranno ulteriormente.

Nel gioco è incluso un editor che vi permette di modificare il vostro personaggio a piacimento.

Gli oggetti nel vostro inventario sono una risorsa importante. Si va dal denaro alla pittura (per murales o volantini), ma anche biciclette (per agevolare la fuga) e medicine. Alcune caratteristiche dei vostri personaggi possono anche aumentare il coefficiente di rischio della missione e, comunque, anche in caso di riuscita c'è la possibilità che la polizia segreta noti uno dei membri della vostra banda e inizi a seguirlo nelle sue attività.

Oltre a questa parte del gameplay vi sono eventi che prevedono scelte multiple e diverse conseguenze. È qui che TTDOT spinge al massimo sul tema e vi mette di fronte a situazioni spesso forti e senza alcuna censura. Qui succede qualcosa di particolare perché un po' l'atmosfera generale austera e disperata, un po' la non abitudine a trattare certi temi, ci si trova in un certo imbarazzo a scegliere qualsiasi opzione che non sia una di assoluta resistenza e contrapposizione al regime nazista.

Siamo d'accordo, il gioco abbonda in quanto a rischi per scelte avventate, ma la storia la conosciamo tutti ed è veramente difficile prendere decisioni allineate al pensiero nazista o comunque potenzialmente collegate alle atrocità compiute da tale apparato.

La schermata di selezione della squadra che si occuperà di una missione, è funzionale e asciutta come tutto il resto del gioco e dell'interfaccia.

Qui TTDOT colpisce perché propone scelte che sembrano molto più personali di quelle di un capolavoro del genere, This War of Mine. Se nel titolo di Eleven Bit eravamo in diretto contatto con personaggi impegnati in una drammatica situazione ispirata all'assedio di Sarajevo, qui il tema è più universale, ampiamente dibattuto e di una portata tale da aver toccato l'intera umanità.

Non vogliamo fare classifiche di drammaticità, solo puntualizzare che la specificità storica con cui TTDOT ci immerge in situazioni drammatiche mette i brividi a livello universale, per la tragedia che sappiamo essere stata il teatro generale in cui quelle scelte avvenivano. This War of Mine era più centrato sui drammi personali dei personaggi che gestivamo e, seppure estremamente potente a livello emotivo, le corde toccate erano diverse.

A livello estetico la grafica è decisamente funzionale, con un intrigante stile grafico a metà tra il fumetto satirico e la rappresentazione artistica espressionista. La musica è strettamente anni '30 e ci è sembrata forse un filo troppo allegra per quello che succede sullo schermo

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Pestaggi delle squadracce naziste: cosa fare?

TTDOT è tutto qui e francamente non è molto, se parliamo di videogiochi. La storia prosegue in maniera abbastanza rigida con una possibilità di influenzare gli eventi molto limitata e, quindi, una rigiocabilità dopo la prima run pressoché nulla. La sensazione generale è che sia un videogioco a cui starebbe meglio l'etichetta di 'installazione artistica' atta a far riflettere sul clima dell'epoca e sulle scelte che le persone si trovavano a compiere quotidianamente.

C'è però molto da imparare per i più giovani, soprattutto in relazione alle conseguenze di scelte politiche estremiste. La storia è un patrimonio umano universale che serve a formarci anche in questo senso, come esseri pensanti che, generazione dopo generazione, applicano quanto imparato per migliorare la propria condizione sul pianeta.

TTDOT è un piccolo mattoncino che i videogiochi offrono in questa direzione, e come tale va giudicato.

7 / 10

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Davide Pessach

Contributor

Studia, scrive, videogioca da tanto, tanto tempo. Quando si annoia rimescola le carte e sposta le priorità, ma i tre ingredienti principali rimangono quelli . Obiettivi? Solo due: curiosità e divertimento.
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