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Trine 3: The Artifacts of Power, le tre dimensioni del fantasy - prova

Un terzo capitolo di tre eroi in tre dimensioni.

Trine è una di quelle serie che non ha bisogno di grandi presentazioni. Con le sue oltre sette milioni di copie vendute, si tratta di uno degli action platform di maggior successo degli ultimi sei anni, da quando il primo capitolo ha visto la luce.

La ricetta è semplice: in un mondo fantasy minacciato da classici nemici del genere, tre simpatici antieroi sono costretti da un misterioso artefatto, chiamato per l'appunto Trine, a condividere il corpo. Starà al giocatore scegliere quale personaggio si presti meglio in un dato momento ad uscire da una situazione, per risolvere determinati enigmi o sconfiggere specifici nemici.

Anche Trine 3: The Artifacts of Power risponde alle stesse dinamiche di gameplay, con la differenza non da poco che l'intero gioco sfrutta ora ambientazioni totalmente in tre dimensioni, abbandonando quindi il 2.5D dei capitoli precedenti. Questo comporta un grosso cambiamento del gameplay, che in qualche modo causa una modifica nell'immediatezza e nell'immersività, rispetto ai primi due titoli.

La nostra prova di Trine 3: The Artifacts of Power si basa sulla versione in accesso anticipato disponibile su Steam, che offre attualmente due livelli della campagna, due mappe sfida e un livello sperimentale, che altro non è che un parco dei divertimenti in cui poter giocare con l'ottima fisica del motore proprietario.

Gli sviluppatori hanno promesso che questa pubblicazione preliminare del titolo verrà aggiornata, aumentando nel tempo il numero di livelli disponibili. Come ormai l'Early Access ci ha insegnato, anche le poche mappe accessibili si trovano ad uno stadio di sviluppo non particolarmente avanzato e la spesa di €19,99 non è consigliabile a chi non voglia rimanere bloccato a causa di bug o ritrovarsi di fronte a fastidiosi glitch grafici. A meno che ovviamente non si desideri semplicemente preordinare il gioco, sostenendo nel contempo lo studio di sviluppo.

Il primo livello della storia è un classico tutorial in cui il giocatore è accompagnato passo per passo nell'apprendimento delle abilità specifiche di ognuno dei tre personaggi. Zoya, Amadeus e Pontius si troveranno di nuovo riuniti a partire dal secondo capitolo della campagna, che terminerà con la sconfitta di un boss meccanico, la distruzione del Trine e la presentazione del nuovo nemico principale, sotto forma di un misterioso fumo che assume le sembianze di uno spietato e crudele volto.

Al contrario della campagna, le mappe sfida hanno un singolo protagonista e non prevedono la presenza di checkpoint. Per il momento possiamo vestire i panni solo della ladra Zoya che, come un antesignana Lara Croft, sarà impegnata ad esplorare templi e a rubare antichi tesori.

In questa versione anticipata del titolo è già possibile giocare in modalità cooperativa fino a tre persone, sia online che in locale. Come già sperimentato dai precedenti capitoli la formula è perfetta per questa serie, anche se qualcuno potrebbe sempre preferire il ritmo più pacato e riflessivo della modalità a giocatore singolo.

I fan di Trine troveranno quindi bene o male tutto al solito posto, tranne per quanto riguarda la grande novità rappresentata dal passaggio alle tre dimensioni. Come già accennato, questo cambiamento rivoluziona in modo sostanziale il gameplay e il feeling del gioco.

Per quanto riguarda l'immersione del giocatore all'interno dei magnifici mondi creati da Frozenbyte, ci troviamo di fronte a due situazioni distinte: se da una parte alcune zone aperte rischiano di mostrare un ambiente a tratti spoglio, dall'altra la visuale alle spalle dei protagonisti restituisce dei panorami e delle sensazioni uniche.

Il discorso rientra comunque nel fatto che un corridoio, sia mostrato in prospettiva che lateralmente, permette di riempire la scena di elementi caratteristici che rendono il mondo fantasy ricco e immersivo. Al contrario, grossi spazi in tre dimensioni rischiano di complicare il lavoro di design e l'aggiunta di elementi scenici in grado di sbalordire lo spettatore.

D'altra parte anche il gameplay è fortemente modificato dalla scelta del 3D. Le sezioni platform subiscono ovviamente un aumento della difficoltà, dovendosi preoccupare di spostare il personaggio anche su un altro asse dimensionale, con un'ulteriore complicanza dovuta al fatto che l'ombra sul terrendo dei personaggi non è particolarmente visibile.

Ne consegue ovviamente che fallire un salto per un problema di prospettiva risulta essere piuttosto frustrante. A questo si aggiunge una telecamera automatica che in alcuni frangenti complica la situazione, in particolare in modalità cooperativa la visuale fatica a seguire tutti i giocatori.

Un aspetto totalmente positivo degli ambienti aperti è invece garantito dai combattimenti contro i nemici. Potersi muovere all'interno di una piccola arena parando i colpi e tirando fendenti a 360 gradi è un'esperienza davvero appagante. Da questo punto di vista, sarebbe forse stato preferibile un mix tra sezioni a scorrimento orizzontale classico e altre più aperte.

La fiducia nei confronti dello studio indipendente finlandese è comunque molto alta e, una volta sistemati alcuni risolvibili problemi, ci troveremo probabilmente di fronte ad una nuova perla videoludica, anche perché le premesse sono già molto buone.

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Pier Giorgio Liprino

Contributor

Per far felice Pier Giorgio basta parlargli di politica, scienza e videogiochi. A questi ultimi s'è avvicinato da bambino giocando ad Age of Empires 2 e da allora è rimasto un appassionato PC gamer, con uno sguardo attento alle console.
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