Skip to main content
Se clicchi sul link ed completi l'acquisto potremmo ricevere una commissione. Leggi la nostra policy editoriale.

Trivial Pursuit Live! 2 Recensione: Giochi di società intramontabili e dove trovarli

Ubisoft ci riprova con una versione aggiornata e votata al gioco online.

Negli anni ‘70 e ‘80 la società era molto diversa e anche il suo nucleo fondamentale lo era, ovvero la famiglia. Non c’era ovviamente internet, computer e videogiochi erano poco diffusi e in casa se andava bene c’era un unico apparecchio televisivo con al massimo una manciata di canali.

Le famiglie erano più numerose e si passava più tempo in casa con fratelli, cugini e amici. Adesso invitare amici o vicini a casa sembra una cosa anacronistica ma per bambini e adolescenti di quell’epoca era la norma. Se non uscivi a giocare a pallone o in bici, i giochi di società era un ottimo modo per divertirsi in casa con tante persone e far volare il tempo.

Oltre ai classici Monopoli, Hotel, Risiko! e Cluedo, c’era anche Trivial Pursuit, un gioco lanciato da Hasbro nei primi anni ‘80 sulla scia dei quizzoni televisivi basati sulla cultura generale che, bisogna dirlo, vanno forte ancora oggi (vedi L’Eredità). Si trattava sostanzialmente di sfidarsi in domande di cultura generale spaziando tra i più svariati argomenti come storia, sport, cinema, geografia o attualità.

Lo scopo finale era rientrare per primo nell'esagono centrale e rispondere correttamente alla domanda conclusiva in una categoria scelta dagli avversari, vincendo così la partita. Ma prima di poter rientrare nell'esagono centrale, il giocatore doveva aver raggiunto le sei caselle finali di ciascuna categoria ed aver risposto correttamente ad una domanda nella categoria relativa. Le sei caselle finali di categoria sono poste al termine di ciascun raggio della pista di gioco, contrassegnate da un triangolo colorato.

L’aspetto visivo è quello dei quiz a premi che si vedono in TV.

Il gioco è stato adattato al medium videoludico abbastanza presto, con i primi esperimenti avvenuti su cabinati arcade, per poi approdare stabilmente sulle console dai 16-bit a salire, passando per PS2 e Xbox, PS360 e fino ai giorni nostri con le console di ultima generazione. Da qualche anno il franchise è passato nelle mani di Ubisoft, che ha provato ad adattare la formula agli standard moderni con Trivial Pursuit Live!, seppur con scarsi risultati. Il publisher ci riprova adesso con Trivial Pursuit Live! 2, disponibile su console PlayStation, Xbox e Nintendo Switch.

Chi conosce il gioco da tavolo o ha provato le sue precedenti incarnazioni videoludiche, si sentirà subito a casa e passerà subito a organizzare una partita con avversari umani in locale, online con sconosciuti o amici, oppure contro avversari gestiti dall’AI. Ovviamente quest’ultima è un’opzione sconsigliabile perché si perde il 90% abbondante del divertimento derivante dalla componente social, ma è sempre una possibilità.

Si possono organizzare partite da 3 o 5 turni che variano ovviamente di lunghezza ma anche di formula: nel caso di cinque turni c’è una fase aggiuntiva di scambio di categorie, in cui ogni giocatore ha facoltà di scegliere una categoria a fronte di due, ottenendo punti bonus se riesce a rispondere correttamente alla domanda. Si ottengono anche punti aggiuntivi per una serie in sequenza di risposte corrette.

In seguito a un round di Grab Bag o Close Call si arriva al round finale che è molto divertente: si fanno varie domande in sequenza su argomenti riguardanti lo stesso soggetto con possibilità di scelta tra due, ad esempio due calciatori e le domande che vertono sulla loro carriera, sui premi conseguiti o sulla vita personale. Indovinando tutte le risposte ottiene il triangolino, e chi riesce a totalizzare sei cunei riempiendo la “torta” sarà il vincitore istantaneo, altrimenti si procederà al conteggio dei cunei o dei punti.

Le domande sono quelle che potremmo trovare ne “L’Eredità" condotta da Flavio Insinna.

Le partite possono risultare molto divertenti in compagnia di tre amici o familiari, ma sono proposti degli incentivi per giocare in solo, come una quantità abbastanza buona di obiettivi proposti anche su Switch che si vanno ad affiancare a Trofei e Achievement su PS e Xbox. Il conseguimento di questi obiettivi permette di sbloccare skin, accessori e outfit per il nostro alter ego, offrendo un certo grado di personalizzazione che però di fatto non dà alcun vantaggio ai fini della resa in-game. Questo è all’atto pratico una delle poche novità rispetto al prequel del 2015, insieme al comparto tecnico migliorato.

Il motore grafico sfrutta maggiormente le capacità tecniche delle nuove console e su Switch viene ovviamente utilizzato anche il touchscreen. Abbiamo testato il gioco sulla piattaforma Nintendo e abbiamo riscontrato che non sia sempre chiaro se e quando è possibile utilizzare il tocco per rispondere alle domande. Di conseguenza, a volte si finisce per non rispondere pensando di essere convinti di farlo. I tempi di caricamento dei tabelloni sono poi abbastanza lunghi in relazione alla complessità dell’engine, che seppur tutto in 3D non è nulla di eccezionale.

Un’altra aggiunta interessante è quella dell’integrazione di Twitch, con la possibilità di giocare contro i propri follower. Questa è un’ottima cosa per gli streamer, che possono tenere coinvolta la propria community, magari organizzando dei tornei con dei premi in palio o dei giveaway. Un aspetto sicuramente social in chiave moderna che aiuta a svecchiare la formula di un gioco sempreverde, adattandolo ai trend e alle abitudini di moderna socialità multimediale.

Adesso però è ora di analizzare i difetti del gioco: ce ne sono pochi ma sono abbastanza gravi. Il primo è l’assenza della localizzazione in italiano. Il gioco è infatti disponibile in inglese, francese e altre lingue ma l’italiano non è disponibile per le domande e nemmeno per i menu. Questo è un grave handicap per chi non ha dimestichezza con la lingua, ma anche per chi ha conoscenze medie e buone.

Il gioco tiene conto delle nostre performance tracciando dettagliate statistiche.

Alcune domande sono semplicemente troppo tecniche e basta non conoscere qualche termine per non riuscire a formulare una risposta in tempo e finire compromessi nel punteggio della partita. Non parliamo poi di chi volesse coinvolgere figli piccoli o nonni. In questo caso conviene lasciar perdere a meno che la famiglia non sia madrelingua o bilingue inglese, spagnolo o francese.

L’altro problema che abbiamo riscontrato è la mancanza di giocatori attivi online, almeno su Switch al momento della recensione. Forse su PS e Xbox c’è più gente nei server? In ogni caso se intendete giocare con estranei sulla piattaforma Nintendo, al momento la situazione non è buona. Almeno è stato corretto uno dei difetti più grossi della componente online del prequel: stavolta è possibile creare match privati e invitare contatti dalla propria lista amici.

A questo punto è ora di tirare le somme: Trivial Pursuit è certamente un prodotto senza tempo e se siete cresciuti con questo gioco da tavolo, questa è un’ottima occasione per riassaporarlo in forma digitale con tutti i vantaggi del caso, in primis il gioco online e le sfide coi propri follower su Twitch. Per chi ha figli è anche una buona chance per far conoscere loro il gioco, per acculturarli e per passare gioiose serate in compagnia. Da questo punto di vista è un peccato che siano supportati solo quattro giocatori in locale, quando il gioco da tavolo ne supportava fino a 36.

Gli obiettivi sono un buon incentivo a migliorarsi e agiocare da soli o a competere online.

La mancanza dell’italiano è un grave handicap, almeno sul nostro territorio. Consigliamo pertanto l’acquisto solo a chi sia in condizione di goderne nonostante la mancata localizzazione.

6 / 10