TRON: Evolution

La sezione a bordo dei veicoli come dicevamo poc’anzi permetterà invece di soddisfare le nostre fantasie adolescenziali, mettendoci a cavallo delle mitiche biciclette cinetiche, peraltro non più costrette a muoversi unicamente solo per linee rette. L’evoluzione è giunta anche qui e permette un utilizzo più naturale dei destrieri d'acciaio nelle furiose lotte con i bikers nemici a colpi di dischi laser. A margine segnaliamo anche la possibilità di poter utilizzare un virtuosissimo tank: i confini di Legacy sembrano essere meno rigidi nella loro nuova iterazione…

Riprendendo quanto oramai è diventata la prassi, anche in TRON: Evolution troviamo il classico sistema di levelling che ci porterà a raggiungere il 20° gradino della scala evolutiva se ci limiteremo al single player, per poi raggiungere il 50° livello nel momento in cui decideremo di prendere parte alla parte competitiva del titolo, sia a piedi che a bordo dei veicoli, forse uno dei maggiori simboli dell’universo di Tron.

A livello narrativo (come da recente tradizione, il gioco non si rifà alle vicende del film in prossima uscita, ma si configura come una sorta di prequel o Easter Egg per tutti i fan di Trona), è difficile cogliere dei reali motivi di interesse a meno che non si faccia parte della schiera dei fan sfegatati, probabilmente gli unici a interessarsi alle origini della realtà rappresentata su schermo.

Le vicende prendono infatti anima e luce nel 1989 del calendario gregoriano e ci porteranno all’interno della "Griglia" informatica dove una serie di eventi sembrano sconvolgere la visione utopica del protagonista di mille avventure Kevin Flynn e della sua Legacy; se avete una leggera sensazione di déjà vu, probabilmente siete nella ragione, ma su questo punto preferiamo addentrarci a tempo debito.

Al termine di questa anteprima, ci sembra piuttosto doveroso porre l’attenzione su un aspetto particolare, a tratti sorprendente, visto il setting di cui parliamo. l più grosso difetto che si è presentato a questo stadio dello sviluppo è stata infatti la laconica mancanza di sensazione di velocità, a causa della quale le biciclette di cui sopra non riescono a trasmettere quel feeling che ogni fan della saga si aspetterebbe, e che da solo potrebbe valere il prezzo del biglietto.

Considerando che tutto quello che ruota attorno al resto del gioco potrebbe avere anche la speranza di emergere dagli abissi della mediocrità, sia a livello di storia che di gameplay, sarebbe davvero un peccato veder tramontare un titolo potenzialmente promettente per un dettaglio che dovrebbe essere alla base del piano di produzione.

Certo la mancanza di cura per il comparto audio, aspetto normale a questo punto dello sviluppo, concorre a sottolineare questo difetto, ma in generale si ha quasi l’impressione che gli sviluppatori abbiano sottovalutato l’importanza di un particolare del genere e che potrebbe rappresentare l’ago della bilancia fra il paradiso e l’inferno.

Il confine tra una concezione di videogame che pesca a mani basse dal passato recente e la volontà di aprire le porte al 3D possono forse essere di contro le carte vincenti per un videogioco che non scimmiotti in maniera poco credibile la propria controparte cinematografica, ma che cerchi la propria via con fare deciso; certamente il carisma e le possibilità per far bene ci sono, l’unico grosso dubbio è che il gioco risulti “vecchio” ancor prima di arrivare sui nostri monitor, aspetto che si potrà giudicare solo a titolo finito.