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Trust GXT 252 Emita - recensione

Un microfono solido, ma un po' troppo essenziale.

Quest'oggi non recensiamo una periferica espressamente improntata al gaming ma un device di Trust pensato per entrare nelle case di Streamer e Youtuber che magari giocano per lavoro: si tratta del microfono Emita, un device veramente imponente e dall'aspetto professionale pensato per essere posizionato su una scrivania di fronte all'utilizzatore.

L'unboxing lo trovate qui sotto, ma vale la pena spendere due parole anche in questa sede per quanto riguarda la confezione, l'assemblaggio e la qualità costruttiva di questo prodotto che sono sorprendenti. Innanzitutto tanto di cappello a Trust per la scelta di realizzare la replica di un flight case rinforzato dove conservare il microfono quando non viene utilizzato. La parte interna in gommapiuma e polistirolo permette di alloggiare tutte le componenti senza che volino in giro per la valigetta, ma ci sono piaciuti molto anche i dettagli del rinforzo esterno del case che ricordano per l'appunto i case di volo del materiale audio professionale.

L'aspetto dell'Emita è quello di in microfono professionale vecchia maniera: materiali e peso lo rendono praticamente immune a qualsiasi forma di vibrazione indesiderata.

Come avete visto dal video, il montaggio dell'Emita è stato facilissimo al punto che lo abbiamo assemblato in sede di unboxing senza nemmeno andare a vedere il libretto delle istruzioni: il microfono si incastra facilmente nello stand antishock tenuto sospeso tramite un sistema di cavi elastici, il cui telaio si aggancia all'asta dello stand da avvitare a una voluminosa base circolare in metallo del peso di circa due chili caratterizzata da un'abbondante piedinatura. Completa il contenuto della confezione un cavo USB da collegare alla parte inferiore del microfono, un supporto in metallo flessibile per il filtro Anti-pop da posizionare di fronte al microfono e un copri microfono in spugna in funzione antivento, anche se questo non è un prodotto pensato per un uso esterno.

Non ci sono dubbi, l'Emita è un dispositivo fatto per durare a lungo e se escludiamo la plastica della cornice tonda che regge la corona centrale, in quanto a materiali non c'è proprio nulla da eccepire, siamo di fronte a uno dei migliori device del catalogo Trust tra quelli che abbiamo avuto modo di recensire finora. L'installazione è questione di un attimo e non prevede l'uso di software particolare: il microfono viene riconosciuto automaticamente da Windows e inserito tra i device di registrazione come periferica USB Trust. Una volta alimentato il microfono si accende di una luce azzurra nella parte interna per segnalare la sua attivazione, luce che tuttavia non si nota se si usa la cover spugnosa.

L'installazione è facile, si sente però la mancanza di un software dedicato per la gestione del volume di cattura e altre opzioni come l'attivazione e disattivazione del microfono, anche perché sul device stesso non è presente alcun genere d'interruttore si accensione/spegnimento o di tasto mute su cui intervenire direttamente, obbligandoci ad entrare direttamente nel menu di configurazione delle periferiche Windows o nel programma di streaming per disabilitarlo quando non ci serve.

Basta una veloce consultazione al foglietto delle istruzioni per capire che l'Emita nasce per essere posizionato esattamente di fronte all'utilizzatore in quanto dotato della classica area di cattura a cardioide che esalta l'acquisizione dell'audio frontale e laterale ma ignora completamente quella posteriore. Questo rende l'Emita inutilizzabile in quelle situazioni come le interviste in cui le due voci sono una di fronte all'altra o la registrazione di fonti sonore separate, oppure per essere piazzato su un tavolo e fare da microfono adatto al conferencing. Ma non è per queste funzioni che il device è stato progettato.

Il nostro unboxing del Trust GXT 252 Emita: materiali eccezionali e ottimi accessori. La valigetta è una confezione veramente azzeccata.Guarda su YouTube

Noi l'abbiamo messo alla prova in tre distinte situazioni e dobbiamo dire che si è comportato piuttosto bene: la prima è stata una chiamata Skype, mentre la seconda una chat in Teamspeak: in entrambi i casi la cattura è stata eccellente, decisamente superiore a quella dei normali microfoni da cuffia, soprattutto per come la voce raccoglieva i rumori d'ambiente (la sedia che si muoveva o l'appoggio delle mani sul tavolo) ma questo concorreva a rendere la cattura audio nettamente più naturale, anche considerando il fatto che non era presente alcun genere di attivazione vocale a tagliare la fase iniziale o finale delle frasi.

Abbiamo anche registrato uno streaming di test ottenendo gli stessi risultati spingendo la qualità della registrazione a 48KHz e 16 bit, il massimo livello raggiungibile dal microfono. Abbiamo anche fatto una prova estemporanea dell'Emita, suonando un pezzo heavy metal ad un notevole livello di distorsione mentre l'originale usciva da un impianto stereo collegato al media center. I livelli audio erano ben oltre la soglia di normale utilizzo e la prevalenza di frequenze basse non si prestava ad essere registrata da un microfono di questo genere, che comunque si è comportato più che bene. Molto meglio è andata invece registrando un pezzo in acustico, riuscendo a rendere benissimo sia la voce sia la risonanza dello strumento a un metro di distanza. Abbiamo anche più volte messo e tolto il filtro antipop sia nelle fasi di parlato sia in quelle di registrazione musicale, notando una differenza minima ma comunque rilevante.

Il filtro antipop svolge bene il suo lavoro per attutire le consonanti esplosive come la lettera B e P.

Nel complesso questo Trust GXT 252 Emita si è confermato un buon prodotto: eccezionale sotto il profilo della qualità costruttiva, valido nell'utilizzo di chat e streaming, capace di districarsi come soluzione d'emergenza quando c'è da registrare audio ambientale. Il prezzo a cui viene venduto (circa 100 euro) giustifica la qualità costruttiva e le buone prestazioni, ma non completamente la mancanza di alcune funzionalità che lo avrebbero reso un prodotto completo.

L'assenza di un tasto mute o di accensione/spegnimento è sicuramente la più importante visto che in un contesto di streaming o chat, la necessità di mutare velocemente il dispositivo quando entra qualcuno nella stanza o si verifica comunque una situazione di disturbo è imprescindibile, senza obbligare l'utente a entrare nel menu di Windows per effettuare la disattivazione. In seconda battuta avremmo gradito un software di configurazione/gestione per pilotare questo genere di funzioni che nel menu delle proprietà di Windows sono supportate ma anche piuttosto essenziali e organizzate in modo poco pratico.

Se amate streammare, siete spesso in chat vocali o per qualsiasi motivo i microfoni da cuffia non sono il vostro forte, questo prodotto di Trust è una buona alternativa per chi vuole ottima qualità di registrazione e non ha altre esigenze. Chi invece è in cerca di dispositivi più flessibili e sofisticati a livello di feature, in questa fascia di prezzo ci sono altri prodotti di livello superiore come ad esempio il Turtle Beach Stream Mic che abbiamo recensito circa un anno fa. Non è caratterizzato dagli stessi materiali o accessori, ma è compatibile con Xbox One e PS4 e soprattutto gode di funzionalità di livello superiore sul fronte dei polar pattern che lo rendono più flessibile nell'utilizzo a 360°. Su questi aspetti Trust dovrà lavorare per riuscire a competere sullo stesso terreno dei mostri sacri dell'audio in ambito gaming.

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Matteo Lorenzetti

Contributor

Dopo dieci anni di The Games Machine, approda finalmente alla redazione di Eurogamer.it. Onnivoro per quanto riguarda i generi, predilige sparatutto, giochi di guida ed RTS.
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