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Trust GXT 26 5.1 Surround Headset - review

Tanta forma, poca sostanza.

Dopo un buon mouse e una discreta tastiera, torniamo a parlare di Trust, l'azienda olandese che dopo un passato glorioso in cui gli accessori e periferiche PC erano fondamentalmente di suo monopolio, ha deciso di tornare alla carica con una nuova linea completamente dedicata al gaming.

Quest'oggi recensiamo un prodotto che ogni azienda ha inserito a catalogo da quando la produzione dei magneti in neodimio è diventata lo standard, ovvero un paio di cuffie 5.1, nella fattispecie le GXT 26 5.1 Surround. Si tratta di un sistema pensato solo per l'utenza PC che punta a proporre una soluzione budget per l'audio direzionale in cuffia.

La prima impressione è stata discreta: si tratta di un paio di cuffie piuttosto voluminose, nonostante il telaio sia composto da due giunti a rotazione extra in grado di permettere di ripiegare i padiglioni all'interno, una soluzione tipica che abbiamo già visto con altri headset da viaggio che per queste Trust serve solo fino a un certo punto: non si tratta infatti di cuffie da usare in mobilità in virtù di dimensioni e peso non propriamente contenute.

L'isolamento acustico delle GXT 26 è notevole. Il comfort risente un pochino del peso.

L'abbondante uso di plastica dura e similpelle conferisce alle GXT 26 5.1 Surround un look piuttosto classico ma è una volta indossate che ci si rende conto del peso tutt'altro che trascurabile. Gli utenti dotati di un capoccione consistente non avranno grossi problemi a indossarle, visto che i passanti sono tranquillamente regolabili, ma persone con il capo piccolo potrebbero risentire del peso a lungo andare.

I materiali utilizzati sono si discreta qualità e il loro uso abbondante fa pensare a una certa robustezza di fondo della struttura nonostante sia tutta plastica (niente passanti in alluminio) e la presenza dei giunti per la rotazione interna dei padiglioni si faccia apprezzare. Anche la similpelle è discreta e dà tutta l'impressione di poter durare un paio d'anni senza particolari rotture.

Peso a parte, il comfort è buono; i padiglioni sono molto ampi e permettono di ospitare orecchie anche di dimensioni voluminose, generando un buon isolamento acustico. I rumori esterni sono molto attutiti e diventa difficile capire la conversazione una persona che parli con un tono di voce basso nel nostro stesso ambiente.

Il cavo è in gomma di buona qualità e appare sufficientemente spesso da far dormire sonni tranquilli sulla sua affidabilità, per quanto non essendo ricoperto di tessuto ha una certa tendenza a intrecciarsi. La lunghezza di due metri e venti è comunque notevole e sul remoto si trova il controllo volume a interruttore (non a rotellina), lo spegnimento del microfono e quello delle cuffie. Quando le cuffie sono collegate e accese, tutto il remoto s'illumina di una piacevole luce azzurrognola.

Una volta connesse al PC, le GXT 26 5.1 Surround sono state riconosciute immediatamente tramutandosi in una vera e propria scheda audio esterna con tutte le configurazioni del caso. Facendo un salto sul sito ufficiale di Trust abbiamo scaricato il pacchetto software dedicato che installa il tool di gestione del sistema audio, in particolare i profili di equalizzazione e di utilizzo dei canali audio.

L'estetica complessiva delle GXT 26 non è male: lateralmente è presente il logo delle Gaming Series di Trust.

È supportato l'uso in stereo, a quattro canali o un 5.1 di cui è possibile modificare i livelli e usare dei preset già definiti. Abbiamo quindi messo alla frusta le GXT 26 5.1 Surround con giochi, musica e film: in ambito ludico l'audio posizionale di Dead Space 3 è un vero e proprio benchmark, a cui abbiamo affiancato il concettualmente simile Alien Isolation e l'immancabile Battlefield 4.

Il responso è stato unanime con tutti e tre i titoli in questione: il surround è solo accennato, e in tutte e tre le occasioni abbiamo fatto una certa fatica a percepire la spazialità del suono in arrivo dalle nostre spalle. La multicanalità funziona fino a un certo punto, soprattutto quando la fonte sonora è esclusivamente alle nostre spalle e si avvicina facendo il dovuto baccano come accade con i mostri di Dead Space 3.

Più difficoltosa è la resa con le fonti sonore multiple in arrivo da più direzioni ma questo è dovuto al fatto che i diffusori frazionati sono quasi a contatto con le nostre orecchie, nonostante l'ampia cavità formata dalle conchiglie. Insomma, per quanto riguarda la simulazione del 5.1 le GXT 26 se la sono cavata solo dignitosamente e rimangono molto lontane da altre cuffie multicanale di fascia alta come ad esempio le Turtle Beach o Razer.

Il vero problema di queste Trust è rappresentato tuttavia dalla qualità dell'audio un po' a tutte le frequenze: se raffrontate ad altre cuffie di fascia bassa, denotano chiaramente una certa piattezza nella timbrica del suono che onestamente non ci aspettavamo da un headset di queste dimensioni. Nemmeno smanettare con i parametri di equalizzazione ci ha permesso di migliorare la qualità del suono: non ci sono perdite di definizione ad alto volume o distorsioni evidenti. Semplicemente si percepisce una certa piattezza del suono un po' in tutti i settori: i bassi sono deboli, i medi non sono particolarmente pieni e gli alti mancano di quella definizione che dà carattere a una riproduzione di buon livello.

Con i videogiochi questo aspetto si tende a notare meno, ma i film in DVD (Transformers 3) e soprattutto la musica suonata direttamente da CD (Madonna, Greatest Hits, Vivaldi) o DVD multicanale (Megadeth) mettono immediatamente a nudo le limitazioni di queste cuffie, sicuramente un gradino o due sotto quelle di altre concorrenti su questa stessa fascia di prezzo. Non riusciamo a capire se si tratti di un errore di progettazione o dell'utilizzo di magneti di scarso livello: fatto sta che il tono spento può passare inosservato a un utente casuale ma non sfugge a un ascolto attento e lascia piuttosto delusi per quello che queste cuffie promettevano.

In chiusura abbiamo tenuto la consueta prova con chat vocale via Skype e Teamspeak, che invece si è confermata di buon livello: il microfono svolge egregiamente il suo lavoro grazie a un efficace filtro dei rumori di sottofondo e restituisce una voce dell'utente ben definita e non artefatta. Il microfono è reclinabile ed è caratterizzato da una parte centrale in gomma che permette un minimo di aggiustamento per adattarlo alle necessità di ognuno.

Le cuffie con il remoto: facile da usare e con tutto il necessario.

Insomma, se il buongiorno si vedeva dal contenuto della confezione, queste Trust GXT 26 5.1 Surround avevano tutte le carte in regola per sorprenderci. Invece siamo di fronte a un prodotto che prova ad eccellere nell'audio multicanale dimenticandosi che le basi per una buona riproduzione devono arrivare da un suono stereo di qualità. In questo campo le GXT 26 5.1 Surround sono appena sufficienti ed è un peccato non possano offrire di più visto il buon comfort, l'ottimo isolamento acustico e i discreti materiali utilizzati. Per i cinquanta euro cui si possono trovare su Amazon, l'offerta non sarebbe poi così male, ma viene affossata da una qualità stereo decisamente sotto la media.

Nell'assemblaggio non abbiamo notato problemi evidenti capaci di portarle all'insufficienza e la qualità del microfono è buona ma, a parte questo, non si pongono come un acquisto irrinunciabile da parte di chi sta cercando un buon paio di cuffie per il gioco. L'audio multicanale potrebbe interessare chi cerchi una soluzione a basso costo ma mai come in questo caso ci sentiamo di consigliarvi di scegliere un buon paio di cuffie stereo; spendendo cifre simili ai 50 euro richiesti in questo caso ci si può orientare su soluzioni di buona qualità capaci di regalare ottime emozioni in tutti i tipi d'utilizzo.

6 / 10

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Matteo Lorenzetti

Contributor

Dopo dieci anni di The Games Machine, approda finalmente alla redazione di Eurogamer.it. Onnivoro per quanto riguarda i generi, predilige sparatutto, giochi di guida ed RTS.
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