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TT Isle of Man: Ride on the Edge 2- recensione

Kilotonn ci ripropone i sessanta chilometri più temuti dai motociclisti di tutto il mondo.

Sono passati un paio d'anni esatti da quando abbiamo recensito TT Isle of Man, il gioco di Kylotonn dedicato alla licenza del Tourist Thropy, la più famosa gara inglese motociclistica che ogni anno vede migliaia di appassionati riunirsi lungo i sessanta chilometri di strade urbane dello Snaefell Course.

Ma l'attenzione è tutta per quelle decine di pazzi scatenati che in sella a delle moto da 600 o 1000 centimetri cubici decidono di rischiare la vita per fare quel tratto di strada a cannone dall'inizio alla fine. Ovviamente tale sprezzo del pericolo ha un prezzo da pagare in vite umane che dal 1911, anno di nascita dell'evento, ammonta a 280 piloti e una decina tra spettatori e commissari di percorso, per non parlare delle centinaia di feriti.

Nonostante tutti i tentativi fatti dal governo inglese di sospendere l'evento, l'Isola di Man è un governatorato inglese con un certo grado d'indipendenza da Londra e, ben conscio delle implicazioni economiche legate al turismo, l'evento continua a prendere il via ogni anno. Per un team di sviluppo che si rispetti questa è una licenza succosissima ed eccoci qui a recensire il seguito del gioco che avevamo testato a marzo 2018.

Già dai primi minuti si capisce che non si tratta di un rifacimento ma fondamentalmente di un'espansione del prodotto precedente. Cerchiamo di partire con il piede giusto e pensiamo ai contenuti e alle novità di questo TT Isle of Man: Ride on the Edge 2 perché, per quanto la base del gioco sia evidentemente la stessa, ci sono alcune aggiunte pensate per dare un certo valore aggiunto al prodotto.

Le tappe più semplici nascondono ogni genere d'insidia. Anche la sede stradale molto larga può contenere cordoli assassini che compromettono una tappa perfetta.Guarda su YouTube

Partiamo dalle piste: è ovviamente presente il TT nella sua interezza ed è affrontabile in sezioni singole oppure tutto d'un fiato. A questo si aggiungono i tracciati del campionato inglese e irlandese, per un totale di sedici piste extra rispetto alle nove del gioco originale. Molte sono state completamente riciclate, mentre i tracciati irlandesi sono inediti.

In realtà, quei furbacchioni francesi di Kylotonn hanno un po' barato perché l'ambientazione irlandese è una grossa mappa in cui all'interno del tracciato principale sono state ricavate altre sei piste che ne riutilizzano alcune parti perimetrali, oltre a un aeroporto affrontabile in due modi diversi. In ogni caso si tratta di un intervento necessario per aumentare la longevità del prodotto che nel primo gioco era tutta concentrata sulle strade dell'Isola di Man.

C'è qualche novità anche sul fronte delle moto: rimangono le due categorie standard (Supersport da 600 e Superbike da 1000 CC) suddivise tra i maggiori costruttori come Honda, Kawasaki, BMW. Ma ci sono anche alcuni outsider, cui si aggiungono le moto storiche da 500 CC, ottime per imparare a ritmi ridotti i tratti più complicati dei vari tracciati.

Questi contenuti si possono combinare tra loro in vari modi. Nella gara rapida si possono far partire concorrenti scaglionati l'uno dopo l'altro e conta solo il cronometro, mentre nelle gare sprint si gareggia insieme ai bot controllati dall'intelligenza artificiale, e qui è importante la classifica finale in base alla posizione. Ci si può ovviamente impratichire in ogni tracciato e condizione di gioco, facendo pratica libera oppure lanciando il tutorial e facendosi guidare nelle tecniche di guida e di gestione della moto.

La traiettoria ideale può sembrare un aiuto da pivelli ma è quantomai indispensabile, soprattutto nei tracciati più lunghi come quello del Tourist Trophy.

Come per il primo Ride on the Edge, la base dei contenuti è rappresentata dalla carriera. Si tratta essenzialmente della ripetizione del calendario annuale di una serie di competizioni di fantasia (a parte il TT ovviamente) che si svolgono tra Regno Unito, Irlanda e Isola di Man. In questo caso la carriera ha subito qualche cambiamento dovuto all'introduzione di tre eventi distinti dedicati alle location ampliate in cui si svolge il gioco.

La progressione permette di scegliere a quali competizioni partecipare e i premi in denaro cambiano in base alla difficoltà dei tracciati, meno in rapporto alla velocità dei nostri avversari. Un'altra innovazione inedita rispetto al primo capitolo è l'uso dei vantaggi. Si tratta essenzialmente di carte che si possono ottenere vincendo o piazzandosi nelle competizioni, da spendere per influenzare in positivo la nostra prestazione. Ci sono ovviamente miglioramenti alla moto, così come peggioramenti delle prestazioni degli avversari, possibilità di ricominciare le tappe senza penalità in denaro e bonus di vario genere.

Rimane la possibilità di effettuare una serie di compravendite per aggiungere altre motociclette alla propria collezione o migliorare quelle in proprio possesso con varie parti aftermarket (scarichi, forcelle, gomme e così via). Come in passato, le vittorie o i piazzamenti servono ad accumulare il denaro necessario a coprire le spese d'iscrizione, acquisire fama ma soprattutto ad comprare moto più potenti da usare nelle competizioni più ricche e difficili.

Stavolta però è più preponderante l'aspetto della squadra: subito ci viene offerta la possibilità di entrare a far parte di un team factory con il vantaggio di avere maggiore supporto nelle fasi iniziali. Il rovescio della medaglia è rappresentato dall'obbligo di utilizzare sempre le motociclette di una stessa marca. Va quindi fatta una scelta oculata tra la libertà di correre in solitario o dipendere da un grosso brand, che nel prosieguo della carriera può presentare qualche limitazione ma anche vantaggi, soprattutto quando si vuole vincere agli alti livelli di difficoltà.

Ecco una delle novità di Ride on the Edge 2, ossia i vantaggi da spendere prima dell'inizio di una gara.

Le novità, per quanto benvenute, non spostano però di molto il gameplay che avevamo visto nel gioco originale. Il sistema di controllo tramite joypad si può avvalere di numerosi aiuti alla guida che permettono di gestire automaticamente il cambio marcia, il controllo di trazione, l'ABS e tutta una serie di assist esterni come la traiettoria ideale comprensiva di indicatore di frenata, le curve in stile rally e la possibilità di riposizionare la moto a centro strada.

Guidare senza aiuti è come sempre quasi impossibile e solo chi vorrà perseverare per mesi e mesi potrà arrivare a quel genere di skill che gli permettano di ottenere tempi decenti, visto che basta la più microscopica sbavatura con acceleratore, freno ma soprattutto una traiettoria più larga o stretta, per stendersi senza la benché minima possibilità di recupero.

Questo è dovuto alle altissime velocità che si raggiungono, alla sede stradale molto limitata, ma ancora di più alla presenza di marciapiedi che possono farci decollare in qualsiasi momento. Di fatto il gioco è caratterizzato da un sistema di controllo simularcade ma i tracciati, per la loro natura stradale, non perdonano il minimo errore e questo si ripercuote in continui retry che obbligano essenzialmente ad impararli a memoria o a mollare tutto in preda alla frustrazione.

Ma questo non sarebbe nemmeno l'aspetto più difficile da prendere in considerazione, visto che acquistando uno street racer motociclistico di questo genere, non sarebbe lecito aspettarsi una passeggiata nel bosco. A indispettire è sicuramente la gestione dei nostri avversari. Se le gare a tempo ci vedono partire scaglionati e il confronto nel corpo a corpo è praticamente inesistente, sono le numerose gare con partenza in massa a lasciare perplessi.

Qui un intervento è stato fatto rispetto al gioco originale, ovvero i nostri avversari ora sono diventati invulnerabili a qualsiasi genere di incidente causato intenzionalmente oppure no. Questo significa che se prima cadere davanti o in mezzo al gruppo poteva causare cadute di massa che ci avrebbero dato qualche possibilità nelle ripartenze, ora è molto raro vedere sdraiarsi uno o più avversari, rendendo le gare di massa praticamente delle corse a tempo sotto mentite spoglie. La moneta di scambio di questa modifica riguarda il fatto che ora i contatti con gli avversari sono molto più sicuri ed affrontare curve in bagarre è meno pericoloso rispetto al passato. Resta il fatto che le gare in gruppo sono caratterizzate dal quel senso di artificiosità che alla lunga non aiuta a riprendere in mano il gioco.

Alcuni spezzoni dello Snaefell in tutta la sua terrificante pericolosità e difficoltà tecnica.Guarda su YouTube

A parte questo non c'è molto altro da notare se non che l'estetica e l'audio sono rimasti identici a quelli di due anni fa. Sotto il profilo tecnico il gioco è derivato al 70% dal predecessore, portandosi dietro praticamente tutti i vecchi asset sotto forma di piste e moto, con alcune livree completamente nuove ed ovviamente le piste extra. Graficamente TT Isle of Man: Ride on the Edge 2 è leggerissimo e anche su PC datati riesce a mantenere facilmente i sessanta frame al secondo al massimo livello di dettaglio. Male invece le animazioni del pilota, sempre scattose e legnose, per non parlare del ragdoll quando si stacca dalla moto, praticamente inesistente.

Non parliamo poi dei danni alla moto, visto che sono praticamente inesistenti e anche stavolta non c'è un sistema che richieda la riparazione del mezzo al termine delle gare più tribolate, anche se ci si rende conto che bilanciare una soluzione di questo tipo in un gioco così difficile sarebbe stata un'impresa titanica.

Per concludere, è presente la solita sezione multigiocatore ma essendo i server pre-lancio ancora spenti, non abbiamo avuto modo di provare il multiplayer online o in rete locale, per quanto l'offerta in termini di opzioni sia praticamente la stessa di due anni, e quindi non ci aspettiamo particolari innovazioni in grado di far compiere al gioco un netto salto in avanti.

Insomma, se consideriamo quello che è stato fatto, ma soprattutto quanto non è stato fatto, dobbiamo ammettere che ci aspettavamo molto di più da questa seconda fatica di Kylotonn. TT Isle of Man: Ride on the Edge 2 è sostanzialmente l'originale con una buona dose di contenuti in più legati al lavoro svolto sulle piste, ma poco altro. Non ci sarebbe niente di male se la base del gameplay fosse stata ineccepibile, ma così com'è ci troviamo di fronte a un prodotto decisamente perfettibile, considerando il tempo a disposizione e gli asset in buona parte riciclati.

Il livello di dettaglio delle moto è piuttosto buono, ma non parliamo di animazioni del pilota ed effetti assortiti…

Il suo punto di forza rimangono le belle sensazioni che può regalare al giocatore nel portare a termine uno Snaefell Course a tutta velocità, senza ovviamente diventare parte integrante di un cippo chilometrico. E se ci si incaponisce, la sfida è assicurata.

Per questo, se siete fan sfegatati del TT fateci pure un pensierino visto che i tracciati in più arricchiscono di appuntamenti la carriera, ma tutti gli altri ci pensino bene prima di montare in sella perché la delusione potrebbe essere dietro l'angolo, soprattutto considerando il prezzo pieno a cui viene venduto.

6 / 10

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Matteo Lorenzetti

Contributor

Dopo dieci anni di The Games Machine, approda finalmente alla redazione di Eurogamer.it. Onnivoro per quanto riguarda i generi, predilige sparatutto, giochi di guida ed RTS.
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