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Unepic - review

Un precedente interessante nella storia tra Nintendo e indie.

Lo sviluppo indipendente, così com'è servito a Sony per rimpolpare la line-up di PlayStation 4 alle varie fiere mondiali, può dare una grossa mano a Wii U. Perché? Perché, grazie a un codice fornitoci dalla Grande N abbiamo potuto toccare con mano l'interessante Unepic, mix di platform e GdR con una pesante spolverata di metroidvania, realizzato dallo spagnolo Francisco Téllez de Meneses.

A questo giovanotto di Barcellona, leggiamo sul ricco sito web del gioco, si sono uniti appena tre collaboratori, tra cui l'italiano Alessandro El Khoury. Un team che è riuscito a portare il proprio lavoro su PC, lo scorso anno, e in questi giorni anche sull'ammiraglia di Nintendo.

Quel che rende Unepic tanto interessante, pur non privo dei difetti che analizzeremo più avanti, è la sua grafica particolare, che lo rende paradossalmente migliore da giocare sul GamePad che non sullo schermo del televisore. A causa della grandezza delle sue ambientazioni bidimensionali, presentate senza alcuno stacco per livelli e location, talvolta risulta complesso seguire i personaggi nei loro movimenti e comprendere appieno la pericolosità delle situazioni in cui questi incappano.

L'ampiezza delle ambientazioni è apprezzabile soprattutto giocando sul televisore, ma il rischio di perdere il protagonista è dietro l'angolo.

Visto sul GamePad, invece, Unepiccambia volto: diventa non solo più definito ma anche visivamente più affascinante, perché ricorda un'esperienza di gameplay portatile old-school e non consente di tenere d'occhio l'intera mappa. Questo dà un tocco di imprevedibilità molto interessante quando si parla di ritrovarsi enormi serpenti al buio sul proprio cammino o diaboliche, mortifere trappole davanti.

"La grafica di Unepic lo rende paradossalmente migliore da giocare sul GamePad"

L'unico punto a sfavore dell'off-screen sta nell'impossibilità di accedere all'inventario rapidamente e con l'uso del touch. La funzionalità, disponibile mentre si gioca fissando lo schermo del televisore, sparisce infatti passando al GamePad e questo ha la sua incidenza sulla giocabilità, specie in situazioni che richiedano una certa reattività nell'utilizzo di pozioni o dell'Halo (sic) capace di riportare dritti al punto di salvataggio.

Altra peculiarità del titolo di Francisco Téllez de Meneses è la forte componente citazionista. Unepic attinge infatti a piene mani dal mondo dei giochi di ruolo pen & paper, in cui non a caso il protagonista Daniel si cimenta nell'antefatto, e dai videogiochi più noti degli ultimi anni, parodiati con battute divertenti come nel caso di Castlevania e Metal Gear. Il primo costituisce un'influenza fondamentale soprattutto sul gameplay, con piccoli e grandi enigmi, ampi inventari in cui destreggiarsi, una buona personalizzazione dell'avatar e... torce da accendere e spegnere.

Illuminare a più non posso le stanze presenta dei vantaggi ragguardevoli: niente spiacevoli sorprese e, anzi, qualche cassa che magari ci si era persi nel buio del castello.

Il sistema di accumulo e gestione dell'esperienza, al pari dei combattimenti, sono invece figli dichiarati di Diablo. Il che, se nel primo caso è un fattore positivo, nel secondo lo è senz'altro di meno: battere un nemico infatti è per lo più una questione di messa all'angolo e continua ripetizione di un unico tasto. Non me ne vogliano i fan della serie di Blizzard, tra cui umilmente mi conto, ma una simile meccanica calza sicuramente meglio su un hack 'n' slash che su un platform.

"Un titolo che fa di citazioni e ispirazioni la propria portata principale non può aspirare al perfect score"

Quanto all'esperienza, il meccanismo portato alla luce in Unepic è articolato quanto basta per essere soddisfacente: Daniel può infatti migliorarsi in diversi parametri come Costituzione (la salute, in pratica), battendo gli avversari disseminati sul suo cammino e guadagnando cinque punti per livello. I vari parametri non possono superare il livello complessivo raggiunto dal personaggio (al livello 5 globale deve combaciare quello della singola abilità) e questo, oltre ad estendere il grinding tipico di produzioni à la Diablo, permette di tenere da parte parecchi punti per un utilizzo futuro.

Il medesimo sistema vale per ciascuna tipologia di arma (a dispetto dei combattimenti monotoni, ce ne sono molte a disposizione dell'utente) e per il vestiario, peraltro entrambi customizzabili grazie al negozietto interno. Allo stesso negozio è possibile procurarsi le pergamene, consumabili che offrono l'opportunità di saltare determinati passaggi come il ritorno al solo punto di salvataggio o potenziare momentaneamente le proprie difese.

Com'è Unepic su Wii U? Lo vediamo in video!

Per quanto non siano tra le portate più gustose dello shop, le pergamene non vanno sottovalutate: il loro utilizzo permette di aggirare una delle problematiche principali del gioco, vale a dire il backtracking. Vi sarete costretti per salvare la partita e compiere le missioni secondarie che troverete strada facendo, col rischio, tutt'altro che remoto, di perdervi per i tanti cunicoli del castello ospite delle vicende narrate.

In definitiva, un titolo che fa di citazioni e ispirazioni la propria portata principale non può aspirare al perfect score, ma è chiaro che trattandosi del primo lavoro di uno sviluppatore freelance, nato peraltro come parte seconda di The Maze of Galious per MSX, sarebbe stato pretenzioso aspettarsi un lavoro assai più raffinato.

Stando alla fredda logica degli altrettanto freddi numeri, dunque, l'8 che vedete qui in basso è in realtà più un 7.5 arrotondato per eccesso che un voto pieno. La ragione di questa scelta è molto semplice: Nintendo va incoraggiata nel suo (finora cerchiobottista) approccio al mondo degli indie, anche quando questo non garantisce l'esclusività ma il "solo" lancio di titoli già più o meno noti sulle proprie piattaforme. Unepic non salverà il Wii U né il colosso di Kyoto, ma può costituire un precedente davvero interessante per le sorti della bistrattata console.

8 / 10

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Unepic

Nintendo Wii U, PC

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Paolo Sirio

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Boxaro ma non troppo, sonaro a tratti con un occhio di riguardo per Nintendo, comprende ben presto che il mestiere del giornalista, filtrato per la passione dei videogiochi, ha tutto un altro sapore.

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