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Vampyr - recensione

Affilate i canini...

Un action GDR con meccaniche innovative e un'ambientazione davvero coinvolgente.

Quella del vampiro è certamente una figura pittoresca, capace di mutare ed adattarsi ad un enorme numero di situazioni. Basti pensare al mostruoso ed ormai vetusto attempato Nosferatu, protagonista dell'omonimo film del '22 liberamente ispirato al romanzo di Bram Stoker, da cui poi venne tratta una pellicola più moderna. E come non menzionare la versione più romantica dei succhiasangue nel celebre Intervista col Vampiro, la trasposizione in salsa cinecomic Blade, quella indirizzata ad un pubblico più "teen" di Twilight o ancora, la disamina del mostro secondo una visione più scientifica ad opera di Del Toro in Nocturna (aka The Strain).

Se cinema e letteratura hanno dato il loro contributo per rendere celeberrimo questo mostro spesso tormentato dalla sua condizione di immortale, anche i videogiochi non sono certo da meno. Il nostro medium può vantare la paternità di alcuni dei non morti zannuti più memorabili di sempre, Alucard e Raziel su tutti. Attenzione però, perché oggi arriva su PC e console il nuovo lavoro dei ragazzi di Dontnod, che dopo il loro ottimo Life is Stange hanno deciso di buttarsi (con successo) nel campo degli action GDR. Preparatevi, perché Vampyr ha tutte le carte in regola per diventare un nuovo caposaldo dell'immaginario vampiresco collettivo.

Ci troviamo a Londra, corre l'anno 1918, una figura barcollante emerge dal cumulo di corpi esanimi di coloro che non sono riusciti a sfuggire al flagello dell'influenza spagnola. L'uomo è sotto shock, scosso e inconsapevole della sua nuova condizione, l'unica sicurezza di cui dispone è rappresentata dalla sete che lo attanaglia. Una sete apparentemente inestinguibile, vorace, capace di annebbiare gli altri sensi e di indurlo a compiere azioni che rimpiangerà per il resto della sua interminabile esistenza.

La nostra videorecensione di Vampyr.Guarda su YouTube

Egli è Jonathan Reid, ematologo specializzato in trasfusioni di fama internazionale. Ironia della sorte, il destino lo sbeffeggia cambiando alla radice metodi e motivazioni, ma lasciando fondamentalmente invariato il suo campo di specializzazione. Assurto quindi da medico eminente a vampiro in erba il suo obiettivo si fa sfocato: fino al giorno prima si prodigava per salvare vite umane mentre oggi si trova a dover combattere con l'insano appetito che lo spinge a spegnerle con un morso.

Per fortuna, grazie alla sua reputazione e al suo recente status di immortale, alcune figure fanno capolino nella sua nuova vita, offrendogli supporto e invitandolo a non lasciarsi tutto alle spalle. Il primario dell'ospedale di Pembroke, conscio della situazione, ma anche consapevole delle abilità in campo medico del dott. Reid, gli offre un lavoro presso la clinica, ed è proprio qui che ha inizio l'epopea che condurrà Jonathan ad una più profonda conoscenza di sé stesso, della sua condizione e della gente che abita i quartieri della capitale inglese.

La città è infatti suddivisa in varie zone, ognuna delle quali popolata da diverse persone che fanno riferimento ad una singola personalità di spicco. Seppur il titolo sia considerabile tranquillamente come un action GDR, la componente narrativa relativa ai rapporti tra i cittadini e alla nostra capacità di dialogare con loro è preponderante. Ogni persona ha la sua storia, il proprio carattere ed è legata agli altri da rapporti di diversa natura. Indagando sulla condizione di ognuno di loro attraverso lunghe chiacchierate, oppure svolgendo missioni e recuperando oggetti importanti, è possibile sbloccare nuove opzioni di dialogo e venire a conoscenza di dettagli importanti che possono cambiare la direzione delle nostre scelte.

Ogni cittadino è una preda potenziale, sta a noi decidere se aiutare gli abitanti della città o farci colazione.

In Vampyr sta a noi decidere come comportarci con ogni personaggio, se aiutarlo, dimostrarci ostili o perfino condurlo in un luogo appartato e banchettare con il suo sangue. Il gioco infatti concede punti esperienza in maniera abbastanza standard, al termine di ogni combattimento (ve ne parleremo tra poco) o missione portata a termine, ma è anche possibile cibarsi dei cittadini per ottenere un enorme boost, a discapito dello status del quartiere e del morale di chi ci abita.

A causa dell'epidemia dilagante e della generale mancanza di un supporto medico efficiente, molte persone possono inoltre contrarre delle malattie, facendo decrescere di conseguenza la qualità del loro sangue. Per fortuna il nostro alter ego è un ottimo medico, in grado di confezionare medicinali attraverso la miscelazione di componenti recuperati in giro. Curare le patologie che affliggono i nostri talvolta reticenti pazienti consente di migliorare la situazione del quartiere e di ottenere più punti nel caso in cui decidessimo di abbeverarci dal loro collo.

Attraversare Londra per muoversi da una zona all'altra si rivela però un'operazione pericolosa anche per un vampiro. Se la nostra condizione di immortale ci permette di infischiarcene dell'epidemia il discorso si fa ben diverso per quanto concerne le aberrazioni che infestano la città e i loro cacciatori. Celati dall'ombra dei vicoli, gli skal non esiteranno a lasciare il cadavere in putrefazione su cui erano chini qualche istante prima e a gettarsi su di noi preda di una famelica frenesia. Questi esseri sono dei vampiri corrotti, ripudiati dal loro creatore e lasciati ad infestare la città al pari della più grave delle infezioni.

Il dott. Reid si troverà a dover scegliere se continuare a esercitare diligentemente la sua professione o cedere ai nuovi istinti che si agitano dentro di lui.

A fronteggiare le creature si erge la Guardia di Priwen, una setta dedita al massacro incondizionato dei succhiasangue, indipendentemente dal loro retaggio. Uomini intabarrati e armati fino ai denti che pattugliano con rigore le strade della metropoli e attaccano chiunque desti anche solo il minimo sospetto. Molti di loro usano lame arrugginite o torce, altri invece ingaggiano dalla distanza con pistole e fucili, i più pericolosi possiedono lanciafiamme e in certi casi possono contare sul supporto di sacerdoti in grado di respingerci grazie al potere del crocefisso appuntato sulla cima del loro bastone.

Il conflitto violento veste quindi un ruolo fondamentale nell'esperienza, anche se la qualità del combat system non è certo paragonabile a quella di un action puro o altri titoli incentrati esclusivamente sul combattimento. Jonathan dispone di un'arma primaria adibita all'infliggere danni, e una secondaria, solitamente più indicata per stordire i nemici. Una volta inibito un avversario è possibile azzannarlo, in modo da recuperare il prezioso liquido carminio essenziale per avere accesso alle abilità vampiresche.

Queste sono di vari tipi e rispettano gli stilemi classici dei GDR. Abbiamo tecniche di attacco, come artigli o giavellotti sanguigni con cui impalare gli avversari, abilità difensive, potenziamenti passivi in grado di migliorare le statistiche del personaggio e devastanti mosse supreme capaci di scatenare veri e propri vortici di morte sul campo di battaglia. La mobilità del nostro alter ego è garantita da un comodissimo blink, capace di consumare rapidamente la barra della stamina e utilizzabile anche nelle fasi esplorative per raggiungere luoghi altrimenti inaccessibili.

I membri della Guardia di Priwen sono dei bruti, violenti e aggressivi, ed è un piacere straziare i loro corpi con le nostre nuove abilità.

Vampyr attinge a piene mani da titoli come l'ultimo capitolo della saga dello Strigo, imbastendo un gameplay fortemente orientato alla narrazione che pone un l'accento sulle nostre scelte. Sono presenti anche meccaniche piuttosto derivative, come ad esempio l'ormai abusata modalità investigativa, qui denominata "visuale vampiresca" che mette in risalto specifici elementi dello scenario e ovatta il resto, in modo da facilitare le nostre indagini per le strade luride e oscure.

Proprio a proposito di queste ultime, non possiamo che elogiare la realizzazione di Londra, uno splendido miscuglio tra il vittoriano e una visione pseudo horror in stile Bloodborne. I vicoli bui e infestati di ostili presenze soprannaturali sono le vene e arterie di una città in putrefazione, i cui edifici decadenti rappresentano il covo perfetto per entità maligne costantemente in agguato.

Il porto, tana dei peggiori balordi annebbiati dagli effluvi di bevande alcoliche di infima qualità, il quartiere di Whitechapel, ultimo baluardo di una santità ormai decaduta assediata com'è da presenze maligne, persino la zona altolocata del West End non può fare a meno di piegarsi dinnanzi all'impietoso avanzare di una corruzione che va oltre l'umana comprensione. Ogni quartiere è rappresentata nei minimi dettagli grazie ad una direzione artistica superba, attenta persino a sottolineare interessanti dinamiche sociali specifiche del periodo storico trattato.

Anche chi è dotato di una vita senza fine, prima o poi, deve fare i conti con la morte.

La qualità grafica di animazioni e alcuni modelli non può sempre dirsi al pari di produzioni tripla A, ma sarebbe impossibile chiedere tanto ad un progetto con un budget decisamente diverso da quello dei colossi dell'industria. Ottimo anche il doppiaggio inglese e un plauso va fatto alla traduzione in italiano di tutti i testi che non presenta alcuna sbavatura.

Al netto della qualità generale della narrativa, delle meccaniche innovative della gestione degli NPC legati alla condizione dei quartieri e di un combat system immediato anche se non profondissimo, possiamo dirvi che Vampyr è un piccolo capolavoro. Se siete amanti degli action GDR questo è un titolo irrinunciabile, capace di irretirvi con un'ambientazione davvero ispirata e realizzata con dovizia di particolari. Ma state bene attenti, perché una volta messo piede nei fumosi quartieri Londinesi rischiate di non uscirne mai più.

8 / 10