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VGX: non si salva nessuno - editoriale

I videogiochi fanno flop nella notte degli Oscar.

Prima d'iniziare, una doverosa premessa: mi sono appena svegliato dopo avere tirato le tre del mattino insieme al prode Fantoni per la diretta dei VGX. L'editoriale che sto per scrivere non ha dunque pretese di esaustività perché non è scritto a mente fredda. Vuole invece mettere "su carta" alcune delle riflessioni che mi sono venute in mente mentre mi rigiravo nel letto, indeciso se alzarmi o meno.

La prima cosa da dire è che a mia memoria non ricordo uno spettacolo così insignificante quale i nuovi VGX, che poi di nuovo non hanno nulla. Com'è stato spiegato in apertura di trasmissione i VGA sono entrati nella next-gen guadagnando la "X" finale ma sempre quello restano, ossia gli Oscar del videogioco di Spike TV. Ma questo nuovo format ha ben poco in comune col corrispettivo cinematografico.

Là dove le edizioni passate mostravano una certa grandeur, quella di quest'anno è stata all'insegna all'intimismo: lo stage era una specie di pub, davanti alla telecamera c'erano giusto Geoff Keighley e Joel McHale, il primo nel ruolo di giornalista e commentatore, il secondo nel ruolo di conduttore e spalla comica. Un binomio insolito che ha finito per mettere in secondo piano chi di solito è al centro dell'attenzione (Keighley), puntando invece i riflettori su uno del quale nel nostro mondo non sentiremo più parlare (McHale).

Joel, come se non bastasse, in virtù di un physique du rôle non indifferente, ha finito poi per sovrastare fisicamente il buon Geoff, costringendolo a starsene tutta la sera con addosso tre strati di vestiti per mantenere (artificialmente) un minimo di prestanza scenica. Non potendosi però mettere i tacchi, l'alfiere di Spike TV regalava al partner una spanna di distacco: insomma, che questa edizione partiva col piede sbagliato lo si è capito sin da quando i due presentatori si sono mostrati al pubblico.

Trevor non ha vinto il premio come personaggio del'anno, venendo battuto dai gemelli Lutece di BioShock Infinite. Al posto suo avrei anch'io la stessa espressione.

Pubblico che però non c'era, almeno in studio. La scelta di Spike TV quest'anno ha infatti previsto una scenografia all'insegna del risparmio (c'è crisi anche per loro?), con i due presentatori e al massimo un paio di ospiti in scena. Il risultato sono state scene da far stringere il cuore, come quando l'annuncio del vincitore del Gioco dell'Anno è stato salutato da un McHale che invitava all'applauso, un appello seguito giusto dal cameraman e dal tecnico delle luci. In questi anni, qui in Italia, m'è capitato di presenziare a trasmissioni televisive che non avevano poi molto da invidiare a questi VGX. Tolta ovviamente l'ambizione di fondo.

"La pur brava TellTale Games ha fatto la parte del leone ai VGX. Ma ci attendevamo ben altri protagonisti."

Un'ulteriore delusione è arrivata poi dai titoli presentati: dagli Oscar del videogioco ci si aspettavano annunci scoppiettanti. Diamine, parliamo pur sempre dell'edizione next-gen dei VGA! E invece no: là dove tutti cercavano novità capaci di dare un senso a una nuova generazione di console mai così sottotono, ci siamo dovuti accontentare di vedere la pur brava TellTale Games fare la parte del leone con Tales from The Borderlands e il videogame di Game of Thrones. Per carità, visto il pedigree dello sviluppatore saranno dei bei giochi, ma l'hype di solito s'alza per annunci di ben altro tipo. Quantomeno il mio.

Grande spazio è stato poi dedicato al rifacimento in HD di Tomb Raider, bellissimo reboot targato Crystal Dynamics dell'anno scorso e, si spera, il primo di una lunga serie di giochi che vorremmo vedere trasposti subito sulla next-gen, in primis GTA V e The Last of Us. Ma al di là della presenza sul divanetto dell'intrigante doppiatrice di Lara Croft (devo trovare il modo d'intervistarla), parliamo di quella che sembra essere la copia pedissequa del gioco già ammirato. Vedremo quindi questa "Definitive Edition" quali novità saprà offrirci.

Poteva allora essere Quantum Break dei Remedy Entertainment a riaccendere il nostro entusiasmo, ma anche qui non è stato detto né mostrato nulla che già non si sapesse. E anzi, questa esclusiva per Xbox One ci offre l'occasione per mettere a nudo un altro difetto dei VGX, le cosiddette "world premiere": ma davvero pochi secondi inediti di video montati insieme ai vecchi trailer dell'E3 dovrebbero far contenti i videogiocatori? Poi comunque i Remedy hanno presentato anche Agents of Storm, un "reverse tower defence" per iOS: già non sto nella pelle...

Dunque, i Naughty Dog sono gli sviluppatori dell'anno, però non hanno fatto il gioco dell'anno. Grand Theft Auto V invece è il gioco dell'anno ma non l'hanno fatto gli sviluppatori dell'anno. Anche Ellie ha di che pensare dopo le votazioni dei VGX.

Insomma, vista l'occasione i publisher avrebbero potuto impegnarsi maggiormente. O forse non hanno creduto loro per primi a questo format televisivo, se è vero che l'altro annuncio clou della serata è stato No Man's Sky degli Hello Games. Il buon Sean Murray, entrato in studio a presentarlo, è una brava persona che si sbatte non poco per i suoi titoli, ma parliamo pur sempre della casa che ha prodotto Joe Danger e, anche in questo caso, possiamo attenderci un buon titolo ma nulla che ridefinisca gli standard del settore. Interessante infine il fatto che Joel McHale, nel presentarlo, abbia ricordato che Murray s'è pagato il biglietto per andare ai VGX. Sì, mi sa che ci dev'essere crisi anche a Spike TV.

"Pochi secondi inediti di video montati insieme ai vecchi trailer dell'E3 possono essere considerati una World Premiere?"

La connotazione indie degli "Oscar" di quest'anno è quindi proseguita con l'arrivo di Tim Schafer che ha mostrato Broken Age, interessante avventura a cavallo tra presente e futuro, che vanta due protagonisti tra i quali ci potremo alternare a piacimento. Come tutti i titoli dei Double Fine la sensazione è che possa essere o un ambizioso buco nell'acqua o un capolavoro incompreso. O tutti e due assieme. Poi è stato il turno di Dying Light di Warner Bros, dove i Techland riciclano gli zombie dello spompo Dead Island incrociandoli col parkour di Mirror's Edge, e ci dicono che si tratta della migliore accoppiata dai tempi del tacchino col sandwich. E non è andata meglio con la presentazione di South Park: The Stick of Truth, della quale ricordo solo una quantità spropositata di scorregge. Sì, ok, ma c'è anche dell'altro?

Il resto è stata la solita parata di nomi noti col nuovo trailer di Destiny, il nuovo trailer di The Divison, il nuovo trailer di Thief, il nuovo trailer di The Witcher 3 e i nuovi trailer di Titanfall, con Vince Zampella sul palco a mostrare ben due mech pilotabili! Per un attimo è balenato nella mia mente il Nando Martellone di Boris, con l'esclamazione per la quale verrà forse tramandato ai posteri.

Ma mancava ancora mezzora alla conclusione dello show e alle due e mezza del mattino io, Lorenzo, e gli aficionados rimasti svegli fino a quell'ora, ci aspettavamo un colpo di coda capace di dare un senso alla nostra notte in bianco. E invece no: ben cinque "canzoni" suonate dal vivo di Grand Theft Auto V, una delle quali aveva anche una sua ragione d'esistere e altre di cui avremmo fatto a meno, che hanno legato l'immagine del gioco a quattro papponi rapper saliti sul palco e a un cantante stonato (ma almeno la sua canzone era orecchiabile).

Fils-Aime: 'Wii U è la console da comprare questo Natale, lo dicono molte riviste'. McHale: 'Sì, come Nintendo Magazine'. Indubbiamente il momento migliore dei VGX.

C'è ben poco da salvare di questi VGX e la colpa non è solo loro ma anche di un'industry o che non vuole dire nulla o (ancor più grave) che non ha nulla da dire. Non si salva Reggie Fils-Aime, che perde troppo tempo a mostrare un personaggio aggiuntivo di un gioco già annunciato quale Donkey Kong Country: Tropical Freeze, là dove ci sarebbe bisogno di ben altro per risollevare l'attenzione sul Wii U. E che ricorda che Forbes e il Time dicono che quella di Nintendo è la console di questo Natale: Nando Martellone ringrazia per la seconda volta.

"C'è ben poco da salvare di questi VGX e la colpa è anche di un'industry o che non vuole dire nulla o che non ha nulla da dire"

Non si salva Sony, assente ingiustificata della manifestazione, e sì che i Ready At Dawn stanno a un tiro di schioppo e avrebbero potuto mostrare almeno un trailer di The Order: 1886, l'unica esclusiva di rilievo per la PlayStation 4. Ci saremmo accontentati di vedere anche Infamous: Second Son o #DriveClub, invece la casa giapponese ha puntato tutto sul prototipo della Mercedes di Gran Turismo 6, che però è per PS3. Il risultato involontario è che se uno fosse indeciso su quale delle due console comprare, coi VGX sa che su Xbox One avrà Titanfall e Quantum Break, dall'altra parte solo le conversioni dei titoli third party.

Soprattutto non si salva la regia di questi VGX, che come se non bastasse c'ha ammorbato con siparietti di comici capaci nei migliori dei casi di non annoiare, o con un servizio lungo un'era geologica sul campionato di Donkey Kong. La conclusione della trasmissione, coi titoli di testa che scorrevano direttamente sull'ultima canzone "live" di GTA V, senza neanche tornare in studio per i saluti finali, ha dato quasi la sensazione di Keighley e McHale che se la svignavano alla chetichella per evitare gli ortaggi che altrimenti gli avrebbe tirato il pubblico. Se almeno ci fosse stato.

Verrebbe dunque da catalogare il tutto come un inciampo di Spike TV che, ce lo auguriamo, l'anno prossimo saprà fare tesoro dei propri errori. Eppure ho un dubbio, una voce che mi sussurra nell'orecchio da quando mi sono svegliato: e se i VGX fossero realmente lo specchio dell'industry? Se non ci fosse altro da dire per il 2014 ormai alle porte? In tal caso, come ricordava in apertura L'Odio di Mathieu Kassovitz, il problema non sarà la caduta ma l'atterraggio.