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A Game of Thrones - Genesis

Nel gioco del trono o si vince o si muore... di noia!

In quanto amante della saga creata da George R. R. Martin, ho accolto con la dovuta trepidazione la notizia che Cyanide stava sviluppando un RTS sulle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco.

In quanto adoratore della serie televisiva, ho cercato in tutti i modi di essere la persona scelta per la recensione.

In quanto amante dei videogiochi, era veramente tanto che non mi trovavo di fronte a tale mediocrità, e sinceramente ne avrei fatto anche a meno.

A Game of Thrones: Genesis, come suggerito dal nome, ripercorre le vicende che hanno portato alla creazione dell'universo narrato nei libri di Martin. Il che vuol dire che se avete conosciuto la saga solo grazie alla bellissima serie della HBO, e non vi siete letti le migliaia di pagine che compongono i cinque tomi dell'opera, potreste non capire assolutamente niente della storia che state giocando (e scoprire che Nymeria non è solo il nome di un lupo un po' troppo cresciuto, ad esempio).

Quel muretto che vedete dovrebbe essere una barriera di ghiaccio lunga centinaia di chilometri.

Anche se questa scelta è tutto sommato fallimentare, visto che aliena i molti fan che hanno imparato ad amare le Cronache sul piccolo schermo, a parziale discolpa dei Cyanide bisogna puntualizzare che il gioco è stato iniziato prima che la HBO decidesse di ricavarne una serie TV, quindi è stato impossibile legare in qualche modo le due realtà.

Quello che è molto meno perdonabile è l'aver scelto di non considerare minimamente le centinaia di carismatici personaggi del gioco, i luoghi o gli eventi, e aver ambientato il tutto in uno scenario anonimo, visualizzato con una grafica che andava bene (forse) qualche anno fa, con generici signorotti locali che abitano in grigi castelli tutti uguali, in cui l'unica cosa che differenzia le varie casate sono i colori e i nomi.

Quindi niente Grande Inverno, niente Castel Granito, niente Fortezza Rossa, e allo stesso modo niente Ned Stark, niente Tyrion, niente Gregor Clegane, niente Battaglia del Tridente (a dire il vero c'è la mappa per il multiplayer, ma è un po' poco).

Controllare un territorio così ricco di risorse può rivelarsi un incubo.

Quindi non solo i Cyanide si sono giocati gli appassionati dell'ultim'ora, ma non rendono neppure un adeguato fanservice a chi da anni aspettava di poter giocare uno strategico ambientato nei Westeros. Bella mossa!

Non tutto però è da buttare in questo AGoT:G. Presentare l'ennesimo RTS medioevale uguale a tutti gli altri ma con i nomi ispirati alla saga, sarebbe stata una facile scappatoia, e invece ho apprezzato la scelta degli sviluppatori che hanno preferito concentrarsi sugli aspetti più sotterranei del gioco del trono, dedicando maggiore cura a ciò che avviene all'interno dei palazzi che sui campi di battaglia. Peccato che alla fine il tutto si riveli noioso, prevedibile e ripetitivo.

Per fare maggiore chiarezza, ecco come funziona il gioco: la mappa è divisa in zone, in cui sono presenti dei punti di controllo che devono essere catturati per ottenere il denaro, necessario per le unità, e i punti prestigio, indispensabili se si vuole ottenere la vittoria senza spargimenti di sangue. Per controllare una zona si deve mandare un emissario a reclamare la zona, e bisogna farlo prima che lo faccia l'avversario, altrimenti il vostro emissario non potrà entrare.

Il trailer del gioco.