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Baldur's Gate: Enhanced Edition - review

Un (non) ritorno alle origini.

Nello scrivere la recensione di questa edizione di Baldur's Gate devo fare una doverosa premessa, quasi per manifestare apertamente il rispetto che nutro per un titolo che ha fatto la storia, sia mia personale di giocatore, sia del genere dei GDR su PC.

La valutazione finale che potrete sbirciare a fondo pagina (se non lo avete ancora fatto) non va infatti a fornire un semplice riscontro sul valore di un titolo che, come immagino molti di voi, ritengo a prescindere uno dei totem del mondo dei videogame, ma è il frutto di una serie di considerazioni che vi prego di cogliere in tutta la loro completezza.

La vera domanda che dobbiamo farci a questo punto è in fondo una e una sola: questo Baldur's, versione 2012, è meritevole della vostra attenzione? La risposta purtroppo non è così positiva come potreste attendervi, ma se avrete la pazienza di seguirmi cercherò di spiegarvi il mio punto di vista.

Per iniziare, qualche nozione storica: era il lontano 1998 quando, con l'affacciarsi sui nostri sistemi operativi dell'opera “madre” di BioWare, il mondo dei videogame fu scosso dalle fondamenta da un processo che vide poi il suo compimento col secondo episodio della saga, da molti ritenuto come uno dei migliori videogiochi per PC di tutti i tempi.

Ecco la nuova interfaccia in tutto il suo 'splendore'.

L'introduzione dell'Infinity Engine, il sentirsi “realisticamente” all'interno del mondo di Dungeons & Dragons, l'epicità dell'ambientazione e in generale la cura riposta dagli sviluppatori nel ricreare un set di regole in maniera efficace, portavano infatti il giocatore in una nuova dimensione che avrebbe fornito i presupposti alla successiva produzione ruolistica giunta fino ai giorni nostri.

"La scelta di riproporre il tutto dopo una “cura di bellezza” risponde appieno alle esigenze di un mercato avaro di idee"

Per coloro che possiamo considerare come i neofiti di Baldur's Gate, quello di cui stiamo parlando è un gioco di ruolo in visuale isometrica basato sulla seconda edizione del regolamento del pluripremiato Dungeons & Dragons, ambientato nei mitici Forgotten Realms e contraddistinto da una longevità valutabile attorno centinaio di ore, nel caso foste il tipo di persone che non vogliono perdere nulla e che esplorano ogni centimetro quadrato del mondo di gioco. All'epoca, in pratica, era IL titolo definitivo per chiunque fosse cresciuto a pane e dadi d6.

La scelta di riproporre il tutto dopo una “cura di bellezza”, andando a toccare sia l'impianto grafico che il gameplay, è un'operazione logica e risponde appieno alle esigenze di un mercato avaro di idee, dove il saccheggio di un passato glorioso sembra essere l'unica risposta a numeri sempre più in calo.

Tuttavia il problema di un'operazione di questo genere è come viene portata avanti: per intenderci, è necessario capire se il lavoro di restauro sia stato fatto con cognizione di causa o se invece l'idea alla base sia quella di mungere la mucca fino a quando non stramazza al suolo. Il fatto che dietro a questa Enhanced Edition ci fosse il nome di Trent Oster, uno dei cofondatori di BioWare, era da questo punto di vista una garanzia, purtroppo però il mercato pare ormai ragionare sempre più con il portafoglio e sempre meno col cuore.

Dal punto di vista ruolistico, l'isometrico ha sempre il suo fascino.

Dal punto di vista narrativo, ovviamente, non abbiamo grosse novità se non qualche piccola aggiunta di cui parlerò fra poco: vestiti i panni dell'eroe di turno affidato alle cure del saggio Gorion, ben presto dovrete immergervi nella dura vita della Costa della Spada al fine di scoprire le cause dei numerosi fatti oscuri che affliggono quelle terre. Da qui l'avventura prenderà una china pericolosa, che vi vedrà attraversare luoghi selvaggi, cospirazioni omicide e tutta la serie di cliché che ogni avventura che si rispetti dovrebbe avere.

"Abbiamo una nuova avventura situata nell'Underdark, una sorta di grande quest della durata approssimativa di circa cinque ore"

Questo in sintesi è ciò che dovreste conoscere già a memoria, ora cerchiamo di capire dove si inserisce il lavoro di Beamdog, partendo da quello che è stato aggiunto e che, a conti fatti, costituisce il fattore di maggior appeal per coloro che hanno già giocato Baldur's Gate all'epoca della sua uscita. Oltre al già citato restyling grafico che ha reso tutto più piacevole alla vista, abbiamo una nuova avventura situata nell'Underdark, una sorta di grande quest della durata approssimativa di circa cinque ore.

A questo aggiungete tre nuovi personaggi tutti reclutabili nel proprio party, ovvero il monaco Rasaad yn Bashir, la maga Neera e Dorn Il-Khan, con le loro ambientazioni e avventure, e avrete un riassunto completo delle poche aggiunte contenutistiche effettuate da Beamdog, sicuramente non paragonabili per quantità allo spessore del titolo originale e dell'espansione contenuti nello stesso pacchetto.

La prima scelta di rottura col passato è invece rappresentata dal set di regole e classi mutuato dal secondo Baldur's Gate e pertanto non fedele alla versione originale. A conti fatti la scelta in sé non è malvagia, in quanto la flessibilità del sistema di gioco di Shadows of Amn, unita alla sua maggior profondità, rendono il gioco più adatto ai palati odierni senza per questo snaturare l'essenza del primo episodio. Per gli amanti della filologia videoludica, però, la cosa potrebbe in qualche modo stonare.

La varietà di ambientazioni è sempre stato uno dei pezzi forti di Baldur's Gate.

Anche l'interfaccia è stata rivista, presentando tutta una serie di macro icone esplicative, mentre per quanto riguarda i combattimenti è rimasto tutto come in passato, con la mai troppo lodata possibilità di interrompere il gioco durante gli scontri per decidere l'approccio di volta in volta migliore.

"La nuova interfaccia, così come il restyling grafico, tradiscono però il vero scopo di questa edizione pensata per il mercato mobile"

La nuova interfaccia, così come il restyling grafico, tradiscono però il vero scopo di questa edizione, ovvero riproporre sì un grande classico a una platea probabilmente ignara della sua gloriosa esistenza, ma al contempo puntare tutto su un'esperienza “mobile”, favorendo un tipo di utenza per cui il gioco non era stato creato e scontentando quindi chi sperava di ri-vivere i fasti del passato.

Ad esempio abbiamo una risoluzione in widescreen bloccata e incapace di sfruttare le possibilità tecniche attuali, mentre la nuova interfaccia spesso risulta scomoda e probabilmente meno intuitiva rispetto alla praticità del mouse. In generale resta l'impressione di trovarsi quasi fuori posto utilizzando la versione PC e anche la funzione di zoom qui inserita sembra essere stata aggiunta più per vedere sgranare le texture che per una sua effettiva utilità.

Se a queste considerazioni aggiungete il fatto che molti dei difetti qui citati sono stati superati dal titolo originale grazie ai numerosi mod (gratuiti) sparsi per la rete e che realisticamente rappresentano una vera fucina infinita di contenuti, capite bene rimane un po' l'amaro in bocca.

Per padroneggiare armature, armi e abilità varie è buona cosa effettuare una lettura preliminare del manuale.

Uno dei (pochi) aspetti veramente positivi dal punto di vista tecnico è invece rappresentato dalla scarsità di risorse hardware necessarie per far girare il titolo a una fluidità ottimale. Stiamo del resto parlando di un gioco di quattordici anni fa, ma come abbiamo avuto modo di riscontrare anche in tempi recenti, che spesso questo non è un passaggio così scontato.

"Non si può chiudere gli occhi di fronte alle limitazioni che rendono l'esperienza su computer inferiore all'originale"

La valutazione finale risente quindi di tutte le considerazioni espresse durante la recensione: come già detto, al di là del tempo trascorso e delle aggiunte implementate, il valore del gioco è indiscutibile, tale è la sua importanza storica e per aver inaugurato una nuova fase nei giochi di ruolo su PC.

Ma, e purtroppo c'è un “ma”, non si può chiudere gli occhi di fronte a una serie di limitazioni che in qualche modo rendono l'esperienza su computer visibilmente inferiore all'originale, ricca di quei mod che rendono a tutti gli effetti quasi ridondante il lavoro di Beamdog.

Aggiungete alla somma anche qualche bug qua e là, la mancanza (per ora) di una traduzione italiana e il prezzo decisamente inferiore con cui potete reperire l'originale Baldur's Gate su altri servizi online e avrete modo di capire il voto finale, pensato ovviamente non per coloro che si siano appena affacciato al mondo del gaming ma coloro che abbiano una certa conoscenza del genere.

Vediamo un po' di gameplay Baldur's Gate: Enhanced Edition.

Per i nostalgici senza speranza o per tutti coloro che vogliono capire perché, davvero, si stava meglio quando si stava peggio, questa edizione è comunque un acquisto da valutare con molta attenzione. In questo caso, potete tranquillamente aggiungere un punto abbondante al voto quando la versione per tablet vedrà finalmente la luce.

7 / 10