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Donkey Kong Jr. -  review

Anche il buon vino diventa aceto.

La storia dei videogiochi è costituita da migliaia di prodotti, alcuni dei quali sono da considerarsi capolavori senza tempo, altri delle schifezze, altri ancora dei discreti passatempo. Ci sono giochi che hanno fatto la storia della nostra industria che possono essere tranquillamente goduti anche oggi, mentre altri, come alcuni vini, dopo un po' si tramutano in aceto.

Tra i tanti capolavori disponibili nel catalogo Nintendo era dunque necessario riesumare Donkey Kong Jr. dal suo letargo? Questo perché, senza girarci intorno, il gameplay di Donkey Kong Jr. potrebbe oggigiorno risultare indigesto a coloro non più disponibili ad accettare un sistema di lettura delle collisioni non particolarmente preciso, controlli non sempre puntuali e una longevità davvero limitata.

La versione arcade è targata 1982, mentre sui NES americani è giunto solo 4 anni dopo.

Per chi non lo sapesse Donkey Kong Jr. è il seguito di quel Donkey Kong che proiettò Nintendo e Shigeru Miyamoto nell'Olimpo dei videogiochi. Giunto in sala giochi nel 1982, arrivò sui NES americani nel 1986. Come il titolo suggerisce, in questo secondo capitolo interpreteremo il figlio di Donkey Kong, chiamato semplicemente Junior, impegnato a salvare il genitore da quel Jumpman che da qui in avanti verrà ricordato come Mario. Il malvagio falegname, in attesa di diventare idraulico, ha deciso infatti di imprigionare il gorillone e fare di tutto per evitare che chicchessia si avvicini a lui.

In questo modo i ruoli si invertono con DK Jr. a scalare i livelli irti di piattaforme ed ostacoli e Mario a vegliare sull'obiettivo finale. Mario, nell'insolita veste di cattivo e rapitore (sento che la pagherà cara, col karma mica si scherza!), getterà contro il giovane primate tonnellate di voraci mini-coccodrilli e velocissimi pennuti che andranno accuratamente evitati spostandosi da una liana all'altra o saltandoli. Ogni contatto con gli oggetti sparsi per i livelli sarà letale: i tempi dei power-up e dei balzi sulla testa sono infatti ancora lontani.

"Donkey Kong Jr. ha solo quattro livelli che si alternano in maniera continua fino allo sfinimento"

Il gameplay è ciclico: una volta terminati i quattro stage disponibili si ripartirà da capo con un livello di difficoltà superiore. Avete capito bene, Donkey Kong Jr. ha solo quattro livelli che si alternano in maniera continua fino allo sfinimento. Anche la seconda modalità di gioco presenta i medesimi stage, seppur con ulteriori complicazioni.

Una delle principali novità è quella di poter giocare sul monitor del GamePad.

E la modalità per due giocatori? Sempre coi medesimi quattro livelli e il gioco vi chiederà di alternarvi di fronte allo stesso controller. Come se tutto questo non bastasse Donkey Kong Jr. mostra chiaramente tutti i suoi anni con un sistema di controlli piuttosto legnoso e impreciso, col primate che si incastrerà contro angoli invisibili o perderà una vita per un contatto dubbio.

Ad aggravare la situazione arriva il prezzo, fissato sui 4,99 euro, piuttosto fuori mercato per un gioco così limitato, sia come offerta ludica sia come freschezza del gameplay. Senza considerare che la versione Wii U non offre alcuna novità rispetto alle altre già apparse su Wii e Nintendo 3DS.

Il nostro consiglio è dunque quello di evitare Donkey Kong Jr. e di risparmiare i vostri sudati quattrini per titolo più meritevoli. E con Super Mario World già disponibile ed Earthbound in arrivo, siamo sicuri che di occasioni migliori ce ne saranno presto.

4 / 10

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Luca Forte

Contributor

Luca si divide tra la gestione del ruspante VG247.it e l'infestare Eurogamer con i suoi giudizi sui giochi sportivi, Civilization, Fire Emblem, Persona e Football Manager. Inviato d'assalto, si diverte a rovinare le anteprime video dei concorrenti di tutto il mondo in modo da fare sembrare le sue più belle.
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