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Kingdom Hearts: Dream Drop Distance - prova

Sora, Riku e gli eroi Disney approdano su 3DS.

Contrariamente a quanto molti si aspettano, l'ultima incarnazione della celebre saga di Kingdom Hearts per 3DS è più di un semplice spin-off. Certo, chiunque sia in attesa del fantomatico terzo capitolo "numerico" anche questa volta dovrà tenere a freno gli entusiasmi, vista la totale assenza di informazioni a riguardo.

Kingdom Hearts: Dream Drop Distance (che da ora in avanti abbrevieremo in KH3D), tuttavia, potrebbe rappresentare un'autentica manna dal cielo per i possessori di 3DS, finalmente di fronte ad un capitolo sostanzioso, completo e, cosa non da poco, che si pone strategicamente a metà strada tra KH Re:coded (Nintendo DS), di cui rappresenta il seguito diretto, e Birth By Sleep (PSP), fornendo un tanto auspicato legame tra i protagonisti di questo prequel (Ventus, Terra e Aqua) e i più noti Sora e Riku.

Le boss fight, come da tradizione, saranno numerose ed assai impegantive.
Gli eroi Disney, ancora una volta, tornano più agguerriti che mai.

Proprio in virtù della sua altisonante collocazione, è più che lecito attendersi da KH3D una sceneggiatura a dir poco all'altezza. Le premesse narrative appaiono particolarmente interessanti, con Riku e Sora chiamati a fronteggiare il ritorno del solito cattivone di turno (master Xehanort) e impegnati in un'estenuante prova per raggiungere il grado di Maestri della Keyblade.

I celebri Heartless vengono per l'occasione sostituiti dai nuovi Dream Eater, pittoresche creaturine che invadono letteralmente il già pericolante Multiverso. Queste simpatiche canaglie sono suddivise in due schieramenti distinti, gli Incubi e gli Spiriti.

I primi, chiaramente, rappresentano la minaccia principale per i nostri eroi, laddove i secondi si dimostreranno particolarmente utili, mettendo a disposizione del giocatore nuovi poteri e una lunga serie di abilità speciali.

Dream Eater a parte, KH3D vanta un parco personaggi davvero ragguardevole, che spazia dai protagonisti dei già citati capitoli ad altrettanto noti abitanti dell'universo Disney (Paperino e Pippo in primis). Il tutto, come da tradizione, viene catapultato nel cosiddetto Multiverso, un "mondo" di dimensioni assolutamente generose articolato su sette location differenti, molte delle quali assolutamente inedite.

"Kingdom Hearts: Dream Drop Distance vanta un parco personaggi davvero ragguardevole"

Si passa dall'universo di Tron: Legacy alla Francia di Dumasì, non disdegnando una capatina in quel di Notre Dame. Gli amanti dei cartoon Disney più classici, invece, saranno lieti di spendere qualche minuto nel ridente paesino di Pinocchio o, perché no, in quello più fatato di Fantasia.

Se sul fronte narrativo, dunque, l'impressione è quella di poter dormire sogni tranquilli, e la nostra prova sul campo delle meccaniche di combattimento ha dato nuova conferma del consueto ottimo lavoro dei ragazzi di Square Enix.

Partiamo da un gradito ritorno, quel "commander deck" osannato dai fan di Birth by Sleep, che permette di selezionare rapidamente gli attacchi a disposizione del giocatore, per poi eseguirli con la pressione del tasto Y.

La re-introduzione dei "mazzi" in questo capitolo sembra dunque testimoniare una propensione del team di sviluppo a dinamiche di gioco intuitive e immediate, un'ipotesi avvallata in toto dal cosiddetto Flow Motion e dalla stessa gestione degli Spiriti - due delle feature più rilevanti di questo KH3D.

"Il Commander Deck permette di selezionare rapidamente gli attacchi a disposizione del giocatore"

Grazie al FlowMotion, in sostanza, sarà possibile interagire direttamente sul touch-screen della console per scatenare attacchi dirompenti, tecniche segrete o, allo stesso modo, per risolvere i consueti puzzle di cui l'IP sembra essere particolarmente generosa. Gran parte degli attacchi, tuttavia, verrà resa disponibile al procedere del gioco, essendo questi strettamente collegati ai nostri eventuali incontri con i già citati Spiriti.

Il recente Tron: Legacy offre una delle location più interessanti ed ispirate di questo nuovo KH.
Tramite il FlowMotion è possibile operare direttamente sul touch-screen per scatenare combo, tecniche segrete o attacchi speciali.

A tal proposito, difficile trovare un esempio più esaustivo dei Pokémon: come accade nell'arcinoto brand di Mamma N, anche in KH3D il giocatore potrà (e dovrà) "catturare" quante più creature possibili, sbloccando in questo modo un cospicuo set di poteri e abilità che si riveleranno particolarmente utili nella lotta contro Xehanort e i numerosi Incubi disseminati nei livelli.

Inoltre, una volta raccolto uno Spirito, questo ci seguirà da lì sino ai titoli di coda: compito del giocatore, dunque, affrontare le battaglie con un pizzico di tatticismo in più, equipaggiando di volta in volta le skill più indicate alla battaglia che si intende combattere.

E considerando un livello di difficoltà facile solo in apparenza e il numero di boss particolarmente elevato, padroneggiare a dovere la sacra arte della lotta diventa rapidamente una necessità.

Sul fronte tecnologico, è davvero encomiabile il lavoro svolto da Square Enix, capace di sfruttare con rara maestria le risorse dell'ultimo hardware portatile di casa Nintendo. Ottima la modellazione dei personaggi, sorprendenti le animazioni e, cosa più importante, davvero notevole la fluidità del gioco anche nelle situazioni dove la battaglia è più intensa.

"L'effetto 3D si dimostra complessivamente valido e godibile"

L'effetto 3D, una delle caratteristiche più decantate di questo capitolo, si dimostra complessivamente valido e godibile anche se, in via del tutto personale, non è così fondamentale per godere appieno del titolo.

La compatibilità con il Circle Pad Pro è l'ultima nota positiva in un primo concerto, nel suo complesso, davvero ben orchestrato. Kingdom Hearts: Dream Drop Distance, nonostante la sua natura portatile, appare pronto più che mai ad offrire un'esperienza completa e sfaccettata, non inferiore in termini di immedesimazione, sceneggiatura e giocabilità agli intramontabili capitoli principali della serie.

E se questo dovesse essere un capitolo di transizione verso un nuovo episodio il cui titolo, chissà, termini con un campale 3, di motivi per gioire ce ne sarebbero davvero parecchi.

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Alberto Destro

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Eterno Peter Pan intrappolato nel corpo di un trentenne, ha barattato la propria ombra per tastiera e controller. Il tutto per la gioia dell'adorata moglie, che si chiede cos'ha fatto per meritarsi un tale nerd.
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