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Face Noir - review

Il lato noir delle avventure.

Di fronte al codice da recensire di Face Noir, non è facile comprendere come un gioco sviluppato in Italia possa essere uscito ben prima in Germania che nello Stivale. Peraltro stiamo parlando di una buona produzione, che sicuramente non ha nulla da invidiare a molti altri titoli che infestano l'hard disk del giocatore medio.

Questione interessante, quindi, sicuramente degna di un investigatore privato, come quelli tipici dell'America della Grande Depressione quale Jack Del Nero, protagonista di quest'avventura grafica prodotta da Mad Orange che vive sulle pieghe dei romanzi hard boiled alla Dick Tracy o alla Philip Marlowe.

Tralasciando però questioni legate più alle logiche dei publisher che all'effettivo valore di un gioco, vi confesso che l'attesa per l'arrivo di Face Noir sul mio monitor era abbastanza alta, sia per aver visto praticamente in diretta la genesi dello stesso, sia perché era da diverso tempo che aspettavo un buon titolo che sapesse calare il giocatore in atmosfere dall'alto tasso noir.

La trama di sicuro non è di quelle che delude: Del Nero, tipico investigatore senza l'ombra di un quattrino, sperpera la propria carriera fra fotografie di tradimenti e indagini dal basso profilo quando, per una fortuita catena di eventi, si ritrova a indagare su un caso che si riallaccerà a doppio filo con la sua uscita dal distretto di polizia.

"Non è facile comprendere come un gioco sviluppato in Italia possa essere uscito ben prima in Germania"

Ogni noir che si rispetti ha la sua bettola d'ordinanza…

Solita resa dei conti? Vendetta d'amore? Questo e molto altro in un sapiente mix dei cliché del genere noir che vi accompagnerà lungo la decina di ore di gioco che culmineranno in un finale che promette già un futuro seguito; in sintesi, un'ottima premessa per una produzione nostrana che prova a inserirsi con buona qualità nel mercato dei punta e clicca.

La struttura è quella tipica delle avventure grafiche: personaggio da guidare in terza persona, ogni elemento a portata di mouse e la consueta alchimia fatta di tasto destro e tasto sinistro, che vi permetterà di portare a termine ogni azione richiesta senza nessun particolari sforzi.

Quello che salta subito all'occhio fin dai primi minuti è però lo stile adottato: in linea con la volontà di rendere l'atmosfera il più simile possibile alle vecchie pellicole hollywoodiane, infarcite di omicidi e di indagini nei bassifondi delle città, l'interfaccia di gioco è minimale, lasciando solamente al piccolo puntatore del vostro mouse il compito di mostrare i punti sensibili a schermo e dare così pieno spazio all'azione.

In generale il tutto funziona in maniera ottimale: le inquadrature, così come la colonna sonora, un jazz che da solo vale il prezzo del biglietto, rendono al meglio le intenzioni degli sviluppatori e risultano capaci di immergere il giocatore nelle vicende narrate in modo convincente, pennellando attimi e istanti che ricorderete con piacere lungo la vostra indagine.

"L'interfaccia di gioco è minimale, lasciando visibile solamente il puntatore del mouse"

Un buon investigatore non si ferma davanti a nulla.

Oltre ai soliti enigmi legati all'utilizzo di un oggetto particolare in un determinato frangente, troviamo anche alcune variazioni sul tema, essenziali per alleggerire un gameplay altrimenti troppo statico. Ad esempio, troviamo degli enigmi fisici, nei quali vi verrà richiesto di mimare col movimento del mouse l'utilizzo di particolari elementi, così da sbloccare la serratura di turno o risolvere un determinata situazione.

In aggiunta a questi abbiamo poi anche l'inserimento di un piacevole sistema deduttivo, grazie al quale dovrete riuscire a portare a termine alcuni nodi narrativi basati sui dialoghi; anche qui non ci troviamo di fronte a qualcosa di realmente innovativo, ma il tutto denota la volontà di non adagiarsi su strutture usate e abusate.

Leggermente meno piacevoli sono invece gli interrogatori che affronterete nel corso delle vostre indagini, questi sì a volte troppo forzati nelle loro conclusioni ed eccessivamente scollati dal flusso narrativo. Valutando tutti gli elementi nel loro complesso, comunque, Face Noir nel comparto degli enigmi si difende bene anche con le produzioni più moderne.

Sì, perché purtroppo l'intero gioco è stato prodotto sfruttando il Wintermute Engine, che se da una parte permette di ottenere ottimi risultati nella ricostruzione degli ambienti, in questo caso davvero ricchi d'atmosfera e pregni di quei particolari che fanno la differenza fra una produzione d'autore e un titolo anonimo, purtroppo dall'altra mostra tutti i suoi limiti nella resa dei personaggi e delle loro animazioni.

"Il gioco sfrutta il Wintermute Engine, ottimo nella ricostruzione degli ambienti, carente nella resa dei personaggi e delle animazioni"

I Mad Orange non hanno di certo lesinato nel costruire gli ambienti.

Se per esempio prendiamo come riferimento i dialoghi dove i personaggi vengono inquadrati in prima persona, sembra davvero di trovarsi davanti ad un titolo anacronistico a cui non si può neanche concedere la condizionale dello stile retrò di nomi come Primordia o Gemini Rue.

L'invito, come sempre, è di non fermarsi solamente all'estetica per giudicare un gioco nel suo complesso, ma è indubbio che la grafica sia il vero tallone d'Achille di questa produzione, unita anche alla mancanza di un qualsiasi doppiaggio che limita forzatamente l'immersione complessiva del giocatore.

A fronte di alcuni punti di favore, come la logicità degli enigmi e l'ottimo bilanciamento fra il numero degli ambienti a disposizione e la necessità di esplorarli per proseguire nel gioco, troviamo purtroppo alcuni fastidiosi nei. Il primo fra tutti è l'utilizzo dell'inventario, il cui accesso è legato all'utilizzo del tasto centrale del mouse; considerando che ogni volta verrete costretti ad un cambio di schermata per capire cos'avete in mano, potete capire che il fluire dell'azione risulta gioco forza spezzettato in maniera deleteria.

Probabilmente tale scelta sarà stata fatta per fornire un maggior impatto scenico, permettendo di poter ammirare ogni oggetto come se lo avessimo realmente fra le mani, ma lo stacco penalizza oltre misura le buone intenzioni degli sviluppatori.

"Face Noir un titolo solido, dalla buona longevità"

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Face Noir segna dunque un valido esordio per Mad Orange: è un titolo solido, dalla buona longevità e impreziosito da diverse soluzioni che riescono a donare la giusta varietà ad un gameplay ancorato al passato. I pochi difetti sono imputabili ad un comparto tecnico che poggia su un engine dagli evidenti limiti strutturali e ad alcune scelte poco felici a livello di gameplay (uno su tutti l'inventario), che però non cancellano quanto di buono è stato fatto.

Se siete quindi alla ricerca di una buona avventura o anche solo di un intrigante racconto noir, questo potrebbe essere un titolo da considerare per iniziare in bellezza il vostro 2013 avventuroso. La speranza è che l'eventuale successo a livello commerciale possa permettere al gruppo di investire in un impianto grafico all'altezza e limare alcuni elementi che potrebbero lanciare la serie fra le i “must have” del genere.

7 / 10

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A proposito dell'autore
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Roberto Bertoni

Contributor

Proveniente dalla ridente Brianza, è cresciuto a pane e Amiga. Ama inoltre in maniera viscerale il retro, ma solo videoludico. Piatto preferito: pollo con la carrucola in mezzo.

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