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Hawken - prova

Impressioni dall'interno dell'abitacolo.

Quando siamo entrati per la prima volta in contatto con Hawken non abbiamo potuto fare a meno di ricordare con grande nostalgia i tempi di Mechwarrior, quando i giochi bellici dedicati ai robottoni trasudavano passione.

Negli ultimi anni, invece, i titoli di qualità dedicati ai mech sono stati sempre meno e, salvo casi sporadici (Armored Core V, per fare un esempio recente), non sono mai riusciti a trasmettere l'adrenalina che si dovrebbe provare trovandosi ai comandi di un gigante corazzato armato fino ai denti.

Hawken, impressionante gioco di mech per PC in via di sviluppo presso il team indipendente Adhesive Games, a pochi mesi dall'uscita (prevista per dicembre) appare solido come non mai, sia dal punto di vista tecnico che da quello della giocabilità.

L'interno degli abitacoli è un mare di spie e lucette, ma non è paragonabile a quello di Steel Battalion.
Gli scatti consumano carburante, ma permettono di eseguire manovre aggressive sia in attacco che in difesa.

I ragazzi del team di sviluppo stanno lavorando sodo per creare un'esperienza adrenalinica, coinvolgente e capace di soddisfare ogni genere di giocatore, dal berserker che pensa solo ad attaccare a testa bassa, allo stratega maggiormente votato ad approcci ben studiati.

Nel tentativo di bilanciare al massimo un gameplay costruito unicamente attorno al multiplayer, i programmatori stanno lavorando a stretto contatto con la community, con i tester e con i giornalisti che hanno la fortuna di provare Hawken, tenendo in seria considerazione ogni singolo consiglio che possa servire a completare un progetto davvero ambizioso.

L'idea di base è molto semplice: creare un gioco multiplayer free to play in grado di stupire sia per l'incredibile realizzazione tecnica che per la bontà del gameplay. Naturalmente non è affatto facile raggiungere un simile obiettivo, ma forse questo gruppo di ragazzi volenterosi sta riuscendo nell'impresa.

Alla prova su strada, infatti, Hawken ci ha convinti sotto quasi ogni punto di vista, rivelandosi un titolo divertente, appagante e, soprattutto, estremamente fluido. Le qualità tecniche di questo gioco di mech sono tranquillamente in grado di rivaleggiare con quelle di molti titoli tripla A attualmente in circolazione, a dimostrazione del fatto che si possono realizzare prodotti di qualità anche senza avere a disposizione budget milionari.

"Hawken è un FPS multiplayer in cui ogni giocatore è ai comandi di un potente Mech corazzato"

Ciò detto, Hawken è un FPS multiplayer in cui ogni giocatore è ai comandi di un potente Mech corazzato. A differenza di quanto accade negli FPS tradizionali, quindi, i movimenti in Hawken risultano generalmente più lenti e macchinosi e, soprattutto, caratterizzati da limitazioni fisiche diverse dal solito.

Sfruttando mouse e tastiera è possibile esplorare le mappe muovendosi a un'andatura più o meno veloce a seconda del tipo di mech selezionato e alle sue caratteristiche. I mech più piccoli e agili, ovviamente, sono caratterizzati da armi leggere generalmente a corto raggio, mentre i colossi dalla corazza pesante sono lenti e difficili da padroneggiare, ma una volta in battaglia non danno scampo.

A queste caratteristiche si va ad aggiungere il classico sniper, mezzo dotato di cannoni a colpo singolo capaci di causare danni ingenti anche dalla lunghissima distanza. Distanza che, molto spesso, non rappresenta l'unico elemento di disturbo nei tiri di precisione, visto che le mappe (o almeno quelle che abbiamo avuto modo di provare) sono state pensate per favorire tanto il gioco orizzontale quanto quello verticale, con enormi palazzi capaci di bloccare la visuale dei tiratori e, al tempo stesso, di trasformarsi in ottimi punti di osservazione.

Nonostante la natura pirotecnica degli scontri di Hawken, in questo gioco l'uso del cervello può rappresentare la differenza tra l'uccidere o l'essere uccisi. È davvero fondamentale sfruttare al meglio le caratteristiche delle mappe (sottopassaggi, strade sopraelevate, strutture metalliche in grado di trasformarsi in solidi ripari e via dicendo) e interpretare a dovere il fluire delle battaglie.

Salire sul cavalcavia in questa mappa non è una buona idea, visto che espone ai colpi dei cecchini e alle imboscate dei Mech.
Il design di mezzi e arene rende molto bene l'idea del futuro arido e polveroso in cui si svolgono le battaglie.

"In Hawken l'uso del cervello può rappresentare la differenza tra l'uccidere o l'essere uccisi"

A ciò si aggiunge la necessità di imparare a utilizzare con attenzione le proprie armi, cercando di non provocare il pericoloso surriscaldamento del veicolo (che porta allo spegnimento immediato di tutti i sistemi del mech ad eccezione di quello legato ai movimenti basilari), a sincronizzarsi con il cooldown di ogni attacco e, soprattutto, a gestire la quantità di carburante a disposizione.

Questo è legato all'accensione dei reattori dei Mech, che permettono di effettuare rapidi scatti (indispensabili per schivare gli attacchi nemici) e di coprire lunghe distanze in volo, utili per raggiungere posizioni vantaggiose o per confondere gli avversari con complesse manovre evasive.

Se questo non fosse abbastanza, negli scontri intervengono anche vari tipi di torrette (attivabili all'interno dei livelli oppure da posizionare a piacimento in qualsiasi zona della mappa) e una vasta gamma di gadget da sfruttare a proprio vantaggio nel bel mezzo delle battaglie.

Lanciando una carica EMP contro un rivale provocandone l'immediato spegnimento dell'HUD e il malfunzionamento delle armi, per esempio, si può ottenere una ghiotta occasione in combattimento, così come posizionando un ologramma come esca si può stanare un avversario invogliandolo ad attaccare un falso bersaglio.

Finora abbiamo potuto provare il gioco in due modalità differenti, ossia il classico Deathmatch tutti contro tutti e il Deathmatch a squadre fra due team di sei elementi.

A lasciarci un po' perplessi, fino a questo momento, sono state solo le mappe, che pur essendo caratterizzate da un design intelligente e capace di svilupparsi in ogni direzione, ci sono sembrate sempre troppo piccole per il tipo di esperienza offerta dal gioco.

"Le dimensioni ridotte delle mappe potrebbero essere legate al desiderio del team di mantenere alti i ritmi delle partite"

Le dimensioni ridotte potrebbero essere legate al desiderio del team di mantenere alti i ritmi delle partite, oppure a possibili problemi di sviluppo tecnico. Vedremo se nella versione finale, che uscirà a dicembre, le arene saranno più grandi o se dovremo accontentarci di ambienti più intimi.

In ogni caso, le aspettative verso questo free-to-play sono piuttosto alte. Aspettatevi una recensione approfondita appena possibile!

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Hawken

PS4, Xbox One, PS3, Xbox 360, PC

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Filippo Facchetti

Contributor

Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.

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