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Natural Selection 2 - review

Aliens incontra Starcraft.

Ci sono mod che hanno fatto la storia del videogioco e che giustamente sono ricordati per questo dagli appassionati ma anche dalle aziende che, facendo loro una proprietà intellettuale, si sono fatte carico della loro realizzazione commerciale.

Il miglior esempio è sicuramente quello di Counterstrike, a distanza di tredici anni ancora uno degli sparatutto più giocati online. Magari non godrà della stessa fama, ma sicuramente Natural Selection è stato uno dei mod più innovativi di sempre quando uscì nell'ormai lontano 2003, al punto da ritagliarsi un nutrito stuolo di appassionati grazie a un gameplay del tutto particolare.

Dopo sette anni ha finalmente visto la luce il seguito commerciale intitolato Natural Selection 2, che riprende fedelmente i concetti di base del gioco originale e li evolve riproponendoli in una veste graficamente accattivante per l'utenza PC moderna. Il succo del gameplay è semplice: in una rievocazione esplicita di Aliens scontro Finale, una squadra di massimo dodici marines deve scontrarsi con altrettanti alieni all'interno di scenari di fantascienza come una raffineria, un centro ricerca, miniera o uno spazioporto. L'obiettivo è quello di sterminare la fazione avversaria arrivando al cuore della base nemica e facendo saltare il centro nevralgico di controllo della fazione.

Sulla carta sembrerebbe un semplice deathmatch in cui i giocatori che impersonano gli alieni danno la caccia ai marine e viceversa: in realtà, oltre agli scontri nudi e crudi, è presente una componente strategica che vede un giocatore per parte assumere il ruolo di comandante della fazione. In questa veste si entra all'interno di una postazione protetta da dove si gestisce, con una visuale dall'alto in perfetto stile da strategico in tempo reale, l'andamento della partita.

L'armeria sarà uno dei luoghi che amerete maggiormente giocando da Marine in Natural Selection 2.

I giocatori impegnati sul campo devono quindi fidarsi ciecamente degli ordini impartiti che possono essere visualizzati in sovrimpressione e impartiti tramite la chat vocale integrata. Volendo è possibile giocare anche senza coordinamento ma in quel caso vincere è praticamente impossibile, visto che la progressione della base e delle unità è fondamentale per contrastare gli avversari. Per farlo occorre conquistare determinati punti strategici delle mappe ove acquisire risorse da investire in nuove strutture o potenziamenti per le truppe sul campo.

Il ruolo del comandante è molto diverso in quanto cambiano notevolmente le caratteristiche di gestione ed espansione della base delle due fazioni. Nel caso degli umani, ci troviamo di fronte a una progressione delle strutture piuttosto tradizionale: dal centro di controllo si costruiscono il primo estrattore, le piattaforme di respawn dei marine, e l'armeria ove rifornirsi e curarsi. Man mano che si acquisiscono risorse posizionando altri estrattori, diventano disponibili torrette automatizzate, rilevatori radar e centri sviluppo per iniziare a potenziare la fanteria, ricercando nuove armi ed equipaggiamenti in grado di fare la differenza nel corso della battaglia.

L'unica limitazione alla capacità dei marine di posizionare strutture in una zona della mappa è definita dall'attivazione o meno del generatore energetico presente nelle vicinanze: rimetterlo in linea prima di iniziare la costruzione è essenziale per fornire alimentazione a tutta l'area. Ovviamente, i generatori sono uno degli obiettivi primari degli alieni quando attaccano una zona nemica incustodita.

Le modalità di progressione della fazione aliena sono completamente diverse da quelle degli umani e ricordano molto da vicino quelle di Stacraft per come gli Zerg infestano un'area adattandola alle loro necessità riproduttive. Il cuore pulsante della fazione aliena è l'alveare: da qui una sostanza viscida e ripugnante inizia ad espandersi attraverso i corridoi e le stanze adiacenti, permettendo la costruzione di estrattori ed altre strutture evolutive e difensive, concettualmente simili a quelle degli umani ma dal funzionamento differente.

"Le modalità di progressione della fazione aliena sono completamente diverse da quelle degli umani"

Il lanciafiamme è ottimo per attaccare la base nemica e devastarla rapidamente. Con l'aiuto di un Esoscheletro è anche meglio.

Se i marine devono infatti ridare energia alle zone che vogliono controllare, gli alieni prendono il controllo della mappa posizionando una sequenza di spore che contaminano gli ambienti connettendo l'alveare centrale alle aree periferiche. Ecco quindi che le spore diventano spesso l'obiettivo primario degli umani per interrompere l'integrità dell'espansione aliena e prevenire l'accumulo di risorse. Al posto di nuove armi e munizioni, gli alieni si evolvono in nuove creature con abilità differenti a seconda dello stile di gioco o delle necessità contingenti.

Le peculiarità di Natural Selection 2 non si limitano solo al pannello di controllo del comandante ma soprattutto al gameplay differente dei singoli giocatori nell'interpretare la parte del cadetto al primo incarico o di un abominio proveniente da un altro pianeta. Con il progredire della partita, l'energia, le protezioni e le armi dei marine diventano sempre più consistenti, migliorando le possibilità di sopravvivenza.

Per portare a casa la pellaccia non devono solo far fuori gli alieni ma anche proteggere le strutture della base, riparando generatori, torrette ed estrattori che garantiscono l'afflusso di risorse. Spesso si muovono in zone buie dove solo la torcia riesce a dare un punto di riferimento: la copertura dei compagni diventa quindi essenziale, così come l'assistenza del comandante che in ogni momento impartisce ordini e rifornisce di munizioni e medikit.

Con il procedere delle tecnologie disponibili si arriva anche ad armi in grado di fare la differenza come lanciafiamme e lanciagranate: sono tuttavia gli esoscheletri il vero obiettivo di ogni marine che risparmierà a sangue per acquistarne uno e seminare morte e distruzione, come potete vedere da uno dei filmati a contorno della recensione.

"Con il procedere delle tecnologie disponibili si arriva anche ad armi in grado di fare la differenza"

Il gameplay dei marine è impegnativo e caratterizzato da un grande teamplay: l'oscurità e la necessità di rifornirsi di munizioni fanno il resto.

Molto diversa è la condizione degli alieni, visto che il gameplay cambia totalmente in base alla creatura utilizzata. Lo Skulk è l'unità di base da cui si evolvono tutte le altre: piccolo e veloce, è in grado di crescere in resistenza e rapidità, ma la sua caratteristica principale è quella di poter camminare su qualsiasi superficie, in particolare i soffitti.

Un'abilità che lo rende in grado, previa molta pratica, di tendere imboscate dall'alto agli ignari avversari. Tanta mobilità permette a interi gruppi di giocatori di accedere alla fitta rete di condotti di ventilazione per spostarsi velocemente (e in sicurezza) da una parte all'altra delle mappe, possibilità quasi del tutto preclusa agli umani. Ovviamente, nella loro forma primaria gli Skulk sono pericolosi in branchi, ma è lavorando con le altre evoluzioni che possono formare una squadra temibile.

Il primo step evolutivo è il Gorge, una specie di grasso ippopotamo in grado si scivolare per le mappe curando i compagni e costruendo strutture. È inadatto al combattimento ma assolutamente essenziale nello sviluppo della base e al supporto delle unità nelle vicinanze degli scontri. In seconda battuta abbiamo il Lerk, una sorta di serpente volante molto pericoloso, soprattutto per la capacità di disseminare l'area di gioco di un gas venefico capace di uccidere in pochi secondi i nemici che non riescono uscire dalla nube velocemente.

Buon ultimi, ma non meno importanti, troviamo il Fade, un umanoide dotato di due artigli in grado di affettare qualsiasi cosa con grande rapidità teletrasportandosi in velocità da un punto all'altro della stanza in cui si trova, e infine l'Onos, una specie di gigantesco dinosauro usato per sfondare in velocità le difese nemiche stritolando i marine e in grado di assorbire una montagna di danni prima di essere abbattuto.

">Non serve essere videogiocatori consumati per accorgersi di come il gioco sia unico nel suo genere"

Eccoci appesi al soffitto, in attesa di un marine solitario da azzannare!

Non serve essere videogiocatori consumati per accorgersi di come Natural Selection 2 sia un gioco unico nel suo genere, proponendo un gameplay vario con da un lato la parte strategica e dall'altro l'interpretazione sul campo della propria fazione, che cambia radicalmente a seconda del team.

Già Battlefield 2 aveva esplorato con un certo successo il tema del comandante, ma la parte di gestione delle strutture e risorse non era paragonabile a quella di NS2, per quanto in questo caso le mappe siano di dimensioni nettamente inferiori e, soprattutto, si tratti praticamente sempre di ambienti chiusi.

Tanta varietà è alla base di una curva d'apprendimento molto ripida, in particolare giocando dalla parte degli alieni, dove ogni creatura ha caratteristiche peculiari che la rendono molto diversa dalle altre e richiedono parecchia pratica per essere sfruttate a dovere. Il teamplay è quindi ancora più profondo grazie alla componente strategica e, dopo il giusto periodo di apprendistato, può regalare partite tirate ed emozionanti come pochi altri sparatutto presenti sul mercato.

Detto questo, Natural Selection 2 non è un gioco per tutti: oltre alla difficoltà di imparare a sfruttare la meglio la propria classe in collaborazione coi compagni e a muoversi sui soffitti, esiste un tratto distintivo del gameplay che potrebbe far storcere il naso ad alcuni giocatori. Con l'eccezione dell'Onos, tutti gli alieni, in particolar modo quando vengono ricercate le abilità relative, sono tremendamente veloci nello spostarsi a terra, sui soffitti o volando.

Si tratta di una precisa scelta del team di sviluppo che deriva dalla necessità di bilanciare il gameplay aumentando le chance di sopravvivenza degli xenomorfi: per ottenere una kill occorre generalmente portarsi a contatto di marine letali già fin dalla media e lunga distanza.

"Natural Selection 2 non è un gioco per tutti"

Nei panni di un Fade, ci prepariamo all'attacco con tutti i compagni. Gli alieni possono vedere oltre le pareti i loro compagni, anche se per un raggio limitato.

Ne consegue che in molte situazioni in cui branchi di Skulk attaccano gruppi di marine o, verso la fine della partita, in occasione delle cariche in cui gli alieni cercano lo sfondamento della base nemica, gli scontri diventano una marmellata non sempre entusiasmante di raffiche a vuoto o nel mucchio. Similmente, se gli umani si evolvono velocemente e attaccano in massa, per gli alieni diventa difficile organizzarsi e si finisce per morire a ripetizione con poche possibilità di recupero.

Chi apprezza un gameplay più lento tenga in considerazione questi dettagli, che tuttavia rappresentano l'unico neo di un gioco innovativo anche rispetto al primo Natural Selection. All'epoca del mod gli alieni non avevano la possibilità di coordinarsi come gli umani in quanto privi di un comandante: in questo senso, Natural Selection 2, è sicuramente un enorme passo in avanti rispetto all'originale. Tecnicamente il gioco svolge il suo compito senza infamia e con qualche lode, soprattutto grazie a un sistema d'illuminazione al servizio del gameplay.

Il dettaglio delle texture e dei poligoni è discreto, ma siamo comunque lontani dalle finezze di altri sparatutto multiplayer moderni curati grazie a budget stratosferici. Buono è invece il layout delle mappe a disposizione, che prevede una certa varietà di situazioni nonostante l'assenza di ambienti all'aperto, dovuti al fatto che gli Skulk non avrebbero avuto pareti e soffitti coi quali sfruttare la loro abilità di muoversi su ogni superficie. Anche il sonoro fa piuttosto bene il suo lavoro ma il plauso va tutto al sistema di chat vocale integrato di ottima qualità, essenziale per mettere i giocatori in grado di cooperare efficacemente in un titolo così complesso senza dover ricorrere a server esterni.

Natural Selection 2 è un gioco di qualità e può essere considerato il miglior esempio di come da tempo si sarebbero dovuti evolvere gli sparatutto multigiocatore. Un'evoluzione preclusa a causa di quel genere di manifesta complessità che finirebbe per alienarli, è proprio il caso di dirlo, a un pubblico casuale poco avvezzo a un certo tipo di multiplayer competitivo.

"Ci troviamo di fronte a un prodotto indipendente originale e impegnativo, caratterizzato da una varietà eccezionale"

Ecco alcune sequenze del gameplay nei panni degli alieni: per interpretare al meglio le varie tipologie di creature occorre parecchia pratica.

Nonostante questo, ci troviamo di fronte a un prodotto indipendente originale e impegnativo, caratterizzato da una varietà eccezionale per chi è abituato a stare in trincea ma anche per chi vuole sedersi alla console di comando e gestire un tempo reale una squadra di umani e non semplici bot.

Natural Selection 2 farà fatica ad uscire dalla nicchia che si è creata la comunità del primo mod: la difficoltà dell'adattarsi alle caratteristiche di ogni fazione si supera con la pratica, e la frustrazione che deriva da (inevitabili?) necessità di bilanciamento del gameplay alla lunga potrebbe infastidire molti giocatori poco avvezzi a un certo genere di frenesia, portando il gioco anzitempo verso l'oblio della disinstallazione.

Gli hardcore gamer di sparatutto ed RTS con una predilezione per il gameplay asimmetrico, investano invece in tutta tranquillità i ventitrè euro chiesti da Steam: sperimenteranno una brillante alchimia videoludica tra Aliens scontro finale e Starcraft per parecchi mesi a venire.

8 / 10