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One Piece Pirate Warriors - review

Il re dei Musou.

Nel corso degli anni il genere dei Musou si è lentamente (molto lentamente) evoluto, acquisendo una sempre maggior consapevolezza dei propri mezzi e, soprattutto, delle enormi potenzialità nascoste da improbabili unioni con prodotti più o meno famosi.

Lasciata la Cina feudale allo zoccolo duro di appassionati, quindi, i Musou hanno iniziato a interessarsi ai matrimoni di convenienza, siglati con anime e manga di successo in modo da trascinare nella rete della monotonia ipnotica milioni di appassionati.

Fortunatamente, però, nel corso degli anni anche i fan più sfegatati hanno iniziato a far intendere di non essere completamente accecati dalla passione, mostrando un'insospettabile capacità di resistenza all'acquisto di fronte a titoli palesemente realizzati con sufficienza.

Sbloccando i personaggi più avanzati si nota qualche problema di bilanciamento generale. Ace e Barbabianca sono davvero troppo forti!

Dopo la tortura a cui è stato sottoposto il povero Kenshiro con Hokuto Musou e dopo i piccoli miglioramenti visti con il recente Saint Seiya, per i fan di One Piece è arrivato il momento di mettere le mani sull'ultima generazione dei Musou, impreziosita enormemente dalla licenza di una delle saghe d'azione più appassionanti degli ultimi anni, almeno sul fronte dell'editoria e dell'animazione giapponesi.

L'opera scritta da Eiichiro Oda, infatti, si è prestata in modo squisito a ispirare un gioco ricco di spunti, contenuti e soprattutto di quel carattere unico che caratterizza ogni volumetto del manga e gran parte delle puntate dell'anime (filler a parte).

Uno dei pregi più grandi di One Piece è sempre stato quello di proporre personaggi divertenti, mai banali e generalmente caratterizzati da un background abbastanza corposo da giustificarne ogni stranezza in modo scientifico o surreale.

"L'opera scritta da Eiichiro Oda si è prestata in modo squisito a ispirare un gioco ricco di spunti, contenuti"

Questo stesso spirito è stato catturato in modo magistrale dai ragazzi di Omega Force, che hanno ampliato una formula generalmente monotona come quella dei Musou, assicurandosi al tempo stesso di rispettare la caratterizzazione grafica e stilistica di ogni personaggio riprodotto attraverso i dettagliati modelli poligonali animati su schermo.

La Campagna base di One Piece: Pirate Warriors, chiamata Diario Principale, inizia due anni dopo la partenza di Rufy (o Luffy, o Rubber, o come siete abituati a chiamarlo in base alla traslitterazione della vostra versione) dalla propria isola, con la ciurma di Cappello di Paglia finalmente riunita dopo esser stata sparsa per l'intera Rotta Maggiore da Orso il Pacifista.

In Giappone sono usciti diversi contenuti aggiuntivi a pagamento. La voce Download è presente anche in questa versione europea.

I primi minuti di gioco sono caratterizzati dal più classico dei tutorial e mettono immediatamente in mostra le novità del sistema di combattimento introdotte dagli sviluppatori. Le più importanti riguardano la maggior varietà di combo e tecniche offensive rispetto agli altri esponenti del genere, là dove all'uso alternato dei tasti Quadrato e Triangolo e a quello saltuario del tasto Cerchio (per le tecniche più potenti) si associano due dorsali per lo sfruttamento di alcune tecniche avanzate e dell'attacco combinato con i compagni di ciurma.

A questo si aggiunge l'introduzione di un tasto per la schivata (la X), che va a sostituirsi a quelli della parata e del salto, rendendo l'azione molto più fluida e gradevole. Grazie a questi semplici accorgimenti, le enormi risse messe in scena durante le interminabili missioni del Diario Principale risultano essere molto più coinvolgenti del solito.

Le cose migliorano ulteriormente quando si sbloccano le altre modalità, tra cui spicca una versione alternativa della Campagna (il Diario Secondario), giocabile in compagnia di un amico e seguendo le vicende della storia dal punto di vista degli altri personaggi giocabili. È qui che Pirate Warriors mette in mostra il meglio di sé, con pirati caratterizzati da gameplay e approcci ben differenziati e capaci di rendere ogni combattimento un'esperienza unica.

Dopo aver speso ore a randellare pirati e marines nei panni di Rufy, il passaggio agli zoccoli di Chopper rappresenta un cambiamento non indifferente, visto che studiando le combo è necessario apprendere anche tutte le metamorfosi della piccola renna e le rispettive proprietà sul campo di battaglia.

"Le cose migliorano quando si sbloccano le altre modalità, tra cui spicca una versione alternativa della Campagna"

Lo stesso si può dire di Zoro, le cui tecniche di spada possono essere letali sia a corto raggio che, incredibilmente, sulla lunga distanza. Nami, dal canto suo, richiede una buona dose di tecnica e di sangue freddo per il corretto controllo delle condizioni atmosferiche, rivelandosi un personaggio poco adatto ai principianti smanettoni.

Un discorso di questo tipo non era mai stato fatto nella recensione di un Musou, dettaglio che dovrebbe far capire quanto le cose, questa volta, siano diverse rispetto alla tradizione del genere. Diversa è anche la gestione dei compagni di ciurma, che pur essendo caratterizzati da una IA generalmente scarsa, possono comunque tornare utili grazie alle tecniche combinate.

Missione dopo missione si sbloccano diversi elementi nell'apposita Galleria. Tra filmati, schede, monete e abilità ce n'è per tutti i gusti!

Premendo il tasto L2 mentre si è accanto a un compagno di ciurma è possibile eleggerlo a proprio partner. Questo vuol dire che nel bel mezzo dell'azione, eseguendo una combo specifica si chiama in causa l'alleato in una sorta di attacco in Tag, che se usato con una certa frequenza permette di sbloccare nuove tecniche a dir poco devastanti.

Una simile struttura di gioco si rivela adatta alla modalità Sfide, che propone al giocatore una serie di missioni particolarmente dure da battere e legate a condizioni specifiche, che richiedono una buona dose di conoscenza dei personaggi e delle loro tecniche principali.

"Il sistema delle monete spinge a sperimentare combinazioni in linea con la storia originale"

Affrontando le missioni in una di queste modalità (o anche in multiplayer online) è possibile accumulare punti esperienza e monete, utili a far salire di livello il proprio personaggio sbloccando nuove tecniche sempre più devastanti.

Il sistema delle monete, a dire il vero, è un po' particolare, visto che spinge a sperimentare combinazioni in linea con la storia originale. In pratica per ottenere le tanto agognate ricompense è necessario abbinare tra loro oggetti e personaggi che hanno un legame nel manga e nell'anime di riferimento.

Pur non essendo approfondita in modo adeguato, questa idea premia i veri appassionati, spingendoli a mettere in mostra la propria cultura in merito alla serie di Oda per ottenere i potenziamenti migliori. Considerando poi che tutti i personaggi possono essere portati fino al livello 50, di possibilità di sperimentazione (e di grinding) ce ne sono parecchie.

Le differenze di stile tra i personaggi spingono a sperimentare con ogni membro del cast, a vantaggio della longevità e del divertimento.

Pur non essendo necessaria, l'operazione di livellamento universale dei personaggi è consigliata, soprattutto sfruttando la modalità online per accumulare monete e punti esperienza. In pratica online si può giocare in compagnia di un amico, affrontando le missioni del Diario Secondario senza troppi problemi, grazie anche a un netcode nettamente superiore a quello di altri Musou del passato, a dir poco frustranti se giocati via internet.

La considerazione relativa al netcode offre lo spunto perfetto per parlare del comparto tecnico di Pirate Warriors. Come da tradizione del genere, anche in questo caso le ambientazioni e i nemici base vantano una realizzazione tecnica approssimativa, ma quando l'attenzione si sposta sui protagonisti e sui boss il discorso cambia drasticamente, e il livello qualitativo subisce una notevole impennata, sia sul fronte della modellazione poligonale che su quello delle texture e delle animazioni.

L'apice viene raggiunto dagli ottimi (e frequenti) QuickTime Event che intervengono durante i combattimenti più lunghi e spettacolari, in particolare negli scontri con i Boss, che in termini stilistici devono molto ai giochi di Naruto sviluppati dai ragazzi di CyberConnect 2.

Il comparto sonoro, dal canto suo, sfrutta a dovere la licenza ufficiale proponendo i doppiatori originali (rigorosamente in Giapponese) con le loro performance sempre sopra le righe e le musiche in linea con l'atmosfera della serie. L'unico appunto, durante i combattimenti, può essere fatto alla scarsa varietà di frasi caratteristiche a disposizione dei personaggi, dettaglio che alla lunga potrebbe stancare un po'.

"Se amate One Piece e siete possessori di una PS3, non vediamo motivi per cui non dovreste acquistare questo titolo"

In generale, comunque, questo One Piece: Pirate Warriors rappresenta un importante passo avanti per il genere dei Musou, aggiungendo finalmente varietà e una buona dose di divertimento alla solita esperienza a cui siamo stati abituati negli ultimi anni.

Se amate One Piece e siete possessori di una PS3, non vediamo motivi per cui non dovreste acquistare questo titolo Namco Bandai.

8 / 10

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A proposito dell'autore
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Filippo Facchetti

Contributor

Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.

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