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Resident Evil 6 - review

Gli zombie di Capcom colpiscono anche su PC.

Nell'industry dei videogiochi pochi titoli di successo sono stati così spesso accostati all'infamia di conversioni di pessima qualità come i recenti Resident Evil. Molti giocatori ricordano ancora con orrore l'approssimazione della versione PC di Resident Evil 4, e anche il suo seguito di tre anni fa non aveva brillato quanto ad adattamento alla piattaforma Windows. Potete quindi capire come il sottoscritto abbia osservato con un certo timore la barra di scaricamento di Resident Evil 6 su Steam avvicinarsi minacciosamente alla fine.

Come annunciato da tempo, Capcom ha saggiamente deciso di prendersi qualche mese di sviluppo in più per proporre una versione PC all'altezza della situazione e in questo senso le premesse sono state ottime fin dall'accesso alla schermata di presentazione. Un corposo menu introduttivo ha fugato tutti i dubbi grazie alla presenza di tutta una serie di opzioni ben concepite per quanto riguarda le impostazioni video e il sistema di controllo. Nel primo caso è possibile arrivare a risoluzioni di 1080p con quattro livelli di correzione antialias e il controllo separato della qualità di ombre, sistema d'illuminazione, sincronia verticale e persino la possibilità di bloccare il frame rate a trenta o sessanta fotogrammi al secondo.

Anche la cura riposta nella preparazione del sistema di controllo è un chiaro segnale che in Capcom hanno capito come si converte un gioco su PC: le opzioni relative a sensibilità del mouse, telecamera e preferenze di utilizzo del mirino sono ben organizzate, così come la possibilità di assegnare i tasti in modo completo permettendo di personalizzare completamente l'esperienza di gioco, cosa che nei Resident Evil precedenti non si poteva dare per scontata.

I livelli, diversi tra loro, sono molto curati per quanto riguarda gli elementi di contorno. Buona anche la fisica degli oggetti che interagiscono col giocatore.

Questo sesto capitolo riprende il concept totalmente incentrato sulla natura cooperativa in cui due personaggi affrontano nuovi abomini generati da attacchi bioterroristici non troppo diversi da famigerato Virus T della Umbrella Corporation. Stavolta, invece di basare la storia sulle vicende di una coppia, si è deciso di preparare tre avventure separate in cui è possibile impersonare tre coppie separate composte da vecchie conoscenze della serie o da nuovi ingressi a cui si aggiunge Ada Wong in un capitolo bonus subito disponibile.

"Le ambientazioni sono piuttosto diverse tra loro e con esse il gameplay proposto"

Sebbene le vicende siano intrecciate, la trama è meno definita che in passato anche grazie al fatto che le ambientazioni di gioco sono piuttosto diverse tra loro e con esse il gameplay proposto. Ogni serie di missioni è infatti caratterizzata da nemici, level design e armi utilizzabili differenti, che obbligano il giocatore a cambiare spesso approccio. Si va dal survival horror selvaggio contro orde di zombie al combattimento contro pochi mostri ma buoni, passando per mutanti bene armati. La missione di Ada Wong si svolge invece tutta all'interno di un sottomarino nucleare in spazi ristretti e con evidenti contaminazioni stealth, grazie alla possibilità di sfruttare le arti marziali dell'affascinante spia giapponese.

Per quanto riguarda la qualità dei contenuti e del gameplay non è cambiato nulla di rilevante rispetto alla versione originale del gioco che il nostro Kommissario aveva recensito a suo tempo, i cui approfonditi commenti ben sintetizzano anche i tratti salienti della versione PC provata in questa sede.

Ecco alcune sequenze di gioco che ben sintetizzano la notevole varietà del gameplay.

Nonostante l'ottimo lavoro svolto nella caratterizzazione del personaggi grazie a numerose cutscene di buona fattura è la qualità altalenante del gameplay, tra accelerazioni e rallentamenti improvvisi, e la ripetizione dei cliché tipici della serie ad aver lasciato l'amaro in bocca a molti appassionati. Anche la natura delle quattro missioni cooperative, per quanto pregevole sotto il piano della varietà, non è caratterizzata da una profondità in grado di intrigare chi si aspettava un vero survival horror.

"Molti elementi criticabili delle versioni console si notano anche in quella PC"

Molti elementi criticabili delle versioni console si notano anche in quella PC: il sistema di gestione delle coperture concettualmente simile a quello di Gears of War ha senso soltanto nei livelli in cui ci si trova ad affrontare nemici dotati di armi da fuoco. Purtroppo non funziona molto bene nei livelli più claustrofobici, dove il destreggiarsi nello stretto con molti nemici che arrivano a contatto a volte porta a movimenti che causano involontari dipartite e il conseguente ricaricamento del checkpoint.

Nonostante le possibilità di personalizzazione del sistema di controllo che beneficia della maggiore reattività e precisione del mouse, la visuale da dietro le spalle del protagonista non è l'ideale quando ci si trova a fronteggiare nemici da molte direzioni. Bastano un paio di rotazioni in velocità della telecamera per perdere l'orientamento e magari infilarsi in situazioni da cui diventa impossibile uscire. In questo senso la versione PC è però leggermente migliorata rispetto all'originale console visto che una patch pubblicata lo scorso dicembre ha aumentato la visibilità laterale e quindi la capacità di percezione di ciò che ci circonda.

Il sistema di coperture è una novità gradita che spesso ha l'effetto collaterale di renderci invisibili ai nemici che ci passano accanto.

Ll'intelligenza artificiale non eccelsa dei nostri nemici, e in particolare la loro scarsa capacità di individuare il giocatore quando gli si fermano davanti, si conferma anche in questa build. Più in generale è l'impianto di gioco ormai datato a sentire il peso degli anni. Il meccanismo del ripristino dell'energia combinando le piante meriterebbe una revisione completa, insieme alla banalità delle situazioni in cui i giocatori sono chiamati a cooperare per procedere nei livelli. Oltre a porte da aprire in simultanea o situazioni in cui i due protagonisti vengono divisi per obbligare uno a resistere mentre il secondo si adopera per creargli una via d'uscita, sono molto elementari e non aggiungono valore a un gameplay già basilare.

"Altri aspetti aiutano a risollevare in modo consistente le sorti di Resident Evil 6"

Fortunatamente altri aspetti aiutano a risollevare in modo consistente le sorti di Resident Evil 6. Il primo è sicuramente l'eccellente longevità della modalità cooperativa: mettendo in fila tutte le missioni proposte si può arrivare agevolmente a una ventina di ore di gioco tra sparatorie, semplici azioni stealth e quicktime event. Non solo, ma anche la rigiocabilità è tutto sommato più che buona, grazie alla scalabilità dei livelli di difficoltà e alla possibilità di aprire la connessione ad altri giocatori.

Molto interessante è infatti la modalità Agent Hunter, che permette di unirsi a una sessione di gioco nei panni di un mutante per rendere la vita più difficile ai protagonisti. Quando questo succede Resident Evil 6 entra in tutta un'altra dimensione in termini di difficoltà, vista l'imprevedibilità degli umani che porta in genere a sprecare molte più munizioni del solito, sopratutto quando gli avversari s'incarnano in nemici dotati di armi da fuoco. Se volete sperimentare al meglio il gameplay di Resident Evil 6, oltre a un amico intenzionato a farvi da partner è sicuramente un'ottima idea trovarne anche un altro disposto a fare il terzo incomodo.

La modalità Mercenaries aggiunge parecchio da giocare una volta completate tutte le missioni della modalità campagna.

Degno di nota è anche l'eccellente lavoro svolto nella gestione del sistema di drop-in che permette di entrare in partita praticamente con chiunque selezionando in dettaglio le impostazioni della sessione cui si vuole partecipare. Ci è capitato di giocare anche con utenti che ospitavano la partita al di fuori dell'Europa senza sperimentare alcun genere di lag o disconnessione, a conferma dell'ottimo lavoro svolto da Capcom sull'infrastruttura di rete. Il multiplayer funziona bene anche con la modalità Mercenaries, che riprende il concept visto negli ultimi RE di sopravvivere a ondate continue di nemici, accumulando punti entro un dato tempo limite e investendo i punti abilità acquisiti nella modalità storia.

"La versione PC è la migliore del lotto grazie a un'immagine pulitissima e un frame rate assolutamente granitico"

Se l'accoppiata contenuti/giocabilità è un misto di pregi e difetti, meglio definita è la questione tecnica. Fortunatamente tutte le opzioni grafiche di cui abbiamo parlato all'inizio della recensione non richiedono un computer di fascia alta per poter essere spinte al massimo. Si capisce quindi subito che la versione PC è la migliore del lotto grazie a un'immagine pulitissima e un frame rate assolutamente granitico anche nelle situazioni più concitate, che rende veramente piacevole l'esperienza di gioco.

I modelli dei personaggi e degli scenari sono praticamente gli stessi ma l'elevata risoluzione e la correzione antialias rendono maggiore giustizia al lavoro svolto da Capcom. L'unico difetto di una certa importanza riguarda le texture degli scenari in bassa risoluzione (magagna tipica di tutti i Resident Evil fin dalla notte dei tempi) e un sistema d'illuminazione ben fatto nelle cutscene, che stona con la piattezza della luce ambientale di molte situazioni di gioco.

Le situazioni cooperative sono numerose ma banali nell'esecuzione. Qualche enigma più impegnativo delle solite leve da tirare non avrebbe guastato.

Quello che comunque importa, e che traspare dai filmati che trovate a corredo dell'articolo, è che questo Resident Evil 6 è un gioco molto gradevole anche su computer non particolarmente spinti. L'audio è di buon livello sotto il profilo di musica ed effetti, mentre la localizzazione in Italiano non è irreprensibile. Spesso si percepisce una non perfetta interpretazione del parlato che in un paio di occasioni ci è sembrato fuori contesto.

"Il brand ha un gran bisogno di un reboot in grado di far compiere un netto salto di qualità al gameplay"

Dopo aver esaurito gli zombie (anzi i mutanti vittime del bioterrorismo) possiamo dire di essere arrivati alle stesse conclusioni che hanno segnato le versioni console. Quest'ultima fatica di Capcom è un action game cooperativo di buon livello, piacevole da giocare finché non si fa troppo caso ai difetti. Rimane tuttavia la sensazione che il brand abbia un gran bisogno di un reboot in grado di far compiere un netto salto di qualità al gameplay, in particolare buttando dalla finestra le vestigia di un game design ancorato ai gusti ormai datati del pubblico giapponese. Il fatto che la bilancia del gameplay si sposti dal survival horror alla sparatoria action conferma la strizzatina d'occhio al pubblico europeo e americano, ma non è sufficiente a fare di Resident Evil 6 un capolavoro.

Nonostante questo ci sono comunque tre validi motivi per consigliarvene l'acquisto, sopratutto se adorate i titoli cooperativi. Il primo è che la versione PC è tecnicamente la migliore del lotto e, nonostante i difetti congeniti, si conferma veramente piacevole da guardare e da giocare anche senza disporre di un computer ultraveloce. Il secondo è la citata longevità: in un mercato dove le sei-otto ore stanno diventando un deprecabile standard, vale quasi da sola il prezzo del biglietto. Il quale è il terzo motivo, altrettanto importante: a cinque mesi dalla pubblicazione si spendono solo 29 euro per un download da Steam che garantisce parecchio divertimento, pur con la consapevolezza di non trovarsi di fronte al miglior Resident Evil di sempre.

7 / 10