Risen 2: Dark Waters - hands on

Risen 2 parla di pirati. Ecco, lo abbiamo detto subito e ci siamo tolti il pensiero. Chi sta già pensando alla sindrome di Johnny Depp, però, può tranquillizzarsi. Quelli dei Caraibi non sono gli unici pirati esistenti, dopotutto, e qui tra le ispirazioni vengono citati Louis Stevenson e, attenzione, la saga di Monkey Island.

Abbiamo parlato del titolo con i ragazzi di Piranha Bytes in occasione della loro visita milanese, scoprendo con piacere che il loro approccio ai videogame può essere definito del tipo "vecchia scuola". Parliamo di un gioco che ha sì una componente action, ma le cui radici affondano saldamente nel campo degli RPG tradizionali.

Il perché di una scelta come quella dei pirati era logicamente una delle prime domande da fare. La risposta, un po' spiazzante, è stata che l'intenzione era quella di scendere in profondità nel tema piratesco e, in ogni caso, in chiave fantasy è difficile fare meglio di giochi come The Witcher.

Il focus di Risen 2, che ha Dark Waters come sottotitolo, è sul gameplay più che sui protagonisti. L'eroe non è personalizzabile, non è presente nemmeno uno straccio di editor per cambiargli i connotati. Non ha nemmeno un nome. Ci viene presentato con la definizione di "avatar neutro", praticamente un foglio bianco sul quale scrivere quello che diventerà mentre si gioca.

Risen 2 non ha nemmeno una divisione in classi, in effetti. In compenso fa uso degli attributi e delle abilità, che possono migliorare attraverso i Glory Points, sostanzialmente l'esperienza, e con opportune scelte di dialogo.

Molte delle abilità, infatti, passano attraverso qualcuno che le fornisce. I PNG in questione potrebbero anche non avere alcuna intenzione di insegnarcele, e potrà a volte dipendere dalle scelte di dialogo o dal fatto di accettare o meno delle quest da affrontare per loro.

Le skill sono quelle che ci si possono aspettare in un gioco dove alla base ci sono i pirati: abilità nel furto, nel borseggio, parlantina e addestramento di pappagalli sono tra queste, alle quali si uniscono le più classiche abilità nell'uso delle armi da fuoco e da mischia, nel maneggiare lame e così via. Queste almeno sono quelle di cui abbiamo il permesso di parlare: altre hanno a che fare con aspetti che conosceremo meglio probabilmente tra qualche mese.

Il celebre slogan "più grande, più bello, più cattivo", tanto abusato nei numeri sequel, in questo caso calza a pennello, soprattutto per ciò che riguarda le dimensioni: Risen 2 è, da quello che abbiamo potuto vedere, un titolo veramente vasto. Il mondo di gioco è quasi raddoppiato rispetto a quello ritratto nel capitolo originale. Si parla inoltre di circa 250.000 linee di dialogo.

Come ci si muove in un mondo simile? In due modi: a piedi e, naturalmente, in nave. Se il primo mezzo di locomozione non ha bisogno di spiegazioni dettagliate, il discorso delle navi è solo di poco più complicato. Facendo uso della mappa è possibile programmare i propri spostamenti in nave, quando ne avremo una, e raggiungere qualsiasi luogo.

Il viaggio non viene affrontato di persona, vedremo solo la nave salpare e attraccare. Quando un luogo è stato esplorato diventerà accessibile mediante la funzione chiamata Jump, un trasferimento immediato per chi non ha voglia di sorbirsi lunghi e noiosi spostamenti.

Chi invece predilige l'esplorazione troverà in Risen 2 tutto il free roaming che desidera. Ogni angolo del mondo nasconde segreti da trovare, oggetti da raccogliere e soprattutto quest. Il mondo non è solo vasto ma è anche bello da vedere e piuttosto complesso per via di tutto quello che ci succede dentro.