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Splinter Cell: Blacklist - prova

Single, multi e coop. Cosa volete di più?

Los Angeles - Quand'è che un personaggio "immaginario" diventa una vera e propria icona? Semplice, quando per qualche motivo smette di invecchiare. Guardate Superman, Batman o James Bond: oltre 40 anni di servizio sulle spalle, avventure sparse praticamente per tutto il pianeta e nemmeno l'ombra di una ruga o di un capello bianco. L'età sembra essersi fermata anche per il silenzioso Sam Fisher, che pur non essendo un eterno giovanotto non sembra voler assolutamente invecchiare, dimostrandosi ancora un belloccio di mezz'età agile e prestante da fare invidia a George Clooney.

In occasione di questo E3 2013 non potevamo certo lasciarci sfuggire una visita all'eroe stealth di casa Ubisoft, alle prese questa volta con una "coalizione" di 12 nazioni intenzionate a ribellarsi allo strapotere militare americano con una serie di attacchi terroristici mirati in tutto il mondo. A capo della neonata Fourth Echelon, toccherà proprio a Fisher fronteggiare la minaccia della cella degli "Engineers", prima che l'escalation di attacchi arrivi allo stesso presidente degli Stati Uniti e metta in ginocchio l'intero pianeta.

Base operativa della nuova Echelon sarà il Paladin, un avanguardistico aereo stealth dal cui interno partono tutte (o quasi) le missioni principali e opzionali di Splinter Cell: Blacklist. Ad assistere Fischer troveremo Anna Grimsdottir "Grim", responsabile delle operazioni tecniche, l'hacker Charlie Cole e Isaac Briggs, cruciale nel fornire fuoco supplementare. Sfruttando l'interfaccia SMI (Strategic Mission Interface) il team potrà aggiornare il nostro eroe in tempo reale delle minacce terroristiche su scala mondiale, assistendolo con consigli ed eventuali attacchi aerei anche durante le missioni.

Sam e il suo partner potranno scegliere tra tre diversi approcci tattici.

Uno degli aspetti più interessanti che contraddistingue il franchise Ubisoft è la possibilità di approcciarsi all'avventura assecondando lo stile che più si predilige. In Blacklist avremo tre diverse tipologie di approccio, rispettivamente Ghost, Panther e Assault, che rispecchiano i tre più classici modus operandi: la quintessenza dello stealth nel primo caso (che prevede di muoversi silenziosamente senza lasciarsi dietro cadaveri), l'omicidio furtivo restando nascosti nell'ombra nel secondo, il conflitto aperto nel terzo.

"In Blacklist avremo tre diverse tipologie di approccio: Ghost, Panther e Assault"

Ne consegue che seppur quella stealth abbia rappresentato la componente dominante nei precedenti titoli, con Blacklist Ubisoft vuole sottolineare quanto essa non sia obbligatoria. Sia chiaro, questo sesto episodio non rappresenta un tradimento nei confronti degli aficionados di lunga data, che potranno evitare l'eventuale banchetto di proiettili in favore di una tattica più silenziosa. Ci è stato detto che sarà possibile completare l'intera storia senza una sola uccisione (eccezion fatta per le eliminazioni di personaggi cruciali).

Una delle caratteristiche volte a rendere più fluido il gameplay (oltre che affine ai gusti dei giocatori più casual) è la meccanica del "Killing in Motion", precedentemente nota come "Mark and Execute". I nemici possono essere taggati singolarmente e, attivata l'esecuzione, eliminati con estrema perizia da Fisher. Se da un lato questa può apparire come una semplificazione della fase offensiva, dall'altro va tenuto bene a mente che sarà necessario uccidere in modo silente per guadagnare una di queste esecuzioni, senza contare che non potremo mai averne più di una per volta.

Questa sembra proprio una brutta situazione.

Attivare questa modalità non garantisce automaticamente il successo: non sarà infatti così raro ritrovarsi senza una linea di tiro pulita, finendo per ficcare il proiettile su un muro piuttosto che nel cranio del soldato nemico. Punzecchiati dalle nostre domande, i ragazzi di Ubi hanno svelato che per abbattere gli avversari avremo a disposizione oltre 90 tecniche, utilizzabili sia camminando, sia in corsa, sia sopra o sotto il nemico.

"Escludendo gli obiettivi cruciali, sarà possibile completare l'intera storia senza una sola uccisione"

Sam non sarebbe comunque sé stesso senza i suoi gadget. Il vecchio proiettile elettrico a resina adesiva (che si attaccava al corpo del malcapitato liberando una scossa così forte da tramortirlo) lascia spazio ad una moderna balestra che spara dardi elettrificati o a rilascio di gas soporifero. L'immancabile visore a infrarossi permette di "spiare" attraverso le pareti per localizzare e tracciare nemici, esplosivi o altri ostacoli, permettendo una pianificazione più oculata dei movimenti: un vantaggio non da poco, che può avvicinare gli indecisi verso un modello di gioco orientato al Ghost.

Visori a parte, potremo contare su esplosivi per porte, su una Snake Cam che può essere fatta scivolare sotto le porte per spiare una stanza in tutta tranquillità e sull'utilissimo Tri-Rotor, un mini drone pilotabile da debita distanza grazie al quale controllare piccole aree di gioco o persino abbattere l'eventuale contingenza nemica, utilizzando i citati proiettili elettrici o le granate di cui il drone è dotato.

Ma veniamo alle novità più interessanti di Blacklist, prima su tutte il ritorno della modalità multigiocatore "Spies vs Mercs" (Spie contro Mercenari). Disponibile nelle varianti Classic (2 contro 2) e Blacklist (4 contro 4), essa si compone di una serie di missioni tattiche asimmetriche che vedono contrapposte una squadra stealth ad una fazione di mercenari. In ciascuno degli scenari compito di questi ultimi è impedire alle agili spie di armare e far detonare una sequenza di bombe sparse nella mappa.

"Il proiettile elettrico a resina adesiva lascia spazio ad una moderna balestra che spara dardi elettrificati o a gas soporifero"

Ma è nel design delle classi che questa modalità stupisce. Da un lato abbiamo i mercenari, bestioni armati sino ai denti e dalla potenza offensiva impressionante che si muovono a rilento utilizzando un'inedita telecamera in prima persona. Le spie godono invece di una maggiore agilità che permette loro di divincolarsi o arrampicarsi, si muovono furtive nell'ombra e sono specializzate nel combattimento ravvicinato, con tanto di esecuzioni altamente spettacolari. Ecco perché in questo frangente verrà utilizzata una classica inquadratura in terza persona.

Per entrambe le squadre sono previste tre tipologie di "soldato". Nel caso dei Mercenari sarà possibile scegliere tra il Disruptor (particolarmente fastidioso per via delle sue granate accecanti), l'Hunter (che può spedire un drone sulle tracce nemiche e farlo esplodere al momento opportuno) e il Peacemaker, il personaggio più lento ma più pericoloso capace di aumentare le proprie statistiche con improvvisi boost di adrenalina. Dall'altro lato della barricata troveremo invece l'Intel Scout, che può inviare un segnale per localizzare e tracciare i nemici, il Predator, capace di divenire invisibile per brevi intervalli di tempo, e il Saboteur, specializzato nel danneggiare i gadget avversari.

Dopo la moda dell'arco toccherà a quella del drone?

Nel corso degli scenari provati (Silo e Cartel) abbiamo avuto l'impressione che l'incontro fosse parzialmente sbilanciato a favore della compagine delle spie, che contrariamente agli avversari possono saltare, scalare alcune superfici e sfruttare la location, ma anche uccidere con un attacco melee speciale. La telecamera in prima persona dei mercenari giova al coinvolgimento e crea una tensione palpabile, ma allo stesso tempo rende estremamente facile perdere le tracce delle spie, che in molte circostanze avranno vita facile nello scivolar loro e alle spalle e abbatterli in tranquillità. Spies vs. Mercs è dunque una modalità interessante e dal notevole potenziale, seppur non ancora bilanciata alla perfezione.

Per quanto riguarda la componente coop, questi livelli sono contraddistinti da obiettivi e percorsi multipli, permettendo così al giocatore di completare le varie missioni nell'ordine preferito. Interessante è la possibilità di taggare sia i nemici sia le mine nascoste al suolo, permettendo così a Briggs (il nostro partner) di evitare il tutto in tranquillità. Le fasi stealth appaiono equilibrate e godibili quanto quelle più combat, dove sarà possibile eliminare i nemici più coriacei con una spettacolare doppia esecuzione. Il gioco di squadra, insomma, porta ancora i propri frutti.

Dopo una lunga carriera di promesse mantenute con la serie di Splinter Cell, mantenere standard così elevati alla sesta iterazione del franchise è una sfida anche per Ubisoft, fermo restante che quanto visto sinora lascia presagire un risultato di tutto rispetto. La maggior apertura del gameplay, che fa dello stealth un'opzione e non più una scelta obbligata, dovrebbe garantire maggior acclamazione anche dalla frangia di giocatori casual, pur rimanendo fedele alle proprie radici per la gioia dell'utenza che segue la serie da anni. Non vi resta altro da fare se non indossare il leggendario visore di Sam Fisher e tenere entrambi gli occhi aperti su uno degli action più interessanti dell'epilogo di questa generazione.