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Supreme Ruler: Cold War

La strategia ai tempi dei nonni.

Al piatto non poteva mancare poi il lato diplomatico, con fitti intrecci fra i due blocchi contrapposti e gestito da spie, patti di non belligeranza, valutazioni dell’operato degli altri stati e numerose variabili la cui profondità si farà via via sempre più complessa.

E se anche il numero di tabelle e quadri riassuntivi rasenterà la perfezione maniacale non lasciando niente al caso, il riuscire a stabilire un ordine di priorità cercando al contempo di scongiurare lo scontro diretto fino a quando non riterrete di essere abbastanza in forze per sostenerlo, sarà un dolce supplizio a cui un’agguerrita intelligenza artificiale vi sottoporrà minuto dopo minuto.

La tensione infatti raggiungerà in certi frangenti livelli di guardia inaspettati e la possibilità di poter premere il fatidico pulsante rosso renderà l’atmosfera di ansia che si viveva realmente in quegli anni in maniera più vivida di quanto potrebbe fare un qualsiasi libro di storia.

Graficamente il gioco è molto spartano e ci riporta agli inizi degli anni ’90, quando le interfacce erano più spigolose dei tavolini di marmo e le informazioni lottavano per conquistarsi il proprio centimetro quadrato sullo schermo.

I vari punti di interesse vengono evidenziati sulla mappa con una stellina.
Le sfere di influenza si allargheranno presto oltre i confini nazionali.

La situazione per Cold War è infatti la medesima, fatta salvo una funzione di zoom in grado di portare il livello di dettaglio dalla singola città all’intero mondo senza soluzione di continuità; tolto ciò, le differenze sostanziali fra questo gioco e ad esempio un Panzer General qualunque sono davvero difficili da scorgere.

Anche l’audio non si allontana da questo cliché, con una serie di effetti sonori campionati che vi riporteranno alle vecchie Sound Blaster e una musica di sottofondo che ben presto cercherete di eliminare con tutte le armi del caso.

Nel complesso si tratta di un gioco vecchia maniera proposto nel 2011, con dalla sua un’intelligenza artificiale ben calibrata e una complessità capace di attrarvi per diverse ore, giusto il tempo necessario per comprendere appieno come e in che modo i vari parametri vanno a influenzarsi fra di loro.

Complessivamente quindi Cold War è un gioco per i duri e puri di cuore, per quelli che per intenderci la mattina svegliandosi valutano strategicamente l’ordine degli alimenti da ingerire per vivere una buona giornata.

Per gli altri la complessità del titolo, unita alla mancanza di un qualsiasi miraggio di tutorial, fanno del gioco edito da Paradox un ostacolo troppo grande anche solo per pensare di affrontarlo con leggerezza.

Capire a quale dei due schieramenti appartenete è solo la prima delle difficoltà che dovrete affrontare una volta scesi in campo.

6 / 10

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Roberto Bertoni

Contributor

Proveniente dalla ridente Brianza, è cresciuto a pane e Amiga. Ama inoltre in maniera viscerale il retro, ma solo videoludico. Piatto preferito: pollo con la carrucola in mezzo.
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