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The Expendables 2 - review

"E chi manca, Rambo?".

So che forse verrò punito per quanto sto per dire ma a me i due Expendables sono piaciuti parecchio. Certo, non verranno ricordati negli annali del cinema per quella sceneggiatura da terza elementare o per quei fantastici dialoghi rasenti l'imbarazzante ma pochi, pochissimi film sono riusciti a regalarmi quella "brutal display of power" che Stallone, Statham e soci sembrano sudare contraendo il solo bicipite.

Premesso questo, non posso nascondervi che non sentivo affatto la necessità di una trasposizione videoludica di quell'ammasso di muscoli, testosterone e battute da duro. La logica del tie-in la conoscete, è spietata e bastarda, ed eccezion fatta per alcune rare ottime conversioni, enumerabili su una sola mano, il risultato lo sapete tutti. E The Expendables 2, giusto per rovinarvi la sorpresa, non fa parte delle eccezioni.

Parliamo dunque di questa nuova IP di casa Ubisoft, uno shooter isometrico a doppio stick alla Dead Nation o Commando 3. La parola d'ordine è carattere, come quello dei suoi protagonisti, e proprio per uscire dalla massa dei dual-shooter Expendables cerca di mettere sul piatto della bilancia due "interessanti" novità.

Il gioco offre delle brevi sezioni veicolari, durante le quali ci si muove su dei binari sparando a ogni cosa capiti a tiro.

La prima, di cui parleremo a breve, è un sistema di coperture fondamentale per raggiungere "vivi" i titoli di coda, nonostante nessuno ne sentisse davvero il bisogno. La seconda, più funzionale, coincide con la possibilità di dar vita a partite coop locali e online per un massimo di quattro giocatori, laddove la maggior parte degli esponenti del genere si ferma a due.

La trama di The Expendables 2, articolata in quattro capitoli a loro volta suddivisi in cinque livelli, sancisce nuovi livelli di pochezza e mediocrità, prendendo letteralmente a martellate la (già flebile) narrazione della controparte cinematografica.

La presenza di un cast ridotto all'osso, composto da solo quattro personaggi giocabili, rappresenta per certi versi quella classica zappata sui piedi capace di far storcere il naso anche a chi, nel bene e nel male, qualche sana risata tra un pop-corn e l'altro se l'è fatta.

"La trama di The Expendables 2 è articolata in quattro capitoli a loro volta suddivisi in cinque livelli"

Barney Ross (Sylvester Stallone) si destreggia a suon di pistole, Hale Cesar (Terry Crews) non può certo smentire la propria fama accollandosi un enorme fucile d'assalto o, all'evenienza, un gentile lanciagranate, mentre Gunner Jensen (Dolph Lundgren) predilige il classico fucile a pompa, alternato a quello da cecchino.

All'appello manca il quarto personaggio, inspiegabilmente Ying Yang (Jet Li) che, nonostante l'apparizione ai limiti dell'evanescente nella pellicola (non più dei 5 minuti iniziali), semina distruzione con coltelli da lancio e mitragliatrice. Piuttosto incomprensibile la scelta di non inserire nel quartetto l'ottimo Lee Christmas (Jason Statham), relegato alla cloche dell'aereo ma tagliato fuori dall'azione vera a propria.

I personaggi primari sono dettagliati e realizzati con cura: peccato che lo stesso non valga per tutto il resto.

The Expendables 2, inutile dirlo, regala momenti indimenticabili se giocato in compagnia di altri tre, visto e considerato il casino fantascientifico che riesce a riprodurre sul televisore. Il senso di tamarra soddisfazione che deriva dal far esplodere beceramente qualsiasi cosa, bisogna ammetterlo, sfiora l'impagabile.

Questo fragile castello scricchiola però quando le fiamme si spengono e al suolo cade la cenere: brevi dialoghi dalla profondità narrativa di un elenco telefonico, banali cambi di personaggio (nel single player) per risolvere una determinata situazione, sparatorie non sempre così frenetiche. Ed è proprio in questi frangenti che la pochezza di The Expendables 2 si fa più evidente.

Due sono i problemi principali che affliggono un tie-in tutto muscoli e niente materia grigia. Il primo, fastidioso come pochi, è che riuscire a prendere la mira con un pizzico di precisione è impossibile. Le armi a disposizione del quartetto sono prive di un banale mirino laser o di un maledettissimo "qualcosa" che indichi la direzione del colpo. Come risultato, mandare al tappeto un manipolo di soldati costerà un intero stipendio in proiettili.

Non che il titolo sia avaro di confetti metallici, per carità, ma capirete da soli che colpire i nemici a distanza considerevole o, peggio ancora, sparare in modalità cecchino, sono attività che diventano per il giocatore una totale agonia: un problema che rischia di far incazzare non poco quando, per procedere all'area successiva, si dovrà eliminare ogni nemico visibile.

"Due sono i problemi principali che affliggono un tie-in tutto muscoli e niente materia grigia"

Questo poco confortante siparietto ci introduce al secondo, ragguardevole problema: il rilevamento dei colpi andati a segno. O presunti tali, viene da pensare. È incredibile il numero di volte in cui vi ritroverete a pochi passi da un gruppetto di farabutti sputando fiamme dalle vostre armi e, come per magia,non vedrete un dannatissimo proiettile colpire il bersaglio. Così come il vostro esaurimento.

L'impossibilità di mirare come si deve non aiuta certo l'esecuzione di headshot da distanze abissali: tuttavia svuotare un fucile a pompa contro una squadra di nemici e vedere che, nell'ipotesi migliore, ne farete barcollare solo un paio, non giova molto alle coronarie. Stiamo parlando di un fucile a pompa, diamine, non di una fionda!

Le missioni di The Expendables 2 si snodano su un percorso che più lineare non si può e richiedono generalmente di uccidere qualsiasi essere anche solo vagamente senziente sino a quando il gioco, in perfetta autonomia, decide che avete spedito al Creatore abbastanza anime e vi permette di avanzare alla location successiva. Occasionalmente saremo chiamati ad affrontare brevi sezioni su binari, ad esempio a bordo di un elicottero o di altri veicoli: quantomeno potremo sparare stando comodamente seduti.

Un classico scontro alla Expendables: quattro bestioni dagli enormi bicipiti contro un enorme elicottero d'acciaio. L'esito è scontato.

Come anticipato nel nostro incipit, la novità meno attesa coincide col chiacchierato sistema di coperture, un meccanismo tattico rilevante per chiunque decida di affrontare il gioco alla difficoltà più alta ma allo stesso tempo caldamente consigliato nelle situazioni più intense. Sempre che non vogliate farvi recapitare un'allegra corona di fiori con tanto di foto sopra.

"Inserire un sistema di coperture in uno shooter ispirato a The Expendables è come installare un congelatore al Polo Nord"

Lungi da noi criticare tale sperimentazione videoludica, ma personalmente penso che inserire un sistema di coperture in uno shooter dual-stick ispirato a The Expendables sia un po' come installare un congelatore al Polo Nord. Andiamo, stiamo parlando dei Mercenari, uUn manipolo di uomini repellenti ai proiettili, di sbruffoni steroidati che non hanno bisogno di nascondersi e fare cucù di tanto in tanto per svuotare i caricatori! Pensate forse che Chuck Norris sarebbe Chuck Norris se cercasse riparo dalle armi nemiche?

Se sceneggiatura e gameplay sono un po' claudicanti, aspettatevi il colpo di grazia dal voice over. La scelta di voler doppiare l'intero gioco merita il nostro plauso, visto e considerato che molti titoli digitali vengono al massimo sottotitolati. Peccato che la qualità del doppiaggio, anonimo e freddo, non sia affatto delle migliori. Lo sfortunato che ha almeno provato ad imitare la voce di Stallone merita il premio per la peggior performance del secolo: nemmeno tappandosi le orecchie e lavorando molto di fantasia, la sua voce ricorda vagamente quella del buon Sly.

Povertà del doppiaggio a parte, c'è poco da festeggiare anche nel reparto grafica. I modelli dei protagonisti sono sì dettagliati, ma si stagliano dai fondali in maniera troppo appariscente, risultando spesso completamente slegati dal contesto ambientale. Discorso peggiore per i modelli dei soldati nemici, che non possono nemmeno vantare un dettaglio e una varietà appena sufficiente.

La summa di The Expendables 2 in una sola, semplice immagine: BOOOOOM.

Dove The Expendables 2 mostra la propria forma migliore è nella combinata effetti volumetrici/particellari, con effetti speciali complessivamente godibili che rendono vividi e curati esplosioni o incendi. Peccato solo per una caratterizzazione delle location troppo avara, che concede pochissimi particolari.

Il risultato finale? Beh, nemmeno la possibilità di livellare il personaggio con un semplicistico sistema a punti XP riesce a risparmiare a questo The Expendables 2 la permanenza nei più remoti bassifondi della classifica dello shooter dual-stick.

"C'è poco da fare, il gioco non decolla un solo istante, irrita e annoia"

C'è poco da fare, il gioco non decolla un solo istante, irrita e annoia, dimostrandosi sgradevole persino a chi, come il sottoscritto, ha visto e rivisto più volte le controparti su celluloide. Solo il multiplayer cooperativo, posto che troviate tre amici così folli da accettare, riesce a distogliere in parte lo sguardo da quella poco invidiabile mole di acciacchi che accompagnano l'ultima conversione Ubisoft.

Giocabilità scarsa, grafica incerta, doppiaggio terrificante e sistema di controllo al limite del problematico: se a questo aggiungiamo l'intollerabile assenza di Chuk Norris, la bocciatura non può essere che completa.

4 / 10

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The Expendables 2

PS3, Xbox 360, PC

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Alberto Destro

Contributor

Eterno Peter Pan intrappolato nel corpo di un trentenne, ha barattato la propria ombra per tastiera e controller. Il tutto per la gioia dell'adorata moglie, che si chiede cos'ha fatto per meritarsi un tale nerd.
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