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SpaceChem

La formula (chimica) del successo.

Se essere i primi della classe è il vostro tarlo, riuscire a fare meglio dei colleghi richiederà parecchi sacrifici, pazienza e moltissimo tempo. Le esecuzioni migliori potranno essere poi caricate direttamente sui server di YouTube grazie all'apposito pulsante, presente nella schermata dei punteggi.

Sino a questo punto, la progressione di SpaceChem potrebbe apparire lineare, ripetitiva e priva di acuti significativi. Niente di più sbagliato: le situazioni proposte dal titolo Zachtronics sono estremamente varie e duttili, con la bellezza di cinquanta livelli (tra opzionali e non) capaci di mettere in crisi anche le meningi matematicamente più allenate.

Superato il tutorial e presa confidenza con il sistema di gioco, ogni "missione" si installa subdolamente nel cervello dell'aspirante tecnico, ancorandolo di fronte allo schermo sino al completamento della reazione e suscitando una curiosità morbosa nel vedere cosa si cela subito dopo.

Nelle sfide Produzione, il giocatore dovrà tenere a bada un numero via via crescente di reattori. Fidatevi, non è affatto semplice!

Ritrovarsi nel cuore della notte a imprecare contro un Waldo che esegue l'esatto opposto di quanto previsto non sarà un'evenienza così remota.

A controbilanciare la perfidia del level design, in alcuni frangenti davvero al limite, accorre la possibilità di salvare le strutture costruite in un determinato livello in modo da reimportarle e utilizzarle in uno stage successivo: una scelta quasi didattica, che permette al giocatore di progredire per piccoli passi mettendo in pratica quanto appreso al giro precedente e che, parimenti, scongiura ogni rischio di ripetitività nell'azione ludica.

Vale inoltre la pena sottolineare come ogni problema proposto offra più di una soluzione accettabile: la ricerca del risultato migliore, seppur ardua, funge da ulteriore mordente per i più tenaci, garantendo un coefficiente di rigiocabilità non indifferente.

Al di là di tutto, una cosa è certa: SpaceChem non è un gioco per tutti. Gli amanti delle sfide impossibili e i nerd videoludici più inclini al dolore fisico che alla resa incondizionata di fronte ad un puzzle gordiano, troveranno nel titolo Zachtronics Industries quanto di meglio sia disponibile sulla piazza: enigmi, logica ferrea e un contorno della miglior chimica nucleare.

Certo, i circa 20 dollari necessari per mettere le mani su questo piccolo capolavoro indie possono sembrare eccessivi, ma i mal di testa che sarà in grado di regalarvi, così come l'elevato numero di ore strappate a Morfeo per sbrogliare quest'atomica matassa di reattori, Waldo e alieni improbabili bastano da soli a giustificare l'acquisto di quello che, sin da ora, si candida al titolo di miglior Puzzle del 2011.

9 / 10