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RACE On

Diario di un pilota...

Non bisogna ovviamente vivere l’esperienza della pista senza instaurare un rapporto diretto coi propri meccanici: da questo punto di vista non posso che affermare di essermi trovato a collaborare con uno dei team migliori di sempre. Limare quel decimo di secondo dopo un attento lavoro di analisi è una di quelle sensazioni di cui non si può fare a meno quando si vive sul muro della velocità. Le possibilità di intervento sono infatti numerose e tutte in grado di mostrare in maniera evidente il loro impatto sulla messa a punto e il guadagno effettivo portato da ognuna di loro.

A livello di carrozzeria bisogna ammettere che la vettura, sebbene non sia stata tirata a lucido, si difende in maniera orgogliosa: il “restauro” dei circuiti unitamente a modelli in grado di soddisfare in maniera sufficiente l’occhio del guidatore, fanno la loro onesta parte, senza infamia e senza lode. Nessun effetto particolare e nessuna concessione al superfluo, ma tutto molto pulito in nome dell’essenza e della razionalità.

Qualche dubbio invece sulla gestione dei danni: a volte gli impatti, soprattutto quando mi sono ritrovato con vetture a ruote scoperte, mi hanno lasciato con qualche punto di domanda, quasi che si fosse voluto semplificare eccessivamente un aspetto tanto importante. Scordatevi in ogni caso il sorpasso selvaggio con il piede fisso sull’acceleratore: questa è la strada per terminare anzitempo la vostra corsa.

La sfida vera e propria vede inoltre la presenza di un lotto massimo di 25 vetture contemporaneamente, con degli avversari in grado di rispondere in maniera convincente agli stimoli proposti. Le corse online ovviamente sono di un altro carisma ma ci si può accontentare di superare in modo soddisfacente i propri limiti in assenza di una connessione a portata di mano.

Se siete alla ricerca di effetti visivi sofisticati, cambiate auto. Qua si guida duro e non c’è nessuna concessione per la pura estetica.

Per un pilota come me però, la mancanza di una vera e propria carriera è risultata alla fine dei giochi un neo alquanto marcato: d'altronde, sebbene fosse possibile mettersi alla prova nei diversi (e numerosi) campionati che Race On presenta, non ho mai avuto la sensazione di progredire in una direzione, con tutto quello che ciò comporta.

Niente da conquistare, niente da strappare con le unghie e con i denti, nessuna evoluzione da una gara all'altra, tutto servito su un vassoio d'argento. Un vantaggio probabilmente per chi è alla ricerca del proprio stile di guida e della propria anima sul filo dei chilometri orari, uno svantaggio per chi vuole qualcosa di più del semplice riproporsi di una gara dopo l’altra.

Ed eccoci così davanti l'ultima curva della gara finale. Sì, posso ritenermi soddisfatto di quanto fatto, peccato però che sia mancato lo spunto decisivo: pensavo infatti di poter cogliere una vittoria e le premesse d'altronde c'erano tutte. Invece eccomi qui, seduto dopo la linea del traguardo, con un semplice piazzamento sulle spalle e alcuni rimpianti difficili da cancellare.

Per completezza e alternative avute, se questa fosse la mia prima stagione penso sinceramente che sarebbe potuta bastare la vettura dell'anno scorso, sicuramente più economica se presa oggi e in grado di fornire praticamente la maggior parte delle caratteristiche presenti in questa stagione. Se invece valuto il tutto alla luce della mia esperienza ormai decennale, non sono così convinto che una sfida come quella di Race On, sebbene impegnativa dopo la prova su strada, valga il prezzo della corsa.

7 / 10