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Driver: San Francisco

I frutti di una scommessa rischiosa.

Come avrete avuto modo di leggere, quando abbiamo scoperto per la prima volta le dinamiche di gameplay del nuovo Driver: San Francisco abbiamo alzato un sopracciglio, emulando la celebre espressione di Ancelotti.

Oggi, a mesi di distanza, la nostra reazione di fronte al nuovo capitolo della celebre serie Ubisoft non è affatto cambiata, ma al sopracciglio sollevato si è aggiunto un placido sorriso di ghiotta soddisfazione.

Qualora non foste al corrente dell'evoluzione subita dalla saga di Driver con questo nuovo episodio, vi basti sapere che il giocatore è chiamato per l'ennesima volta a vestire i panni dell'agente Tanner, solo che questa volta lo farà con il dinamico poliziotto in coma in un letto di ospedale, impegnato nonostante tutto a combattere la propria eterna lotta contro il temibile Jericho.

Sì, avete letto bene: l'agente Tanner, protagonista del gioco, è chiuso in ospedale in uno stato di coma profondo, durante il quale continua a vivere nella propria mente le indagini relative al caso di Jericho.

Grazie a questo bizzarro espediente, palesemente macchinoso ma stranamente funzionale per il nuovo gameplay, i programmatori hanno potuto giocare con la realtà, inserendo all'interno delle meccaniche del gioco una serie di elementi fuori di testa, pensati unicamente per garantire un'esperienza diversa dal solito.

Gli inseguimenti con le auto della polizia sono più divertenti se si ascoltano i discorsi del compagno di pattuglia.
In alcune missioni a tempo si guadagnano secondi preziosi distruggendo gli oggetti disposti in posizioni strategiche.

Driver: San Francisco, infatti, non è il solito Driver, visto che pur basandosi interamente su una serie di sfide e di missioni più o meno complesse da portare a termine restando a bordo di una macchina, offre ben più di un modo per portare a casa il risultato finale.

Se da una parte si può cercare di fare affidamento unicamente sulle proprie abilità di pilota, svicolando nel traffico ed esibendosi in manovre degne dei migliori stuntman, dall'altra si può contare sullo Shift, un potere concesso alla versione onirica di Tanner che permette al poliziotto di abbandonare il proprio corpo per possedere quello di qualsiasi persona al volante di una vettura.

Sfruttando lo Shift, in sostanza, l'auto di Tanner viene affidata alle cure (non sempre impeccabili) dell'Intelligenza Artificiale, mentre si passa a una visuale a volo d'uccello capace di mostrare, a seconda del livello di potenziamento dell'abilità stessa, porzioni più o meno grandi della città.

A questo punto non si deve fare altro che spostare il cursore con lo stick analogico, evidenziare la vettura di cui si vuole prendere il controllo e... BAM! La coscienza di Tanner si riversa nel pilota, permettendo al giocatore di assumere il controllo del mezzo.

Le prime fasi della storia (che racconta una ridicola avventura a base di terrorismo e ovvietà fanta-poliziesche) permettono di prendere confidenza con il bizzarro potere a disposizione, con lo stesso Tanner impegnato a fare esperimenti più o meno assurdi nel tentativo di comprendere al meglio la natura dello Shift.

Dopo qualche missione, tuttavia, le cose prendono una direzione ben precisa, mettendo il giocatore di fronte a situazioni sempre più articolate in cui l'uso dello Shift diventa assolutamente fondamentale.

Creiamo inseguimenti spettacolari con Driver: San Francisco.

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Driver: San Francisco

PS3, Xbox 360, Nintendo Wii, PC

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Filippo Facchetti

Contributor

Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.

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