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Tekken Tag Tournament 2 - review

Per un fan, difficile chiedere di più.

Negli ultimi mesi Katsuhiro Harada ha dimostrato di aver imparato tutto ciò che Yoshinori Ono ha potuto insegnargli durante la collaborazione per Street Fighter X Tekken. Mai come questa volta, infatti, un capitolo di Tekken era stato spinto da un marketing tanto pressante e aggressivo, fatto di eventi, filmati, teaser e di un susseguirsi di annunci più o meno rilevanti utili a mantenere sempre alto l'interesse del pubblico.

Per la prima volta, inoltre, prima del lancio del gioco sono stati diffusi su internet dettagliati video-tutorial dedicati ai singoli personaggi, in modo da far salire la scimmia anche ai giocatori alle prime armi, carne fresca da legare indissolubilmente a una delle saghe di combattimento 3D più amate in circolazione.

Fortunatamente, però, Harada non si è limitato a spingere a tavoletta il pedale del marketing e ha lavorato a stretto contatto con la community per cercare di realizzare uno dei picchiaduro più ricchi e completi degli ultimi anni.

I modelli poligonali dei personaggi femminili sembrano tutti ispirati alle sorelle Williams. Non Anna e Nina, ma Venus e Serena!
La colonna sonora comprende una solida selezione di brani e può essere personalizzata con l'ottimo Tekken Tunes.

Esattamente come accadde con il primo episodio, anche in Tekken Tag Tournament 2 ci troviamo di fronte a un dream match, un capitolo scollegato dalla storia ufficiale della serie e pensato unicamente per soddisfare le richieste dei fan.

Questo vuol dire che non solo è possibile trovare le versioni ringiovanite di alcuni personaggi storici (sì, stiamo parlando di Heihachi), ma perfino combattenti ufficialmente morti, dispersi, pensionati o più semplicemente dimenticati, in un carosello pirotecnico che difficilmente potrà lasciare scontenti i fan della saga Namco Bandai, almeno sul fronte dei contenuti.

La prima cosa che salta all'occhio una volta lanciato il gioco è la pulizia dei menu, che in modo semplice ed elegante presentano il corposo elenco di possibilità messe a disposizione del giocatore dal team di sviluppo.

"Fortunatamente l'orribile modalità Storia di Tekken 6 è scomparsa senza lasciare traccia"

Fortunatamente l'orribile modalità Storia di Tekken 6 (quella che costringeva ad affrontare decine di livelli a scorrimento per sbloccare i vari personaggi) è scomparsa senza lasciare traccia, liberando spazio su disco per l'interessante Fight Lab, capace di far passare qualche piacevole ora tanto ai giocatori più esperti quanto ai novellini.

Il Fight Lab rappresenta una delle novità più interessanti introdotte in questo capitolo. In pratica si tratta di una modalità pensata per insegnare passo dopo passo il sistema di combattimento della serie, con tanto di sfide utili a mettere in pratica quanto appreso sul campo.

Durante l'intero percorso il giocatore veste i panni di Combot, sostituto di Mokujin apparso per la prima volta in Tekken 4, e ha la possibilità di creare il proprio combattente ideale modificando diverse componenti del robot (solo dopo averle sbloccate) e personalizzandone il set di mosse, scegliendo fra quelle dei vari lottatori del cast.

Il risultato di questo processo di creazione può essere usato in multiplayer, con l'unica eccezione rappresentata dalle partite classificate online (per ovvi motivi legati al bilanciamento dell'esperienza).

Impariamo a giocare col Fight Lab di Tekken Tag Tournament 2.

La cosa divertente del Fight Lab è che pur trattandosi di un tutorial (piuttosto approfondito, oltretutto) non risulta mai noioso, grazie alle scelte di design fatte dal team di sviluppo. I mini-giochi che tale modalità chiede di affrontare sono generalmente folli e divertenti e sembrano tutto fuorché delle lezioni.

"Il concetto di imparare divertendosi viene sfruttato alla perfezione nel Fight Lab"

Il concetto di "imparare divertendosi", quindi, viene sfruttato alla perfezione nel Fight Lab, che tra una caccia al sushi, una pericolosa passeggiata in un campo di bombe e scontri legati a regole specifiche, riesce a inculcare nella testa dei giocatori tutte le nozioni fondamentali di Tekken, fino ad arrivare alle juggle aeree e alle combo più complesse.

A questa modalità si vanno ad affiancare l'immancabile Arcade (con filmati conclusivi per ogni personaggio), il Versus, la modalità Team Battle, il Survival, il Time Attack e la piacevole modalità Team Play, in cui due amici possono creare una squadra con cui affrontare gli avversari controllati dalla CPU.

Le illustrazioni da esibire durante i caricamenti delle partite devono essere sbloccate. Alcune sono veramente splendide!
Attraverso la personalizzazione possono essere sbloccati anche effetti grafici di vario genere, come le onomatopee manga o le scie luminose.

In Tekken Tag Tournament 2, poi, gli sviluppatori hanno perfino inserito un'opzione chiamata Tekken Tunes, che permette di personalizzare interamente la colonna sonora sostituendo i brani techno tipici della serie (e di qualità altalenante, in questo caso) con una selezione di canzoni più vicina ai propri gusti.

Poi, naturalmente, c'è il solito negozio dove acquistare oggetti e capi d'abbigliamento con cui personalizzare ogni lottatore, dando vita a creazioni più o meno folli da sfoggiare online. Come da tradizione, anche questa volta il costo dei singoli oggetti è particolarmente elevato, tanto che saranno necessarie molte ore di gioco per accumulare abbastanza denaro virtuale per acquistarli tutti.

Fortunatamente è possibile guadagnare valuta affrontando ogni singola modalità, magari sperando di imbattersi in alcuni degli eventi bonus capaci di garantire graditi boost con premi milionari. L'ultimo elemento legato all'offline è l'indispensabile Training, completo di tutti gli strumenti necessari per perfezionale il proprio stile di lotta e il proprio tempismo con le combo più lunghe e articolate.

Sul fronte dell'online la situazione è abbastanza classica, visto che è possibile esibirsi in partite libere con gli amici (o con giocatori occasionali pescati da ogni parte del globo) e, ovviamente, di mettersi alla prova nelle sfide classificate online, cercando di conquistare i titoli più alti, gradino dopo gradino.

Dal punto di vista del netcode, il fatto che Namco Bandai sia partita dall'ottima base raggiunta con SoulCalibur V non può che essere un bene e i risultati sono piacevolmente sorprendenti. Anche affrontando avversari dall'altra parte del mondo, infatti, la qualità della connessione è sempre più che accettabile, permettendo perfino di parare su reazione gli attacchi bassi più veloci.

Ovviamente i puristi troveranno sempre fastidioso il ritardo nella risposta ai comandi comunque presente nelle partite online (almeno con le connessioni italiane), ma per i professionisti il gioco offline resta ancora l'unica opzione possibile.

Volete giocare online? Date un'occhiata allora ai vantaggi della World Tekken Federation.

Parlando di professionisti, Tekken Tag Tournament 2 è adatto ai tornei? In effetti appare piuttosto evidente l'impegno di Harada per creare un gioco di combattimento adatto alle più grandi competizioni mondiali, con tutti i personaggi immediatamente disponibili (ad eccezione di quelli legati alle prenotazioni) e una modalità di allenamento ricca e profonda.

L'unico elemento che a nostro modo di vedere è incompatibile con le competizioni è quello degli oggetti della personalizzazione che, una volta equipaggiati, sbloccano nuove tecniche da usare in battaglia. Elementi di questo tipo, infatti, inseriscono delle variabili all'interno della struttura base dei personaggi, costringendo a imparare strategie alternative in un gioco dove è già necessario studiare una quantità impressionante di lottatori per poter competere ad alti livelli.

Nonostante questo, comunque, il bilanciamento generale ci è sembrato piuttosto buono e anche dopo diverse ore di gioco non abbiamo individuato personaggi imbattibili per cui sia necessario richiedere il ban dalle competizioni. Ovviamente è ancora presto per questo genere di discorsi (per una valutazione accurata sono necessari mesi di pratica costante), ma ad una prima analisi la situazione sembrerebbe accettabile.

L'interazione in tag con il partner può essere fatta con una presa speciale, in combo o per difendere un personaggio atterrato.
Il Fight Lab è un modo estremamente piacevole per imparare le basi di Tekken.

"Il bilanciamento generale ci è sembrato piuttosto buono e non abbiamo individuato personaggi imbattibili "

Anche l'opzione che permette di scegliere se combattere con un team di due personaggi o se affidarsi a un solo lottatore sembrerebbe bilanciata a dovere, con l'ouput di danno e la quantità di energia dei lupi solitari appositamente aumentati per far fronte alla mancanza delle combo in tag e alla possibilità di recuperare parte dell'energia attendendo fuori dal ring. Le uniche note dolenti arrivano quando si parla della durata e degli effetti del Rage, che forse necessiterebbero qualche accorgimento in più per trovare il giusto equilibrio.

Sul fronte del gameplay Tekken Tag Tournament 2 non può non convincere i fan di vecchia data. Il sistema di combattimento è la diretta evoluzione di quello apprezzato in tanti anni di storia, con le sue juggle chilometriche, i Wall Bounce, i Ground Bounce, le Stance e le innumerevoli strategie offensive e difensive applicabili durante gli scontri.

La cosa interessante è che Harada non si è limitato a ripescare i personaggi dai vari capitoli della serie per riproporli esattamente come erano in passato, ma ha lavorato apportando modifiche più o meno importanti ai membri del cast.

In alcuni casi si tratta di accorgimenti così lievi che solo i più esperti saranno in grado di notarli (una hitbox diversa, un colpo meno sicuro da piazzare senza temere di restare scoperti e via dicendo), ma per certi personaggi parliamo di un vero e proprio reboot, utile soprattutto per evitare la presenza di fastidiosi doppioni. In pratica un po' com'è accaduto nel corso degli anni con Ryu e Ken di Street Fighter.

Tutto questo non può che far bene alla serie, che con questo capitolo non solo ritrova alcuni personaggi storici di cui i fan sentivano particolarmente la mancanza (Jun?), ma vede altri lottatori acquisire una dignità che precedentemente gli era stata negata.

Tekken Tag Tournament 2 è quindi il picchiaduro perfetto? Purtroppo no, a causa di qualche piccola macchia qua e là, in particolar modo sul fronte grafico. La prima riguarda alcune scelte relative al design dei modelli poligonali. Il fisico e le proporzioni dei lottatori, infatti, è stato realizzato in modo bizzarro, in particolar modo per quanto riguarda le fanciulle del cast.

"I fan di Tekken non avrebbero potuto chiedere di più ad Harada e al suo team di sviluppo"

Ecco il trailer di lancio di Tekken Tag Tournament 2.

Ogni singola lottatrice, dalla più massiccia e mascolina alla più minuta e delicata, è caratterizzata da spalle fin troppo sviluppate e da muscoli davvero troppo accentuati, dettaglio che si manifesta con maggior decisione quando si selezionano abiti sbracciati o, peggio ancora, i costumi da bagno.

Nonostante il comparto tecnico si assesti generalmente su livelli piuttosto elevati, poi, non possiamo davvero più tollerare la presenza del solito effetto di distruzione del terreno che, come accadeva anche in passato, compare in seguito a un atterramento violento per poi sparire dopo pochi istanti, lasciando di nuovo tutto immacolato.

A questo si va ad aggiungere l'illuminazione di alcune arene, caratterizzata da luci troppo basse e da contrasti eccessivi. In pratica per ottenere un impatto globale più spettacolare i programmatori hanno sacrificato la chiarezza dell'azione, rendendo più difficile capire i movimenti del proprio avversario in alcune ambientazioni.

Al di là di questo, comunque, i fan di Tekken non avrebbero potuto chiedere di più ad Harada e al suo team di sviluppo. Tekken Tag Tournament 2 è un concentrato di amore verso questa saga e verso tutte le sue community di appassionati sparse per il mondo.

9 / 10

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In this article

Tekken Tag Tournament 2

PS3, Xbox 360

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Filippo Facchetti

Contributor

Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.

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