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Yaiba: Ninja Gaiden Z - review

Non è facile superare Ryu Hayabusa.

Quando mesi fa venne annunciato Yaiba: Ninja Gaiden Z, spin-off della serie Ninja Gaiden seguito da un designer del calibro di Inafune, le reazioni degli appassionati di giochi d'azione furono cariche di entusiasmo.

Certo, l'idea di mettere insieme ninja e zombie suonava folle ma dalla mente di Inafune era lecito aspettarsi qualcosa di diverso dal solito, perfino con una saga storica come quella di Ninja Gaiden. Il primo incontro dal vivo con il titolo Tecmo Koei a una delle tante fiere di settore fu gradevole e mise in mostra un sistema di combattimento fluido, leggero e volutamente esagerato, oltre alla presenza costante di un umorismo grottesco.

Le premesse per trovarsi tra le mani un gioco interessante quindi c'erano tutte, ma sfortunatamente non sempre le aspettative generate da un inizio convincente vengono soddisfatte dal prodotto finito. La versione completa di Yaiba, infatti, non è cresciuta affatto rispetto a quella testata mesi fa, al punto da non riuscire a reggere a sessioni di gioco più intense e durature.

Se acquistando Yaiba speravate di trovarvi tra le mani un degno erede di Ninja Gaiden con l'aggiunta di un po' di sano umorismo nipponico preparatevi a rimanere delusi, perché al di là della citazione nel titolo e della presenza di Ryu Hayabusa, sono davvero pochi i legami tra i due giochi.

Le animazioni delle esecuzioni sono tante, ma vista la frequenza con cui vengono mostrate non ci metterete molto a vederle tutte.

Il primo elemento da prendere in considerazione in questa analisi è sicuramente il sistema di combattimento, che differisce praticamente in tutto da quello della saga di Hayabusa. Durante i frenetici scontri in cui viene coinvolto, infatti, il folle Yaiba può contare su tre diverse tecniche di attacco associate ad altrettanti tasti frontali del joypad.

"Il sistema di combattimento differisce praticamente in tutto da quello della saga di Hayabusa"

Con il tasto X (Quadrato su PS3) si affida all'immancabile spada, con Y (Triangolo) usa il braccio bionico e con B (Cerchio) usa la catena per tenere a bada gruppi di nemici, anche a distanza. Alternando questi attacchi Yaiba si può esibire in una buona varietà di combo in modo da abbattere in tutta tranquillità gli avversari non-morti che gli si scatenano contro di volta in volta.

Il problema è che nella maggior parte dei casi il senso di sfida è davvero ridotto e bastano pochi istanti per capire quale sia la tecnica più efficace per annullare i timidi sforzi dell'IA. Ogni nemico è vulnerabile a un determinato tipo di attacco, motivo per cui è necessaria una breve fase di sperimentazione quando si incontrano nuove tipologie di avversari.

Gli scudi degli zombie elettrici, per esempio, possono essere spenti sfruttando gli attacchi con la catena, per poi infierire con le combo tradizionali. Gli avversari infuocati, invece, sono particolarmente sensibili all'elettricità.

I clown-zombie possono essere una spina nel fianco se affrontati insieme ad altre tipologie di nemici.

Imparare a sfruttare a proprio vantaggio questi elementi è piuttosto importante, soprattutto contro gli avversari più resistenti e problematici. Se venite dalla scuola di Ninja Gaiden, comunque, non avrete difficoltà a farvi strada tra le varie tipologie di zombie presenti in Yaiba: Ninja Gaiden Z.

"Il primo problema è il bizzarro bilanciamento della difficoltà"

Il problema generale di questo gioco è che, nella sua totale follia, è logorato da difetti piuttosto evidenti e difficili da ignorare. Il primo è il bizzarro bilanciamento della difficoltà. Come già detto, infatti, Ninja Gaiden Z è generalmente abbordabile, salvo poi presentare improvvisi (e ingiustificati) picchi nella difficoltà.

Arrivare senza problemi a un boss e rendersi conto di dover entrare in modalità Dark Souls per portare a casa la pelle è spiazzante e potrebbe costringere gli utenti meno abili ad abbandonare prematuramente il gioco. A volte, poi, capita di morire non per errori propri ma a causa della disonestà della sfida. Quando un singolo attacco nemico con hitbox approssimativa toglie più di metà energia al protagonista è chiaro che qualcosa in fase di progettazione non è andato nel modo giusto.

L'altro grosso problema di Yaiba riguarda il level design. Il titolo Tecmo Koei è caratterizzato da una struttura piuttosto lineare che vede sezioni platform poco riuscite alternarsi a brevi fasi esplorative (per la caccia ai collezionabili) tra un'arena e l'altra.

Tra i nemici di Yaiba non mancano varie tipologie di robot, compreso un quadrupede con l'IA di un cane. Impossibile non ridere vedendolo strofinare il sedere a terra.

Le fasi platform, però, sono state realizzate in modo discutibile e prestano il fianco a più di una critica. Tutto ciò che viene richiesto al giocatore, infatti, è di premere il comando giusto per permettere a Yaiba di eseguire volteggi ed evoluzioni lungo le pareti dei livelli. Sbagliare comando vuol dire andare inevitabilmente incontro alla morte ed essere costretti (dopo un lungo caricamento) a ripetere il segmento di gioco.

"La morte automatica in caso di caduta avviene anche quando il prode ninja è a un metro dal pavimento"

La cosa triste è che la morte automatica in caso di caduta avviene anche quando il prode ninja è a un metro dal pavimento, dettaglio che in un titolo con un protagonista estremo e fuori di testa come questo lascia un po' di amaro in bocca.

A questo si aggiunge la gestione bizzarra delle esecuzioni rapide. Durante le combo, dopo un certo numero di attacchi, sulla testa dei nemici appare un'icona a forma di punto esclamativo. Premendo con il giusto tempismo il grilletto sinistro si esegue una delle tante brutali esecuzioni previste dal gioco.

Il problema è che il sistema non tiene conto della distanza dai bersagli, tanto che basta premere il grilletto anche per abbattere istantaneamente un avversario e diversi metri di distanza, ritrovandosi poi trasportati in una zona diversa dell'arena al termine dell'animazione.

Un trailer per Yaiba: Ninja Gaiden Z.

Tale scelta di design ha permesso ai programmatori di mantenere sempre alti i ritmi dell'azione ma dall'altra parte ha contribuito ad alimentare la confusione che si scatena durante le mischie più affollate.

"A rendere il tutto ancor più difficile da seguire è la telecamera"

A rendere il tutto ancor più difficile da seguire è la telecamera, la cui gestione non è affidata al giocatore ma è lasciata in mano a un sistema automatico che cerca di rendere il tutto il più cinematografico possibile. Sfortunatamente, però, sono davvero troppe le occasioni in cui l'inquadratura perde di vista Yaiba, costringendo il giocatore a premere tasti a caso per uscire vivo da un combattimento affrontato, per esempio, nella parte più lontana dello schermo, con personaggi microscopici e difficili da seguire.

Nonostante i numerosi problemi, tuttavia, ci sono alcuni elementi di Yaiba che permettono al gioco di raggiungere la sufficienza. Al di là dell'umorismo esagerato (alcuni file di testo sono esilaranti, come testimonia la lettera di Ryu Hayabusa in cui il ninja si sofferma a parlare delle forme di Momiji), lo stile grafico da fumetto americano è sempre gradevole e ben studiato.

La fluidità del sistema di combattimento, inoltre, permette di passare qualche ora spensierata affettando zombie o prendendoli a randellate con le armi improvvisate create con le parti degli avversari uccisi. Anche il sistema di crescita del protagonista fa la sua parte, permettendo di spendere i punti accumulati salendo di livello per acquistare nuove combo, potenziamenti e abilità.

Se solo fosse stato caratterizzato da un level design all'altezza e da un sistema di combattimento più profondo questo gioco avrebbe potuto dare molto ai fan del genere. In questo modo, invece, Yaiba: Ninja Gaiden Z raggiunge solo la sufficienza. Recuperatelo quando calerà di prezzo o aspettate che venga inserito in qualche offerta di Xbox LIVE o del PSN.

6 / 10