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Transformers: The Dark Spark. Dov'è Michael Bay? - review

Una trasformazione mal riuscita.

Puntuale come la scadenza di una cambiale, ecco arrivare nei negozi un nuovo gioco della serie Transformers, casualmente in contemporanea con l'uscita del quarto capitolo cinematografico diretto da sua maestà esplosiva Michael Bay. Finora la qualità dei film è andata peggiorando sempre più dopo un discreto primo episodio, mentre le versioni videoludiche hanno vissuto alterne fortune, con l'ultimo titolo (La Caduta di Cybertron) che può forse essere considerato il migliore della serie.

Per prima cosa va precisato che The Dark Spark risulta totalmente slegato da L'Era dell'Estinzione, pellicola che intorno alla metà di luglio delizierà le pupille dei fan nei cinema della nostra penisola. In realtà qualche punto di contatto c'è, soprattutto nel look di alcuni Transformers, ma dopo le prime ore ambientate sulla Terra l'avventura si divide in due e ci fa seguire, attraverso un lungo flashback ambientato a Cybertron, le due fazioni rivali intente nel tentativo di recuperare l'oggetto misterioso che da il titolo al gioco.

Trama giocattolosa a parte, quello che ci si trova davanti è uno sparatutto in terza persona che dovrebbe fare dell'intensità e delle esplosioni roboanti un ingrediente primario, ma che invece si rivela essere uno scialbo action nel quale le trasformazioni da robot a veicolo e viceversa, non rappresentano uno dei fulcri del gioco ma solo un riempitivo che raramente ha un vero e proprio senso ai fini del gameplay.

Livelli mortalmente lineari propongono traguardi da raggiungere per far scattare la sequenza successiva, mentre tra l'uno e l'altro troviamo immancabili scontri a fuoco che raggiungono la sufficienza stiracchiata solo grazie ad una discreta varietà di armi primarie e secondarie con cui equipaggiare il Transformer di turno. Non tutte sono disponibili dall'inizio ma anche le prime danno una certa soddisfazione, specie quando per cambiare mano (pardon, braccio meccanico) con cui si spara, le si vede materializzarsi e trasformarsi sotto i nostri occhi.

Ogni capitolo della campagna principale può essere giocato ad un livello di difficoltà differente per evitare fastidiosi intoppi.

Le armi possono inoltre essere potenziate tramite apposite modifiche che si guadagnano salendo di livello o portando a termine le numerose missioni bonus di cui il gioco è provvisto. Alcune di queste sono specifiche per il livello in cui ci si trova, mentre altre possono essere portate a termine nel corso del gioco uccidendo un "n" numero di nemici o usando l'arma "x" per un determinato numero di uccisioni.

"Livelli mortalmente lineari propongono traguardi da raggiungere per far scattare la sequenza successiva"

Oltre alle suddette modifiche, i bonus secondari consistono anche in armi aggiuntive, personaggi da sbloccare nella modalità Online e potenziamenti che, a seconda del tipo, aumentano gli XP guadagnati o altre caratteristiche di gameplay. Ci sono poi gli Hack, che permettono di modificare la difficoltà del gioco e la quantità d'esperienza guadagnata di conseguenza.

A tal proposito, la difficoltà media del titolo di Activision s'attesta su un livello piuttosto alto (anche a causa di checkpoint posizionati non esattamente in modo ottimale) quindi è consigliabile non esagerare con i modificatori di cui sopra a meno che non si voglia aumentare esponenzialmente il numero di imprecazioni. Le poche aree aperte proposte tra la metà e la fine del gioco rappresentano di fatto le uniche sezioni interessanti dell'avventura, mentre tutto il resto si riduce ad una versione 3D di un classico run & gun nel quale c'è davvero pochissimo spazio per tattiche e strategie.

La varietà di situazioni proposte da Transformers: The Dark Spark, infatti, è quanto di più standard ci si possa aspettare da questo tipo di giochi. Il compitino svolto dai programmatori ci consegna missioni di recupero intervallate da altre di protezione e così via, insomma nulla che non si sia già visto in decine di altri TPS usciti negli ultimi due decenni.

La trasformazione in Dinobot avviene solo verso la fine del gioco e purtroppo non è esaltante come ci si aspettava.

La campagna principale è divisa in 14 capitoli, contraddistinti non solo da obiettivi diversi ma anche da protagonisti diversi. In ognuno degli episodi c'è un obiettivo principale da portare a termine, tradotto in "Transformerese" finché non lo si sblocca, forse per evitare pericolosi spoiler.

"I nuovi sviluppatori hanno deciso di togliere di mezzo qualsiasi modalità competitiva"

A seconda della fase di gioco scelta (ogni episodio può essere rigiocato per completare le sfide e scovare i collezionabili persi), si vestono i panni di diverse versioni degli Autobot; lo stesso Optimus Prime è qui presente in due edizioni, quella Cybertron e quella terrestre, con tanto di colorazione "alla Goldrake".

In ambito multiplayer, i nuovi sviluppatori hanno deciso di togliere di mezzo qualsiasi modalità competitiva in favore di una cooperativa intitolata Escalation, che assomiglia non poco all'arcinota Orda di Gears of War. L'obiettivo è sopravvivere a ondate sempre più numerose di nemici, dando libero sfogo alla vostra sete di fuoco e distruzione.

Va detto che per quanto poco originale, questa modalità fino a quatto giocatori offre molta più adrenalina della stessa campagna principale. Una maggiore quantità e varietà di mappe l'avrebbe resa ancora più appetibile, ma visto il panorama generale possiamo anche accontentarci.

In varie occasioni vi ritroverete in inferiorità numerica e la vostra energia calerà rapidamente: meglio non gettarsi a capofitto negli scontri a fuoco.

Transformers supporta la riproduzione remota su PS Vita, il che significa, per coloro che ancora non ne hanno provato l'ebrezza, che è possibile giocare sul piccolo schermo della portatile di Sony quando quello collegato alla PS4 è indisponibile. In questo caso i pulsanti del DualShock 4 vengono rimappati sul touchscreen/pad in maniera piuttosto efficace, anche se dopo qualche ore di gioco sulla console maggiore è necessario un minimo di adattamento.

"Il gioco avrebbe tranquillamente potuto girare anche su PlayStation 3, magari con qualche effetto speciale in meno"

A livello grafico il titolo di Activision non rende merito all'hardware su cui si accomoda, ma questo purtroppo è comune a praticamente tutti i tie-in usciti sul mercato negli ultimi 157 anni, specie quelli nati in un periodo di tramsizione tra due generazioni di console. Non si fatica ad immaginare che The Dark Spark avrebbe tranquillamente potuto girare anche su PlayStation 3, magari con qualche effetto speciale in meno.

Molti dettagli secondari sono di scarsa qualità e il primo che mi viene in mente è la texture del mare su cui mi sono soffermato proprio all'inizio del gioco. Tale giudizio purtroppo può vale anche su cose ben più visibili come alcuni modelli dei Transformers, il cui conteggio poligonale risulta decisamente scarso. Il sonoro, al contrario, è contraddistinto da un buon doppiaggio (in Inglese) e un sottofondo sonoro abbastanza efficace.

Il team Edge of Reality ha fallito la sua missione sotto molti punti di vista, soprattutto nel coinvolgere il giocatore in un franchise che da sempre fa dell'azione sfrenata e delle situazioni esagerate i suoi due marchi di fabbrica. Se dovessimo stilare un grafico relativo all'andamento qualitativo della serie dei Transformers, probabilmente The Dark Spark rappresenterebbe il punto più basso.

Transformers: The Dark Spark nel trailer di lancio.

Fatta eccezione per la modalità Escalation, il gioco semplicemente non è divertente come dovrebbe, anzi in alcuni casi risulta quasi frustrante: c'era davvero bisogno di scomodare una PlayStation 4 per ottenere un risultato simile?

4 / 10