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Xenoblade Chronicles 3D: bentornati su Bionis - recensione

Un capolavoro su Wii, un capolavoro in versione portatile.

Un capolavoro su Wii che si rivela eccezionale anche in versione portatile. Un ottimo punto di partenza per il New 3DS.

Qualche anno fa, i possessori di Nintendo Wii che non avevano acquistato la console per i giochi casual, ebbero la fortuna di godersi uno dei jrpg più belli della scorsa generazione. Stiamo parlando di Xenoblade Chronicles, titolo sviluppato dai ragazzi di Monolith Soft, che ha saputo inserire alcune meccaniche tipiche degli MMO in un jrpg offline tradizionali con ottimi risultati e che ora torna con Xenoblade Chronicles 3D, solo per New 3DS.

La storia raccontata in Xenoblade è sicuramente la parte migliore dell'intero pacchetto, complice una narrazione ben bilanciata e una profondità difficile da trovare nella maggior parte dei titoli appartenenti al genere.

La particolarità della trama si manifesta fin da subito, con un'introduzione atipica ben lontana dai canoni tradizionali propinatici negli anni passati. Dopo un'interminabile lotta, due enormi titani si uccidono a vicenda, per poi rimanere inerti nel bel mezzo dell'oceano, eternamente legati dalle armi che ne hanno causato la fine.

Sul corpo di queste misteriose divinità, nel corso degli anni si sviluppano due civiltà ben distinte, quella degli umani (oppure Homs, come vengono chiamati nel gioco) e quella dei Mechon, esseri meccanici particolarmente coriacei e aggressivi.

Naturalmente, tra le due civiltà si scatena immediatamente una terribile guerra, tenuta in equilibrio solo grazie a un artefatto chiamato Monado, una misteriosa spada capace di mostrare il futuro a chiunque la brandisca, al costo della sua forza vitale.

Tutta la poesia che abbiamo amato su Wii, possiamo riviverla nel palmo della nostra mano.

Protagonista dell'avventura è Shulk, un giovane e dotato ingegnere della Colonia 9, che dopo aver suo malgrado impugnato la Monado, si ritrova coinvolto in una battaglia epica che lo porterà a esplorare un mondo vastissimo e pieno di pericoli.

La genialità di Tetsuya Takahashi, con Xenoblade Chronicles, è stata quella di riuscire a trasformare un'abilità come la preveggenza in un elemento di gameplay, senza per questo rovinare l'esperienza di gioco.

Dopo aver ottenuto la Monado, infatti, Shulk sarà in grado di prevedere alcuni attacchi degli avversari e, negli istanti successivi, di agire in modo da renderli inefficaci, modificando così il destino del party.

Questa dinamica si inserisce con successo all'interno di un sistema di combattimento in perfetto stile MMO, che vede i membri del party attaccare automaticamente il bersaglio selezionato, mentre il giocatore può controllare un membro alla volta, muovendolo liberamente nello spazio e sfruttando eventuali abilità speciali, chiamate Artes.

Ogni tecnica è caratterizzata da peculiarità ben precise, che costringono a pensare con cura ogni singola mossa durante i combattimenti. Alcuni attacchi, per esempio, causano danni maggiore se effettuati alle spalle del bersaglio, mentre altri causano effetti secondari se portati di fianco, o mentre l'avversario è colpito da uno status specifico.

Il gioco è caratterizzato da un convincente ciclo giorno/notte, che regola anche la tipologia di mob in circolazione, e la presenza di alcuni NPC.

A questo si aggiunge il concetto di aggro, anch'esso tipico degli MMO, che vede le creature nemiche interessarsi a un solo bersaglio per volta, scegliendolo in base alla quantità di danni da questi effettuati (o anche dal numero di punti vita curati, nel caso dei guaritori).

Tutto questo rende le battaglie sempre veloci, varie e interessanti, anche se non proprio intuitive. Per prendere confidenza con tutti gli elementi del sistema di combattimento, infatti, è necessaria molta pratica, cosa per cui non mancano certo le occasioni, avendo a disposizione il variegato bestiario che popola il mondo di gioco.

A tal riguardo, l'area esplorabile di Xenoblade era impressionante già su Nintendo Wii, e lo è ancora di più in questa versione tascabile. La vastità delle ambientazioni e il fatto che queste possano essere liberamente esplorate in lungo e in largo, donano a Xenoblade un fascino incredibile, facendo assaporare il piacere della scoperta.

Il tutto è accompagnato da un pratico indicatore che permette di sapere sempre la direzione da prendere per avanzare con la storia, oltre che da un numero impressionante di quest secondarie completamente opzionali.

Xenoblade è un jrpg adatto sia a chi ama divorare la storia trascurando gli elementi secondari, sia per chi preferisce esser premiato per aver esplorato ogni centimetro del mondo. Questa struttura, già rivelatasi vincente su Wii, offre il massimo su New 3DS, abbracciando il bisogno di libertà indispensabile per i titoli portatili.

Cambiando equipaggiamento si modifica l'aspetto del personaggio. Un dettaglio non sempre scontato nei jrpg.

Per chi sceglierà di dedicare a Xenoblade tutto il tempo che merita, è presente anche un profondo sistema di relazioni sociali, che permette di instaurare legami più o meno forti con i personaggi che popolano il mondo di gioco, sia portando a termine missioni di vario genere, che barattando alcuni oggetti in cambio di altri.

La versione portatile di Xenoblade si distingue per un aspetto grafico in linea con quello visto su Wii. La versione originale soffriva per via di alcuni elementi particolarmente poco riusciti (come i volti dei personaggi, tanto per fare un esempio), ma l'impatto generale era comunque pregevole, grazie a un design eccezionale che esaltava l'ampiezza delle ambientazioni e l'importanza delle strutture. Lo stesso accade su New 3DS.

Esplorando il mondo di Bionis, il giocatore non può fare a meno di sentirsi piccolo di fronte a praterie sconfinate popolate da creature di ogni genere e dimensione. Fra tutti i jrpg, Xenoblade è senza ombra di dubbio quello che meglio rappresenta il concetto di viaggio. Il fatto che si possa salvare in qualsiasi momento, poi, è a dir poco perfetto per vivere al meglio l'esperienza su New 3DS.

Peccato che non sia stato fatto nessun lavoro per rendere le scritte e gli elementi grafici leggermente più chiari e visibili, dettaglio che avrebbe sicuramente giovato, visto il passaggio a schermi di dimensioni ridotte.

Durante i combattimenti, i personaggi parlano e si incitano a vicenda, rafforzando ulteriormente il legame che li caratterizza.

Su portatile torna anche l'eccelsa colonna sonora nata dall'impegno artistico di nomi del calibro di Yasunori Mitsuda, Yoko Shimomura e Manami Kiyota, che hanno saputo dare vita a un accompagnamento variegato, sempre gradevole, e mai fuori posto. Purtroppo, nella versione portatile è stata sacrificata la possibilità di scegliere la traccia audio giapponese, per godersi le voci originali (e per dimenticare quelle poco ispirate della traccia inglese), ma considerando che anche così, la versione scaricabile del gioco pesa più di 30.000 blocchi (rivelandosi incompatibile con la scheda di memoria presente nella confezione della console), capirete anche voi che non si poteva fare altrimenti.

Le uniche aggiunte fatte in occasione di questa nuova edizione portatile, sono quelle legate ai collezionabili (che possono essere sbloccati sfruttando l'introvabile Amiibo di Shulk, le monete di gioco, o lo Street Pass), e all'uso del 3D, che sulla nuova versione della console, riesce a valorizzare alla perfezione le creature titaniche che si possono affrontare esplorando Bionis.

Nessuno sforzo, invece, è stato fatto per sfruttare lo schermo touch della console. Ed è un vero peccato, perché alcuni elementi (come la gestione dei menu) ne avrebbero di sicuro tratto giovamento.

Ciò che era un capolavoro su Wii, comunque, è ancora tale su Nintendo 3DS. Il miglior jrpg della scorsa generazione è finalmente disponibile in versione portatile, e non vediamo un solo motivo per cui il suo acquisto non debba essere consigliato, perfino a chi lo ha già giocato in passato. Noi stessi avevamo speso moltissime ore sulla versione originale, ma questo non ci ha impedito di goderci di nuovo la memorabile avventura di Shulk, un po' come se avessimo riletto uno dei nostri libri preferiti.

9 / 10